Dettagli
Titolo: “Cronache della Grande Tenebra: Vol. 1: SenzaNome”
Autore: Luca Pivetti
Editore: Autoprodotto
Pagine: 215
Prezzo: 12,48 euro
Sinossi
In un mondo di tenebra e violenza, dove il Male ha già vinto da secoli e nel quale imperversano Divinità Extradimensionali e culti diabolici, un uomo si risveglia all’improvviso in un appartamento completamente distrutto. Non ricorda nulla: non ha memoria di chi sia, di come sia arrivato in quel luogo e cosa sia successo.
Dopo aver rischiato la sua vita durante il primo incontro con alcune delle creature che hanno conquistato la Terra, l’uomo si unisce ad un manipolo di sopravvissuti e insieme a loro parte in una lunga e pericolosa missione di salvataggio. Durante il viaggio l’uomo imparerà, passo dopo passo, che il suo arrivo ha messo in moto una inarrestabile catena di eventi e che il suo ruolo nella vicenda sarà tanto sconvolgente quanto la scoperta dalla sua identità.
Commento
Immaginate: inattesa, inevitabile, mostruosa, la Fine è giunta. I cieli si aprono, e il mondo come lo conosciamo finisce. Il cielo si popola di entità innominabili, dei informi per cui l’uomo è nulla. Il pianeta diventa creta da rimodellare in forme infernali. E per ottocento anni, solo un pugno di esseri umani resiste, perennemente sotto la spada di Damocle dell’estinzione.
E’ questo il mondo in cui si risveglia Senzanome. Come Rick di The Walking Dead, si risveglia su un letto, e nulla sa o ricorda di quanto lo circonda. Anzi, per lui la situazione è ancora peggiore: non solo non ha idea di quel che gli è successo, non sa neanche chi sia. E se non venisse salvato da un drappello di sopravvissuti suoi pari, non avrebbe in mano neanche questo soprannome. Da loro, sconvolto, impara cos’è quel nuovo mondo, finchè il legame di amicizia e di riconoscenza che nasce, non lo costringerà ad imbarcarsi in una dolorosa quest che è anche esplorazione degli orrori di questa inaudita realtà. Per poi giungere al momento in cui qualcuno, per gradi, non comincia a sospettare che Senzanome sia più di quanto egli stesso sospetta…Aspetto che rimanda direttamente ad una seconda parte della storia.
Guardandolo nel suo complesso, Cronache…è un lavoro che assolve assai bene al dovere più importante di un romanzo: farsi leggere, invogliare ad andare avanti, scoprire la storia e il mondo in cui è ambientata. Immaginato a partire da suggestioni che richiamano tanto i film d’azione e horror anni 80 quanto la narrativa lovecraftiana, sa diluirle come si deve, dando in più d’una occasione l’impressione di assistere a scene degne di una serie tv. Una vocazione alla narrazione per immagini che aiuta ad alleggerire quelle situazioni in cui, dovendo per forza di cose accennare alla natura dell’ambientazione, la storia decelera. Ma il tutto, per fortuna, dosato in maniera equilibrata: non ci sono i famigerati e temuti “spiegoni” e l’essenziale del futuro mondo dominato dalle potenze extraumane è appreso dal lettore nel giro di poche pagine, all’interno di episodi salienti e non strumentali.
Stilisticamente, Pivetti si affida a modelli che più che al fantasy, è facile associare all’horror di matrice kinghiana, e per una storia di questo genere, e con le ascendenze suddette, non poteva forse che essere così. Una scrittura semplice, piana, resa familiare da un’impostazione tradizionale. Solo alcuni passaggi descrittivi si affidano ad altre ispirazioni, quelle del weird classico, accennando periodi più complessi, arricchiti di aggettivazioni quasi barocche.
Ovviamente, il maggior pregio del romanzo è dato dalla sua ambientazione. Gli scenari futuribili di una terra martoriata e calcata da creature tanto aliene quanto ostili alla vita donano a ogni pagina la plumbea sensazione di viaggiare in una desolazione infinita, dove ad ogni passo la realtà rischia di collassare per effetto della vicinanza di dèi che sono l’incarnazione di principi incomprensibili e orrendi. I pochi esseri umani che sopravvivono lo fanno nascosti, assediano, perennemente coperti dall’ombra della fine.
Se però lo scenario è di certo il punto di forza delle Cronache…è anche al suo interno che risiedono alcuni difetti di concezione che il lettore attento non può non notare. Considerato che ci troviamo a quasi mille anni da oggi, in un futuro dove il mondo è stato letteralmente ridisegnato dal dito di demoni dal potere indicibile, è incongruente trovare protagonisti che vestono ancora come personaggi di un film d’azione attuale (pantaloni simil militari e canottiera), o addirittura carcasse d’auto, che i secoli avrebbero dovuto dissolvere o rendere irriconoscibili sia materialmente che culturalmente. Soprattutto il fenomeno del sogno, scomparso da centinaia d’anni ed unicum che segna natura e destino del protagonista Senzanome, non dovrebbe poter essere riconosciuto dagli altri, dato che nessuno ne fa più esperienza o ne conosce i segni da ottocento anni, conseguenza metafisica della grande catastrofe. Dettagli che non inficiano il piacere della lettura, sia chiaro, e che per certi versi è quasi naturale non amalgamare del tutto quando si imbastisce un’ambientazione di questa portata, specie in un esordio.
Prima prova che, dunque, risulta molto convincente e gradevole, e capace di attirare una buona fetta di appassionati, grazie alla sua natura ibrida, a cavallo tra romanzo d’azione, horror e fantasy.
Che dire, dunque, se non concludere proclamando Pivetti promosso, e buttarsi direttamente sul secondo capitolo (appena uscito) che promette incubi ancora peggiori!