Agli inizi di maggio, con un pizzico di spavalderia, ho provato a contattare i Virgin Steele, storica band Heavy Metal di cui si è parlato più volte su Hyperborea, nella speranza che David DeFeis, il tastierista, cantante, compositore nonché fondatore del gruppo fosse in vena di rispondere a qualche domanda per il sito. Risposta affermativa!
Perciò ecco una piacevole intervista in cui DeFeis non si è certo rivelato avaro di risposte. Personaggio sopra le righe, coltissimo, dalla forte ed enigmatica personalità, un musicista che di sicuro, in quarant’anni di carriera, ha dedicato tutto se stesso all’arte con uno spirito sanguigno. Come spesso capita con gli individui di un certo spessore, David DeFeis si è dimostrato estremamente affabile, più che disponibile a condividere un poco della sua personalissima visione, dando a volte la sensazione di avere a che fare con un personaggio uscito dalla penna di qualche autore Sword & Sorcery, pur rimanendo allo stesso tempo una persona alla mano e, soprattutto, appassionata.
A.Z.: Salve sig. DeFeis, prima di cominciare vorrei dire che sono elettrizzato di avere l’opportunità di parlare con lei, anche se solo via e-mail. Grazie per il suo tempo e la sua disponibilità!
DeFeis: Cheers! Il piacere è mio Alessandro… Ti ringrazio per la tua gentilezza, la tua fiducia, il tuo supporto e ovviamente… per le tue domande.
A.Z.: Lei è cresciuto in una famiglia con profonde radici nelle arti classiche, nella musica e nella letteratura dell’antica Grecia e dell’antica Roma. Quale pensa che sia, ancora oggi, l’aspetto di maggior valore nello studiare una cultura di questo tipo?
DeFeis: Una delle cose che ho imparato è che quando studi la Storia… stai studiando il continuum della vita! Inizi a comprendere perché facciamo quello che facciamo oggi… perché crediamo ciò che crediamo… Troviamo le nostre origini nel passato e impariamo che siamo connessi e che possediamo le stesse emozioni, forze e vulnerabilità, passioni e speranze che possedevano i nostri antenati. Il cerchio è senza fine.
A.Z.: Lei ha descritto la musica dei Virgin Steele come “romantica barbarica”. È solo un omaggio all’immaginario Sword & Sorcery? Oppure la intende come una combinazione di pensieri alti e impulsi bassi? Cultura e fisicità? Corpo e anima? Ecc…
DeFeis: L’idea Romantico-Barbarica deriva da come “suona” la Musica (virgolette mie, N.d.R.). Le idee e le ideologie non sono necessariamente intese come una qualche forma di omaggio allo Sword & Sorcery (anche se mi piace quel genere)… Ovviamente quando la gente sente il nome VIRGIN STEELE e mi vede sul palco con una spada in fiamme… pensano immediatamente a quello… ma… c’è molto più di questo. Ciò che significa il termine è che quando sto componendo mi sforzo di combinare elementi di una natura molto “Barbarica”, violenta, e/o ogni tanto primeva o “primitiva” o selvaggia, insieme a elementi di una natura o di una sensibilità “Romantica” o eterea. Per quanto riguarda la musica sono un grande fan della “Scuola Romantica” della Musica Classica del 19esimo secolo, incarnata dai Lavori di Chopin, Liszt, Verdi, Wagner ecc… e mi piacciono anche i poeti “Romantici” del 19esimo secolo come Lord Byron e Shelley, e inoltre la Scuola Simbolista Francese… E d’altra parte ammiro tantissimo il primo Blues, ad esempio quello di grandi artisti come SON HOUSE, ROBERT JOHNSON, MUDDY WATERS, SKIP JAMES ecc… ecc… Aggiungo anche le sonorità tonanti di gruppi come BLACK SABBATH, LED ZEPPELIN, QUEEN e via dicendo… La mia idea è sempre stata quella di combinare gli opposti… fondere insieme cose che si suppone debbano essere drammaticamente contrapposte… persino proibite… con lo scopo di creare un nuovo terzo elemento che precedentemente non esisteva. Questo è ciò che mi sforzo di fare con la musica e con le liriche e anche nella mia vita… e questo è solo un breve assaggio di quello che il termine ROMANTICISMO-BARBARICO significa per me.
A.Z.: Nei suoi lavori lei ha spesso usato le metafore di antichi miti Pagani e Biblici per esplorare problemi “moderni”, come la violenza sulle donne e la prevaricazione del patriarcato. Mi riferisco in particolare al bellissimo album Visions of Eden. Che cosa ci può dire sul processo creativo che l’ha fatta elaborare quel tema e quelle canzoni?
DeFeis: Grazie mille per la tua gentilezza… Dunque… quando uno studia soggetti come la Storia e il Paganesimo finisce senz’altro per imbattersi nelle varie ingiustizie che sono avvenute attraverso le epoche e che stanno capitando e/o si stanno riverberando lungo i corridoi del tempo… Questo mi ha portato ad addentrarmi in un periodo particolarmente cupo nella Storia Pagana quando e dove certe Società Matriarcali, che ruotavano attorno a una discendenza Matrilineale e in cui veniva adorata una Dea, vennero in contatto e poi furono velocemente sopraffatte da determinate tribù che adoravano un Dio maschile; ciò ebbe come conseguenza il caos e un enorme quantitativo di morte e distruzione… al punto che vi fu uno spostamento di paradigma e l’adorazione della Dea dovette diventare clandestina o fu completamente repressa… tristemente… fino ad arrivare al detrimento in cui ci troviamo oggi. Questi racconti hanno fatto risuonare qualcosa in me, ho trovato tutto ciò incredibilmente commovente e ho voluto documentare questa epica lotta attraverso suono e testi . Il risultato di ciò sono stati i Lavori: VISIONS OF EDEN e THE BLACK LIGHT BACCHANALIA. C’è stata anche una “Metal-Opera” basata sulle canzoni tratte da quei due album che è stata rappresentata in Germania, con il titolo “LILITH”. Ho iniziato a comporre questi Lavori come faccio sempre, mettendomi al pianoforte o, a volte, sedendomi con carta e penna nel caso fossero venute prima le liriche. Una volta scoccata la scintilla iniziale o quando è arrivata l’ispirazione… a quel punto il processo per far funzionare tutto quanto al pianoforte viene da sé.
A.Z.: Essendo un attore e (principalmente) doppiatore non posso evitare di rimanere impressionato dalla sua presenza scenica e dalla sua espressività vocale. Qual è il suo approccio alle esibizioni dal vivo? Pensa che contengano una sorta di “caratteristica rituale” e si regola di conseguenza? Oppure ci dà dentro al massimo con potenza e divertimento?
DeFeis: Ti ringrazio tantissimo per le tue forti parole di supporto. Il mio approccio sul palco è sempre stato, come minimo, un’esperienza duplice. Da un lato devo mantenere la mia persona, corpo, mente, voce e via dicendo in forma per poter affrontare il palco con sicurezza, coinvolgere il pubblico e trasmettergli le canzoni. Sì, è “divertente” quando tutto va bene… ma c’è sempre un elemento di solennità. Sul palco mi sforzo di liberare ogni emozione che sento e, in aggiunta, tento non solo di comunicare con le persone fisiche davanti a me, ma mi sforzo anche di entrare in comunione con qualsiasi altra entità, spirito… e compagnia bella, passata, presente e futura che possa essere nascosta ad ascoltare nell’etere… o che risieda dentro di me. Sì, è coinvolto un certo senso di “ritualità”, e intendo questa parola in ogni suo aspetto… mistico o di qualunque altro tipo. Questo approccio è messo in pratica anche in studio di registrazione. Tutto ciò che sento, a cui penso e tutto ciò che faccio sul palco lo utilizzo, gli do vita… e lo evoco anche in studio, in modo che gli album possano essere posseduti e infusi dallo stesso “Spirito della Performance”.
A.Z.: Devo dire che ho notato, negli ultimi anni, che lei ha la tendenza a pubblicare musica che è più vicina a degli album solisti piuttosto che a lavori di una band al completo; per esempio il boxset Seven Devils Moonshine. Anche il contributo di Pursino (storico chitarrista dei Virgin Steele e inseparabile compagno di squadra di DeFeis N.d.R.) in fase di composizione è diminuito negli ultimi album. È perché la sua visione nella musica e nell’arte è diventata qualcosa di più simile a un’esplorazione personale rispetto allo sforzo collettivo di una band? O c’è qualche altra ragione?
DeFeis: La mia visione nella musica, per usare le tue parole, è sempre stata un’esplorazione personale, quindi sin dall’inizio questo non è cambiato. Mi piace davvero collaborare con altri musicisti e lascio sempre un invito aperto a tutti i ragazzi del Gruppo a farsi avanti e a scrivere insieme se lo desiderano, e loro lo sanno. E quando capita… è grandioso. Ma sono perfettamente in grado di scrivere canzoni dall’inizio alla fine e di portarle del tutto a compimento per conto mio. È ciò che ho sempre fatto e che ancora faccio. Scrivo senza posa quindi non c’è carenza di materiale quando arriva il momento di realizzare un album. Edward (Pursino N.d.R.) e io abbiamo sempre avuto una grande chimica sia sul palco che fuori, però la sua disponibilità a una routine fissa e regolare ultimamente non è stata grandissima, ma questo non è un problema né per lui né per me. Ho la fortuna che Edward è tanto felice di incidere le chitarre su una delle mie canzoni quanto lo è di inciderle su una canzone a cui abbiamo collaborato insieme. Vuole solo realizzare un album convincente, non gli importa chi ha scritto una canzone; una cosa piuttosto inusuale tra i musicisti, ed è molto piacevole.
Non capisco bene cosa tu intenda con “album solista”… né so quale sia la tua definizione di gruppo, o la tua definizione di cosa faccia un gruppo, ma se ti stai riferendo all’ampia varietà di stati d’animo e di materiale che si trova in alcuni punti del Box set SEVEN DEVILS MOONSHINE, tutto ciò che posso dirti che ci sono molte frecce all’arco dei VIRGIN STEELE… Apprezziamo un’enorme varietà di stili e ci piace che si riflettano in ognuno degli album. La gente che si appassiona a un gruppo con un certo disco tende a pensare che quel gruppo continuerà a fare album solo nello stile di quel disco in particolare. Questo modo di fare non ha mai funzionato nei VIRGIN STEELE. Facciamo album che riflettono lo stato d’animo in cui siamo nel momento in cui l’album viene realizzato… e ci sforziamo di continuare a esplorare, e questo è il motivo per cui abbiamo delle uscite variegate.
A.Z.: Ha mai considerato la possibilità di esprimersi in qualche altra maniera? Ad esempio scrivendo e pubblicando un libro o una tragedia teatrale? Lo chiedo ovviamente perché lei è già stato coinvolto in qualcosa di simile con l’adattamento teatrale tedesco di The House of Atreus.
DeFeis: L’adattamento teatrale di THE HOUSE OF ATREUS è stata la prima di tre produzioni simili che abbiamo fatto. L’altra è stata LILITH, di cui ho parlato prima; e ne abbiamo fatta anche una chiamata HEL ODER DE REBELLEN, basata sugli album THE MARRIAGE OF HEAVEN & HELL e INVICTUS… Però sì… ho in progetto di scrivere un libro uno di questi giorni basato sulla mia vita nei VIRGIN STEELE, in più probabilmente realizzerò un libro di poesie, e in aggiunta ultimamente il mio altro sbocco creativo è stato realizzare video e documentari delle nostre varie uscite… È una cosa che mi piace immensamente.
A.Z.: Parlando di metafore: sente di aver sconfitto il suo drago personale nella vita? Oppure la battaglia è ancora in corso?
DeFeis: Ne ho sconfitto qualcuno e altri li sto ancora combattendo! La cerca continua!
A.Z.: Questo è uno dei miei crucci: perché i Virgin Steele non hanno mai pubblicato un DVD dal vivo? So che le è già stata fatta questa domanda prima. Ma ricordo che, nel lontano 2002, avete registrato un concerto a Long Island. C’è speranza di vedere mai una pubblicazione di questo tipo?
DeFeis: Abbiamo le registrazioni di parecchi concerti e mi piacerebbe riuscire a pubblicarle un giorno, ma per quanto riguarda un Lavoro immenso come un DVD Storico e un concerto dal vivo… sì, ho in progetto di farlo e sto mettendo insieme materiale di repertorio per questa cosa… Ho solo bisogno di tempo libero dalla realizzazione di album per dedicare davvero a un progetto del genere la mia piena attenzione.
A.Z.: Recentemente ho riletto l’Eneide di Virgilio. In quel Poema gli Dei e gli Uomini sono ugualmente soggetti al Fato, a dispetto delle loro azioni eroiche o feroci. Lo scontro tra Dei e Uomini è uno dei suoi argomenti tipici (specialmente nella trilogia dei Marriage) Lei personalmente crede nel fato? Il messaggio dei Virgin Steele, alla fine, tratta di autodeterminazione?
DeFeis: Riguardo al “Fato”… a volte penso o ho pensato che ci fosse una forza che mi spingeva in una determinata direzione, ma più spesso penso di no… non è “Fato”… ma in realtà solo una forte dedizione personale verso qualsiasi cosa stia facendo o dovunque io stia andando. C’è senz’altro un messaggio sulla autodeterminazione. Io ho combattuto molte battaglie nel mio tempo su questo pianeta e sono sicuro che continuerò a combatterne molte altre. Le mie canzoni hanno sempre qualche elemento della ricerca, la cerca della libertà, quella è un’idea che incombe in modo vasto… Anche la ribellione ha un grande peso nei miei Lavori, e il senso di come riuscire a mantenere l’onore di una persona… e la sua integrità anche di fronte alle avversità.
A.Z.: Questo è tutto, grazie ancora per questa opportunità e per il suo tempo, è stato un piacere! Lascio a lei l’ultima parola, se c’è qualcosa che vuole dire.
DeFeis: Ti ringrazio moltissimo per tutte le tue interessanti domande e la tua meravigliosa, sincera passione… Per me è stato un vero piacere chiacchierare con te!
By the Gods & Goddesses… Cheers, Salute!
David DeFeis – Virgin Steele May 9, 2022