Ben ritrovati! Oggi parleremo delle origini del maestro dell’horror in persona, Howard Phillips Lovecraft.
Stando a Sarah Algood, prozia di Howard, il nome Lovecraft non apparve prima del 1450, con il ramo vero e proprio emerso nel 1560 con John Lovecraft, ma le sue affermazioni sono tutte da dimostrare. D’altronde Lovecraft stesso sosteneva di derivare da diverse linee genealogiche come Musgrave e Reed che quasi sicuramente in realtà non avevano nulla a che fare con lui. Personalmente era molto contrariato di avere nell’albero genealogico tutto fuorché artisti, scrittori e filosofi: come diceva era una linea “piena di preti ma povera di pensatori onesti”.
Il nonno paterno di Lovecraft era George Lovecraft: suo figlio WInfield sposò Sarah Susan Phillips – figlia di Whipple Van Buren Phillips – e i due generarono Howard Phillips Lovecraft.
Apparentemente è questa la linea genealogica che ci interessa.
Eppure, vi è una verità ben più tremenda che avvolge le origini di Howard, una verità ancestrale che la mente umana non è in grado di accogliere, e che quindi è stata opportunamente celata per preservare la sanità mentale dei normali esseri viventi.
Tuttavia, noi siamo avulsi da tali scrupoli, siccome il caos e la follia sono condizioni propedeutiche al ritorno dei Grandi Antichi.
Oggi, esploreremo la spaventosa linea genealogica di Lovecraft narrata per la sua stessa penna.
L’albero genealogico di Lovecraft
Azathoth, il dio cieco e idiota che si dimena al centro dell’universo, è il principio di ogni cosa vivente e del cosmo stesso, un sogno della sua mente dissennata che potrebbe sparire se egli dovesse mai destarsi. Per scongiurare questa eventualità una pletora di aberranti mostruosità alla sua corte produce una monotona melodia flautesca tale da tenerlo in uno stato di perenne torpore.
Egli ha generato alcune delle più nefande entità blasfeme che aleggiano nel cosmo, in primis Nyarlathotep, il Magnum Innominandum e Oscurità.
Il Magnum Innominandum è un essere dai poteri praticamente illimitati, menzionato da Lovecraft in “Colui che sussurrava nelle tenebre”, in “L’orrore dalle colline” e nella trasposizione del sogno dal quale quest’ultimo ha origine, “L’Antica Gente dei Monti”, oltre che in un incantamento suggerito da Lovecraft a Robert Bloch esposto nel De Vermis Mysteriis in “The Shambler from the stars”.
Oltre a queste poche note non sappiamo nient’altro, il che ha portato gli autori a caratterizzarlo nei modi più diversi. In “Il tumulo” menziona che “colui che non deve essere nominato” è il compagno di Shub-Niggurath lasciando intendere che la Nebbia senza nome e il Magnum Innominandum siano due entità distinte. Questa distinzione però è stata rimossa da Lin Carter e dal gioco di ruolo Il richiamo di Cthulhu.
Oscurità, o Magnum Tenebrosum, è un altro pargolo del Caos Finale e progenitore di Shub-Niggurath. In “La ricerca onirica dello Sconosciuto Kadath” Carter precipita dentro un vuoto di oscurità senziente, ma non è chiaro se si tratti della stessa entità.
La Nebbia Senza Nome produsse Yog-Sothoth, il guardiano della soglia, un essere rappresentato come una miriade di globi iridescenti la portata del cui sapere è inarrivabile per chiunque. Yog-Sothoth esiste al di fuori della nostra realtà, ma per poter penetrare in essa sotto certe condizioni tenta di creare degli eredi con donne umane, che poi verranno cresciuti per adempiere al suo volere e compiere i riti necessari al ritorno suo e degli altri Antichi.
Oscurità mise al mondo Shub-Niggurath, spaventosa dea della fertilità, un immondo intreccio di bocche e tentacoli che producono costantemente fetida materia vivente. Il suo culto ha attraversato i secoli, passando per Iperborea Mu e giungendo ai giorni nostri, e interessa anche altri pianeti.
Yog-Sothoth e Shub-Niggurath produssero le oscenità gemelle Nug e Yeb.
Nug e Yeb, “le blasfemie gemelle” sono il parto di Shub-Niggurath e di Yog-Sothoth (Selected Letters 5.875), prodotti nella “nebulosa condannata di Zlykarior”.
Nug è genitore di Cthulhu e Yeb è genitore di Tsathoggua (Selected Letters 4.617) attraverso l’influenza di Yog-Sothoth, e non sono mai vissuti sulla Terra. A dispetto dell’appellativo non sono gemelle, ma hanno tratti che richiamano Shub-Niggurath.
Nug è genitore – udite udite – nientemeno che del Grande Cthulhu, mentre Yeb ha prodotto l’accidioso Tsathoggua.
Tsathoggua è un Grande Antico di indole pigra a metà tra un rospo e un pipistrello di stazza colossale, ricoperto da una fine peluria, che dorme nelle caverne sotterranee di N’Kai.
Noto anche come il Dormiente, si capisce che non è esattamente il ritratto della dinamicità: esso trascorre tutto il suo tempo a dormire e ad attendere sacrifici portati dai suoi cultisti. Comoda la vita!
In “K’n-yan” si racconta di un regno sotterraneo scoperto da un conquistador spagnolo ove si trova un tempio di Tsathoggua convertito all’adorazione di Shub-Niggurath.
Da Tsathoggua deriva un certo Yabou, dal quale deriva Nush l’Eterno: da questi proviene Gilles Grenier, signore di Averoigne, uno stregone menzionato da Clark Ashton Smith in “The Mandrakes”: da costui deriva Hyppolite lo Stregone, antenato proprio di Clark Ashton Smith.
Da Nug nacque Cthulhu, il grande testimone della presenza degli Antichi sul nostro mondo. Un essere di dimensioni mastodontiche il cui aspetto è la tragica somma dei tratti di una piovra, di un drago e di una caricatura umana.
Egli era il gran sacerdote dei Grandi Antichi, un pantheon di creature cosmiche giunte sulla terra quando il pianeta era ancora giovane.
Nel romanzo “Le Montagne della Follia” di Lovecraft gli studiosi che giungono alla città degli Antichi nell’Articolo, dall’analisi dei bassorilievi, apprendono che la civiltà dei Primordiali era in guerra con la progenie di Cthulhu, conflitto che terminò con un tregua e la consegna dei territori marini alla fazione di Cthulhu.
A un certo punto, milioni di anni fa, l’isola di R’lyeh nel Pacifico che ospitava la capitale del regno di Cthulhu sprofondò tra le acque, presumibilmente per un evento naturale oppure per un intervento degli Dei Antichi.
Cthulhu lanciò un incantesimo per preservare lui stesso e i suoi simili in uno stato simile alla morte, fino a quando le stelle non fossero tornate propizie al loro ritorno.
Da allora il Grande Cthulhu ha influenzato i sogni degli esseri umani più sensibili trasmettendo conoscenze sulla reale storia del mondo, per mantenere vivo il ricordo di quelli di prima e ottenere proseliti utili ai propri scopi.
Il culto di Cthulhu è sopravvissuto nei secoli e si è insediato nelle aree remote di tutto il mondo: in Arabia, in Groenlandia, in Louisiana, trasmettendo le antiche sapienze e celebrando sacrifici sanguinosi in suo onore. Questo tempo propizio al ritorno dei Grandi Antichi sarà riconoscibile da un atteggiamento dell’umanità privo di morale e incline alla violenza, mentalità selvaggia che verrà incoraggiata dai Grandi Antichi oltre ogni limite.
Da Cthulhu discende Shaurash-Ho (il Predatore tra le tombe e il Padre dei ghoul), il progenitore della specie dei Ghoul, forse generati unendosi con Bast. Shaurash-Ho, noto anche come Naggob, potrebbe essere stato un Deep Ones. Alcuni identificano Nug come padre dei ghoul, ma siccome questi non ha mai visitato la Terra dovrebbe trattarsi di un titolo erroneo. Non conosciamo nulla del suo aspetto.
Da questi nacque Yogash il Ghoul, che potrebbe trattarsi del primo esponente della specie dei ghoul. Yogash, accoppiandosi con qualche genere di partner umano, dovrebbe avere generato quindi una variante di creature con attinenze con gli umani ma distinte da essi. Egli appare al seguito di Nayrlathotep in “La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath”.
Da questo essere deriva una misteriosa creatura nota come K’baa il Serpente, della quale però non è noto se abbia dei legami con Yig, Padre dei serpenti, e se abbia poteri comparabili a quello dei Grandi Antichi.
Da esso discende Ghoth lo Scavatore, descritto come un appartenente al Piccolo Popolo: egli si accoppiò con Viburnia, un evento che Lovecraft descrive come una tragedia infernale e innominabile.
Ella deriva da L Viburnius Marco e P. Viburnius Manco, che a propria volta discendono nientemeno che da Nyarlathotep, patrono della gens Viburnia della Repubblica Romana. P. Viburnius Marco era un legato della undicesima legione, di stanza a Isca Silarum, un’antica fortezza romana nota anche come Isca Augusta, nell’antica Britannia dell’anno 103.
Dall’incrocio di Viburnia e Ghoth lo Scavatore nacque Llunwy del Galles. Da notare, come riportato nelle Selected Letters, che Lovecraft si reputava inizialmente come un anglosassone puro, ma poi scoprì di avere del sangue gallese nella propria genealogia.
Da Llunwy deriva Owain Gwynedd, il cui nome è evidentemente un riferimento a un omonimo re gallese. Da questi, giungiamo nel corso dei secoli al nostro Howard Phillips Lovecraft preferito.
La portata di queste tremende rivelazioni non può lasciare la mente umana intatta: Lovecraft quindi discende da Cthulhu, Yog-Sothoth, Nyarlathotep e in ultima analisi da Azathoth in persona!
Va bene, bando agli scherzi.
Quello che avete appena letto è la spiegazione dell’albero genealogico di Lovecraft tracciato da lui stesso in una lettera del 27 aprile 1933 diretta a James Morton, e consultabile nelle “Selected Letters of H. P. Lovecraft IV“, page 183, Letter #617 (“Albero di famiglia di Azathoth”; “Genealogia delle Razze Antiche”).
Il tutto è un espediente scherzoso per ricondurre le origini di Howard e del suo collega Clark Ashton Smith ai Miti di Cthulhu ai quali entrambi avevano contribuito, a dimostrazione dell’auto ironia con la quale il Sognatore di Providence trattava le sue creazioni e la sua stessa persona nelle lettere ai suoi corrispondenti.
Da notare che anche Smith produsse nel 1934 in risposta a Barlow una sua versione di albero genealogico delle divinità del Ciclo, ma con entità differenti.