RECENSIONI: “ETERNAL WAR – VITA NOVA” DI LIVIO GAMBARINI

    

Dettagli

Titolo“Eternal War – Vita Nova”

Autore: Livio Gambarini

Editore: Acheron Books

Pagine: 380

Data d’uscita: ottobre 2018

TRAMA

Toscana, tredicesimo secolo: prosegue l’epica saga fantasy di Guido Cavalcanti e del suo spirito-guida, l’astuto Kabal! I ghibellini sono sconfitti. Mentre l’enigmatico San Pietro convoca l’Ancestrarca Kabal per affidargli una pericolosa missione nella Curia Romana, nella meravigliosa Firenze è tempo di festeggiamenti. Guido, capofamiglia Cavalcanti, lotta per difendere il suo desiderio di libertà anche nelle Lande dello Spirito e intreccia un sodalizio con il giovane Dante Alighieri, aiutandolo a far sbocciare il talento che lo renderà, un giorno, il più grande poeta della letteratura mondiale. Ad accomunarli, oltre alla stima reciproca, è la profonda devozione alle donne che essi amano. Ma in questa stessa misteriosa energia che muove il mondo, e che Dante definirà “Tirannia di Amore”, si nasconde un segreto che sconvolgerà la loro vita, riscrivendo i loro destini su pagine che sopravvivranno ai secoli…

 

L’AUTORE

Bergamasco classe 1986 trapiantato a Milano, Livio Gambarini è uno dei più apprezzati autori historic fantasy d’Italia.
Cultore del tardo medioevo italiano, ha narrato in chiave fantastica la Toscana stilnovista di Dante e Guido Cavalcanti nella saga best seller di Eternal War (Acheron Books) e la Lombardia comunale nei thriller storici Le Colpe dei Padri e I Segreti delle Madri (Silele Edizioni). Da poco è uscito Ottone Il Primo dei Visconti, romanzo storico per Edizioni Piemme scritto con Alex Calvi.
Fondatore di Rotte Narrative, WritingCoach.it e docente del corso di Alta Formazione “Il Piacere della Scrittura” dell’Università Cattolica di Milano, Livio Gambarini è anche editor e sceneggiatore di videogiochi e serie TV. Tra i suoi altri interessi ci sono psicologia, intelligenza artificiale, softair, board games e rpg.

COMMENTO

Vita Nova è il secondo volume della saga Eternal War e anche se segue le vicende de Gli eserciti dei Santi, sembra quasi voler tracciare un solco, un distacco dal primo volume. Vediamo perché.

Il primo romanzo è stato forse un salto nel vuoto per l’autore, un fulmine che ha scosso gli animi e solleticato i palati degli amanti del Fantasy in salsa italica. A dire il vero, forse una piccola rivelazione. Il concept, o l’High Concept come richiesto da quelli di Acheron Books, funziona pienamente: accanto alla Materia, dove vivono i comuni mortali, esistono le Lande, luogo metafisico nel e dal quale i viventi sono guidati da spiriti ancestrali. Gli Ancestrarchi sono spiriti custodi delle famiglie – in particolare quelle nobiliari fiorentine del tredicesimo secolo in piena lotta tra Guelfi e Ghibellini -, promotori e ispiratori delle gesta che risuoneranno nella storia.

Se il primo volume è servito a tuffarci in questo meraviglioso mondo, con una prosa accattivante e una storia ricca di eventi e rivelazioni, il secondo sembra fare un passo indietro, come a volerci spiegare meglio quell’universo sorprendente.

A detta dello stesso autore: …”Gli eserciti dei Santi fu scritto di getto in sole dieci settimane, Vita Nova ha avuto una gestazione di un anno e mezzo con una lunga pausa centrale seguita da una riscrittura completa”. Riflessioni servite senz’altro per ampliare la documentazione storica e intrecciare l’ambientazione duecentesca con la letteratura fiorentina, certamente utili per gettare le basi dei volumi successivi.

Vita Nova risulta fin da subito un’opera più adulta e articolata, calata non solo nel periodo – seppur con le dovute licenze poetiche in ambito storico, come ci spiega Gamberini nella Postfazione -, ma più strutturata e ricca di allegorie e citazioni.

L’aspetto poetico assume ancora più rilevanza, non solo per la maggior partecipazione di Dante Alighieri come spalla del protagonista Guido Cavalcanti, suo mentore e amico, ma anche per l’attenzione che l’autore pone sulle tematiche care al Divin Poeta.

Il mattatore rimane sempre Kabal, lo spirito custode della famiglia Cavalcanti e gran merito del successo della saga deve essere attribuito al riuscito vero protagonista di questi due romanzi: un personaggio complesso, pieno di luci e ombre, manipolatore e ambizioso, arguto e capace di sfruttare le proprie riconosciute debolezze per trarne maggior forza e beneficio; ingegnoso e furbo al punto di prendersi dei rischi enormi pur di ottenere i propri scopi. La scaltrezza e la malizia di Kabal sono la compensazione perfetta all’animo generoso e nobile del suo Pater Familias Guido Cavalcanti.

Il primo volume ha gettato quindi un affresco strabiliante e, onestamente, avevo apprezzato che molto non fosse spiegato con troppi dettagli. Le Lande erano misteriose e terribili, popolate da spiriti, Santi e demoni. Il viaggio a Roma, gli Estinti e le risonanze tra gli antichi spiriti del passato e quelli del presente erano scintille che lasciavano sognare di un universo ancora più vasto e segreto. In Vita Nova è emersa forse la necessità di voler approfondire questi aspetti e dove l’ambientazione ha acquisito maggior profondità, allo stesso tempo ha perso un poco di magia.

Il romanzo si apre benissimo, con Guido Cavalcanti ferito a una gamba. Una ferita apparentemente non troppo grave che presto però si rivela infetta e il poeta e guerriero fiorentino si ritrova a vedere in faccia la morte. Alla fine del primo romanzo, dopo aver sbirciato oltre il velo della Materia, Guido decide di chiedere l’intercessione del suo Ancestrarca per aver salva la vita. Questa scelta e le sue conseguenze sulla definitiva consapevolezza delle Lande, gli permetteranno di diventare un Veggente, cioè di essere in grado di spostare una delle sue due anime da un mondo all’altro.

Ovviamente lui, Dante e pochi altri, possiedono due anime, pertanto non a tutti è concesso questo privilegio. Dischiudere il passaggio tra le realtà, innescherà una serie di effetti che porteranno Guido a voler diventare uno Spirito Libero, cioè indipendente dall’influenza del suo Ancestrarca Kabal.

Tra intrighi e complotti, nelle Lande si consuma un gioco di potere che coinvolge l’elezione del nuovo papa e la lotta segreta a Pontifex. Lo spirito patrono dei pontefici secerne corruzione per i molti secoli di nequizie, in forma di una melma scura capace di contaminare i luoghi e gli spiriti della capitale santa.

La parte nella Materia non è altrettanto ricca di spunti emozionanti, concentrata sull’ascesa del giovane Dante Alighieri e la lotta interiore di Cavalcanti, impreziosita però da duelli poetici e incontri letterari che getteranno le basi per il Dolce Stil Novo.

Il duello con Amore è un chiaro segnale della ricerca stilistica e documentale che Gamberini ha voluto riportare tra le pagine, elevando l’opera a livello letterario a scapito del puro intrattenimento.

Un bilanciamento che il primo romanzo, sebbene inferiore a questo nel suo complesso, lo ha reso popolare.

Vita Nova sembra quasi un ponte tra quanto concepito e realizzato col primo episodio, forse in velocità ma con decisa maestria, e l’opera completa composta dal presente e gli altri due volumi che porteranno a conclusione la saga.

La contrapposizione tra istinto e ragione verrebbe da dire, in un passaggio che delinea sicuramente la maturità artistica di questo valido autore, capace di sorprendere ma allo stesso tempo di soffermarsi a riflettere sulla sua stessa concezione, di rielaborarla e farla crescere.

L’autore ci dice: “…Vita Nova non è un romanzo storico. È un gioco letterario che fa coincidere la poesia con la cronaca e l’allegoria con la verità, grazie agli strumenti della speculative fiction”.

Spero che Gamberini abbia reinserito nei libri successivi quel pizzico di follia che lo ha fatto conoscere e auspico un maggior ritmo narrativo. In ogni caso, credo che con quest’opera sia riuscito ottimamente nel suo intento, dimostrando come il Fantasy possa arricchirsi del nostro stupendo panorama letterario, divenendone non oppositore ma complementare.

 

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