Dettagli
Titolo: “La Compagnia Nera – Primo romanzo delle Cronache della Compagnia Nera – I Libri del Nord”
Autore: Glen Cook
Editore: Mondadori Collana Oscar Fantastica
Pagine: 302
Data d’uscita: agosto 2021 – Prima edizione originale 1984.
TRAMA
Il Capitano e il Tenente. Ma anche Cerusico, Guercio, Goblin, Elmo, Strozzino, Silente e tutti gli altri. E così che sono noti i mercenari della Compagnia Nera, l’ultima delle Compagnie Libere. Uomini duri, pronti a tutto; fanno ciò che devono fare, incassano la paga. Fine. Non si chiedono chi sia a ingaggiarli, o perché. Se hanno scrupoli, li seppelliscono in fretta, assieme ai cadaveri delle loro vittime. Ma poi succede qualcosa. Sogni premonitori. Voci di antiche profezie. C’è una via di salvezza, forse persino per i feroci soldati della Compagnia Nera. Sempre che riescano a sopravvivere.
L’AUTORE
Nato nel 1944 a New York è uno scrittore molto prolifico con oltre trenta romanzi pubblicati, purtroppo poco conosciuto in Italia per assenza di traduzioni dei suoi libri. È famoso principalmente per le sue opere dark fantasy, in particolare per il ciclo della Compagnia Nera.
Usciti tra 1984 e 1985, i primi tre romanzi della saga sono un’opera di culto nel mondo anglosassone. Con la sua scrittura stratificata, materica, cruenta ma anche pervasa da una vena di umorismo nero, Glen Cook ha segnato un punto di svolta nella storia del fantasy, imboccando una di quelle strade da cui non si torna indietro.
COMMENTO
Cook può essere considerato a ragion veduta tra i capostipiti del fantasy moderno.
Con i suoi scritti sembra voler prendere le distanze da Tolkien, quasi a volersi evolvere dal fantasy classico, per riabbracciare con le giuste distanze il movimento dello Sword & Sorcery.
Tralasciando la guerra di etichette, credo comunque che molti autori divenuti popolari sotto l’egida del Grimdark, da Martin a Erikson, fino ad Abercrombie, debbano molto a Cook (e a Gemmel).
In questa sede mi limiterò a recensire solo il primo romanzo dei Libri del Nord, perché uscì singolarmente e merita un’analisi individuale, sebbene Mondadori abbia pubblicato la prima trilogia in un unico volume in barba alle logiche commerciali, quasi come un meritato tributo a un autore rimasto troppo a lungo lontano dagli scaffali nostrani.
Non avendo la necessitata competenza linguistica non ho mai provato a leggerlo in lingua originale, quindi grazie di cuore alla casa editrice e al magnifico lavoro del traduttore Stefano Cresti.
Diciamo subito che La Compagnia Nera è un romanzo di guerra e sulla guerra.
Fin dalle prime pagine emerge la sua peculiarità stilistica.
L’unico punto di vista è di Cerusico, l’Annalilsta della compagnia: un medico e un dotto, incaricato di ricucire le ferite dei compagni e trascrivere le loro gesta negli Annali; è il depositario della memoria bellica e individuale, perché la prima è imprescindibile da tutti quelli che l’hanno generata e vissuta. Chi entra nella Compagnia deve abbandonare il proprio passato. Nessuno, infatti, ha un nome proprio, ma solo un nomignolo o un soprannome, così conosciamo Capitano, Tenente, Guercio, Tamburino, Goblin, Elmo, Silente e tutti gli altri. A dire il vero, l’autore estende questa regola a tutti i personaggi della storia, come se stessimo leggendo davvero il resoconto riportato da Cerusico, tanto che il testo in terza persona, a volte passa dal passato della narrazione diretta al presente sulle sue considerazioni, sostituendo il tipico pensiero virgolettato. Il cambio di coniugazione verbale riesce perfettamente, è fluido senza essere invasivo o disturbante ed evita l’obsoleto stilema del narratore onnisciente in prima persona.
Un escamotage narrativo che mi ha sorpreso per la sua riuscita e che dona al testo un valore aggiunto letterario.
Veniamo alla storia.
La Compagnia Nera si trova a Beryl, al servizio del sindaco per sedare delle rivolte.
L’arrivo di un Legato dell’Impero per assoldarli segna l’inizio di questa prima avventura e getta le basi dell’ambientazione. Il mondo conosciuto ha subito la Dominazione, un regno del Male sotto il Dominatore e la sua Dama e i Dieci-che-sono-stati-presi, detti Asserviti: arcimaghi molto potenti costretti a servire il Dominatore. Ma il loro regno fu sconfitto grazie alla Rosa Bianca, una fanciulla divenuta generalessa i cui poteri non furono però sufficienti a distruggere il Dominatore, la Dama e i Dieci e allora li aveva sotterrati tutti in un tumulo a nord del mare, sigillato da un incantesimo.
Al momento del racconto, uno stregone ha risvegliato la Dama e i Dieci che, dalla Torre del continente settentrionale, hanno forgiato un nuovo Impero, osteggiato dai Ribelli che hanno formato un enorme esercito sotto la Cerchia dei Diciotto, potenti maghi che hanno intenzione di fermare nuovamente la rinascita del Male.
La Compagnia Nera viene assoldata da chi si rivelerà essere Rubanima, uno dei Dieci, per infoltire le schiere della Dama. Viene permesso loro di rescindere il contratto con il sindaco grazie a uno stratagemma e la presenza di una forvalaka, una specie di bestia mannara inarrestabile.
La forvalaka è l’unica creatura che compare nel romanzo e forse avrebbe meritato maggior approfondimento.
Comunque, dai bravi mercenari che sono per Capitano e i suoi, l’unica parte che conta e quella che paga e accettano il nuovo incarico.
Gli uomini della Compagnia non sono quindi né buoni né malvagi. Sono soldati ed eseguono l’incarico per cui sono pagati. Non ci sono eroi. E i Ribelli non si dimostreranno più buoni o nobili dei loro avversari. Ma presto, durante le prime avanzate e in seguito a causa di alcune battaglie perse, Cerusico e altri si renderanno conto di essere finiti in mezzo a un gioco più grande di loro: alcuni Asserviti competono per il dominio e non sarà così semplice comprendere per chi stiano davvero lavorando.
Le lotte interne tra Rubanima, Zoppo, Mutaforma, Sferzatempeste e gli altri Asserviti coinvolgeranno la Compagnia più di quanto vorrebbe, catapultandola in un ruolo cruciale per le sorti del continente.
Il romanzo alterna episodi bellici a momenti di vita nel campo, tra partite di Tonk (un gioco di carte), agguati e scaramucce. Esilaranti sono i battibecchi tra due degli stregoni della Compagnia, Guercio e Goblin, o gli scambi tra Cerusico, Elmo o Silente.
Cook da prova di saper misurare bene l’ironia e alleggerisce i toni aspri e militari con arguzia.
I personaggi sono sufficientemente caratterizzati, spesso pennellati al solo fine narrativo per non far perdere la centralità di Cerusico nell’evolversi della storia.
Cerusico è un protagonista inossidabile, nonostante l’apparenza mitezza e filtra ogni momento del racconto con il suo carattere affabile e una buona dose di sarcasmo.
L’unico personaggio che tenta di rubargli la scena è Corvo, un nuovo arrivato che per le sue abilità di combattente ottiene subito il rispetto di Capitano che sembra favorirlo. Corvo salva una bambina sorda, Pupilla, che presto diventa la mascotte della Compagnia.
Cerusico e Corvo si trovano coinvolti nella maggior parte delle situazioni pericolose e sono scelti dalla Dama stessa per assassinare Zoppo e poi da Rubanima per eliminare. Raschio, il capo dei Ribelli.
Nella parte centrale del romanzo, l’autore sembra nascondere l’epica, limitandosi a brevi resoconti bellici, ma lo fa consapevolmente, per regalarci verso fine romanzo quasi cinquanta pagine di battaglia serrata.
La magia non viene elaborata, rimane un qualcosa di naturale, quasi istintivo e primordiale.
Gli stessi capi dei ribelli ne fanno uso e i migliori di loro, come Mormora, sono catturati e assoggettati alla Dama al posto di Asserviti caduti. Anche gli scontri magici, benché centrali, rimangono come in controluce.
Mentre c’è un discreto uso di oggetti magici, come tappeti volanti e frecce incantante.
Non c’è volutamente una spiegazione della magia e questa scelta segna un limite che potrebbe svelare l’unica vera mancanza del romanzo.
Se non che l’ambientazione sembra ricalcare quei topoi classici da cui Cook si vuole allontanare.
Allo stesso tempo la caratterizzazione militare traccia un confine labile tra immaginazione e realismo, cercando forse un punto d’incontro non sempre puntuale ma soddisfacente.
Alla fine, rimane però una storia di uomini, con i loro dubbi e le loro debolezze.
L‘aspetto morale è demandato alle scelte dei singoli, mirando nel complesso a dipingere un arazzo di varia umanità. Solo alla fine si svela l’ombra del conflitto interiore, preludio alla redenzione. Almeno per alcuni.
La scrittura di Cook è sobria e potente. Eccelle nelle descrizioni senza dilungarsi troppo e lascia molto spazio ai dialoghi, usandoli sapientemente per non appesantire le spiegazioni.
Forse non ci sono molti colpi di scena, eppure non se ne sente il bisogno e la storia scorre come un fiume in piena verso un epilogo che non cerca di stupire, quanto ad aprire la porta al prossimo capitolo, rendendo ben chiaro che c’è ancora molto da raccontare.
Chiusa l’ultima pagina, non si vede l’ora di leggere i nuovi resoconti di Cerusico e scoprire la sorte degli sgangherati membri della Compagnia Nera.
Bellissima recensione, che dire del romanzo, lo aspettavo da tempo, e dopo 5 anni mi ha fatto tornare la voglia di leggere fantasy
Salve, complimenti per la recensione , completa e esaustiva. Una informazione : sapete se e quando verranno tradotti i restanti volumi di questo ciclo? Grazie
Al momento non si hanno notizie, purtroppo!