Dettagli
Titolo: “Orrori e Meraviglie a Sesqua Valley”
Autore: Wilum Hopfrog Pugmire
Editore: Dagon Press
Curatore: Adriano Monti-Buzzetti
Genere: Weird
Pagine: 320
Prezzo: 25,00 Euro
Data d’uscita: giugno 2022
Sinossi
Sognante, poetico, sorprendente, inquietante… Orrori e Meraviglie a Sesqua Valley è pieno di storie strane che vi stupiranno. In questa raccolta conoscerete l’universo nascosto di Sesqua Valley, i suoi terrori e le sue arcane magie. Sono racconti pregni d’atmosfera onirica, lovecraftiani ma anche incredibilmente weird, belli e strani in modo conturbante. Le storie di Wilum Pugmire hanno una qualità personale tutta loro, evocativa, lirica e mistica al contempo. Nella cornice di Sesqua Valley, immaginifico fondale delle sue narrazioni, ci vengono presentati vita, morte e miracoli del popolo della Valle, le relazioni, le aspirazioni e i conflitti interni degli abitanti, ma anche le incognite rappresentate da creature esterne che appartengono al pantheon oscuro dei Miti di Cthulhu creati dal maestro di Providence, che Pugmire venerava. In totale dieci storie che vi faranno scoprire e amare la prosa languida, sensuale e sublime di questo scrittore capace di evocare immagini d’incanto ma anche visioni tra le più terribili.
Commento
Pugmire, valente epigono di Lovecraft.
Sarebbe facile imbastire una recensione “d’ufficio” basata solo su quest’assunto che, almeno in parte, inesatto non è.
Ma si farebbe così veramente un cattivo servizio al lettore, oltre che un oltraggio al nome di Wilum Pugmire, che pure – di una simile ascendenza – era umilmente consapevole e grato. E, del resto, le due figure, sono inevitabilmente legate.
Un’affinità elettiva che trascende tanto il tempo quanto la mutevolezza delle circostanze, compresa il trovarsi o meno in quello stato passeggero che è la Vita mortale.
Apparentemente lontani anni luce, Lovecraft e Pugmire sono infatti se non fratelli, cugini, gentiluomini appartenenti al medesimo sodalizio, uniti nella devozione a una estetica che mescola – o riscopre collimanti – orrore, sogno e ironia, tutte componenti privilegiate del viaggio di entrambi attraversi la condizione umana e autoriale.
In questo senso, il volume “Orrori e meraviglie a Sesqua Valley”, curato da Adriano Monti-Buzzetti (per l’occasione nelle vesti anche di traduttore e illustratore), è occasione sommamente propizia, che offre per la prima volta al pubblico di casa nostra la possibilità di scoprire l’inconsueta vita e opere di Wilum Hopfrog Pugmire. E di entrare, per non uscirne forse mai più, fra le ombre fresche e vibranti della Sesqua Valley, dove eterne sentinelle – veri Dioscuri dell’incubo – vegliano i picchi gemelli del monte Selta.
Periferia di quella nera galassia in cui regnano gli dèi extraplanari di H.P.L., la Valle non è però un mero ricettacolo di Paura, ma un luogo dove l’occhio spirituale di Pugmire, coniugando Clark Ashton Smith e la sua ironia macabra, la passione di Tanith Lee nonché il bagaglio poetico di decadentisti e non solo, ha infine creato un duplice varco.
Gorgo divoratore d’incauti, certo. Ma anche utero perennemente pregno di fantasmagoriche malie.
Il ciclo di racconti che gira intorno a Sesqua Valley è un affresco, una narrazione che Pugmire – mormone sui generis, punk, omosessuale, poeta e anima cortese, ha intessuto dosando un goccio di nero in ogni colore, facendo filtrare l’orrore nel cuore della bellezza, laddove la categoria a volte fumosa del semplice Weird si apre con naturalezza su orizzonti disarmanti di poesia.
Ma forse, occorre avvertire chi legge, tutto ciò altro non è che l’esito dell’influenza delle arti nere di Simon Williams, alter ego di Pugmire, stregone, sinistro eremita, e adoratore di quella radice oscura da cui Sesqua trae linfa e accattivante crudeltà: Nyarlathotep, il Caos Strisciante.
Rappresentante ideale di quel sottobosco sempre ai confini della linea di galleggiamento tra notorietà locale e oblio – con una fama giunta in gran parte trippo tardi – Pugmire è stato assieme originale e fiero del suo crescere all’ombra di quel Lovecraft che non ha mai smesso di riverire e rileggere. Eppure, nei suoi racconti emerge palese l’originalità con cui l’ironica malignità del pantheon lovecraftiano rivive nell’immaginare Valle di Sesqua. Non imitatore, non manierista, Pugmire ha “sentito” anch’egli, come il suo maestro, il graffiare delle famigerate ali oscure oltre soglie che non si possono descrivere. E, a modo suo, ne ha decrittato il ticchettare blasfemo. Eclettico per sensibilità, stile di vita e approccio all’arte, Pugmire non ha avuto paura di unire ad un lascito di orrori che troppi stavano trasformando in clichè, una certa sfumatura sensuale, un languido sarcasmo. Non a caso, d’altra parte, aveva scelto per sé il soprannome di Hopfrog, il triste, pericoloso, eppur sorridente buffone narrato da Poe.
Pugmire ha conosciuto, e con pudore accennato vestendoli di forme aliene, certi concreti orrori che affliggono l’esistenza, e li ha messi a dormire sotto la Sesqua Valley. Sono le loro vibrazioni maligne a intessersi col sogno, e a creare la magia che domina quella fetta incoerente e surreale di universo, dove chi entra finisce per dormire per sempre nel Posto Affamato, cimitero di anime.
Passato Oltre, infine ospite eterno della sua Valle, appena due anni fa, Pugmire aveva trovato in S.T. Yoshi, il critico di Lovecraft, un mecenate e un amico, ed è il suo affettuoso ricordo a dirci molto di lui, in chiusura di volume. Fa venire il rimpianto di non averlo conosciuto prima, rendendo l’opera di Dagon Press, editore come sempre encomiabile, ancor più preziosa. Sequa Valley vi aspetta.