Recensioni: “La signora delle caverne” di Marco Rubboli (2021)

Dettagli

Titolo: “La signora delle caverne”

Autore: Marco Rubboli

Collana: Innsmouth

Editore: Delos Digital

Pagine: 48

Prezzo: 1,99 (ebook)

 

Commento

Gli antichi miti sono vivi. I loro demoni hanno zanne e artigli concreti, e i loro nascondigli, lovecraftianamente “sono appena oltre la soglia che noi sorvegliamo”.

Questa, sinteticamente, è l’idea che soggiace al nuovo lavoro di Marco Rubboli, La signora delle Caverne che, ambientato nella Creta dei nostri giorni, si nutre del chiaro scuro dato da un’ambientazione solare e “balneare” contrapposta al buio di meandri arcaici e spettrali il cui imbocco – come quello degli Inferi – è sempre aperto, e fin troppo facile da raggiungere, per caso o meno.

La coppia di protagonisti, Elena ed Ezio, scopre dunque quanto sia vero l’assunto per cui il passato “non muore mai”. Incappato in un’esca semplice e diabolica che ne attira uno per volta i componenti lontano dalla luce di una spiaggia familiare e serena, il duetto precipita in una realtà di roccia e tenebre sotterranee, dove a ogni passo spuntano gli indizi di presenze malevole…e in caccia!

Sfruttando miti e tradizioni cretesi, Rubboli mette così in scena una discesa agli inferi che, specie nella sua costruzione iniziale, quando la vicenda è ancora velata di inquietudini tutto sommato ordinarie, avvince il lettore un passo per volta, alla maniera di Blackwood. La seconda parte, più d’azione e orrorifica, è un labirintico – letteralmente – susseguirsi di fughe e scontri sanguinosi in cerca di una via che consenta di “riveder le stelle”. Ma è ovvio che, per chi abbia sperimentato certi incubi, la semplice salvezza del corpo non coincida con la mancanza di più profonde cicatrici nello spirito, mai del tutto sanabili.

Scritto con piacevole fluidità, La signora delle caverne è dunque un interessante esperimento di weird mediterraneo, classico nell’impostazione ma gradevole nel suo cambio straniante di baricentro, che rende le spiagge di un’isola frequentata da turisti di tutto il mondo, la sede di innominabili sopravvivenze che risalgono a oscuri millenni prepelasgici. Bello e d’atmosfera il momento in cui il protagonista riconosce antiche bipenni simili quelle viste nei musei locali, comprendendo finalmente come simboli in apparenza quieti e “immobili” possano ancora vivere e creare orrore. Alcune limature nei dialoghi sarebbero invece forse state necessarie specie nella seconda parte della storia, quando alcuni passaggi spezzano la tensione dell’azione, ma nel complesso il risultato non ne risente.

Ricordatevi di scegliere bene la prossima meta per le vacanze. Diffidate del sole, non ascoltate il canto del mare! Gli dei del mondo antico dormono un sonno leggero, e basta poco per svegliarli. Basta poco per incontrare “La signora delle caverne, che tutti noi tiene in pugno”!

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