Nel Vortice Del Tempo

Ed eccoci a distanza di qualche mese a completare la miniserie Librogame di Oltre l’Incubo. Questo secondo e conclusivo volume, Nel vortice del tempo, inizia esattamente da dove ci eravamo lasciati: vale a dire dal furto della preziosa piramide di cristallo che avevamo faticosamente e inaspettatamente recuperato alla fine dell’avventura Lovecraftiana chiamata Il Regno dell’Ombra.

Gli autori sono sempre Ian e Clive Bailey, così come ai pennelli ritroviamo Jonathan Heap, che tuttavia in questa occasione adotta per le illustrazioni uno stile meno horrorifico e più classico. E proprio come il titolo lascia intuire, questa volta veniamo travolti in una vera e propria girandola di avvenimenti, che ci porterà a spostarci in tanti luoghi diversi e a scoprire misteri legati al passato antico della terra e di altre dimensioni.

Se infatti la precedente missione ci aveva visti impegnati in una storia dalle tinte claustrofobiche chiaramente ispirate a Lovecraft, Nel vortice del tempo si arricchisce di una narrazione di più ampio respiro che include la letteratura gotica e gialla dell’Ottocento, con citazioni e atmosfere che spaziano da Mary Shelley a Conan Doyle. Il nostro protagonista, partito immediatamente all’inseguimento dello zombie che lo ha derubato del prezioso cristallo, si ritroverà a viaggiare in lungo e in largo per l’Europa, l’Egitto e persino per il regno dei morti. Un’indagine da vero e proprio detective condita con un gusto particolare per i macchinari d’epoca e per l’occulto tipico dell’Ottocento e inizio Novecento. Tecnologia rétro e magia, infatti, si sposano alla perfezione nel confezionare un’avventura quantomai divertente e variegata.

Dal punto di vista meramente tecnico l’impianto rimane il medesimo del libro precedente. Con le caratteristiche di Forza, Intelligenza e Abilità a stabilire le qualità base dell’eroe e i valori di Resistenza e Volontà a indicare il suo stato di salute fisica e mentale. Chi avesse terminato con successo Il regno dell’ombra può utilizzare gli stessi valori, magari cercando di migliorarli con un lancio di dadi (accettando però il rischio di ottenere risultati inferiori rispetto ai massimi di partenza) e anche portarsi dietro alcuni degli oggetti recuperati. Il livello di difficoltà si attesta anche in questo caso su un livello medio/basso, con due o tre morti di prammatica prima di portare a termine con successo l’impresa.

La differenza principale consiste nel fatto che gli scontri con i nemici sono alquanto strutturati e descrittivi: non capiterà praticamente mai di dover semplicemente affrontare un avversario confrontando i livelli di Abilità o Forza in una sequenza di attacchi finché uno dei due non muoia. Al contrario: ci verranno sempre date delle scelte, a partire da quale arma decidiamo di usare (pistola, stocco, un oggetto dell’ambiente, un amuleto speciale ecc…), e in base alla nostra decisione verremo rimandati a un paragrafo nel quale verrà descritta per filo e per segno una sequenza di lotta. Una scelta che sposta questo librogame su binari maggiormente narrativi e che denota una cura per il dettaglio non indifferente.

Dovremo di volta in volta mettere alla prova le nostre qualità, e ci verrà spesso data una seconda occasione per rimediare a un fallimentare lancio di dadi prima che sia troppo tardi. Ad esempio se non riusciamo a liberarci immediatamente dalla presa di una specie di rospo gigantesco avremo una seconda possibilità per fuggire, e solo nel caso si fallisca anche la prova d’appello verremo divorati in un boccone. Questa ricchezza descrittiva dei combattimenti fa sì che, anche ripetendo gli stessi scontri, ci possano essere sviluppi ed esiti molto diversi.

La caratteristica principale di questo gioiellino è infatti la grande quantità di parti narrate; c’è molto da leggere, nonostante il non elevato numero di pagine, molto più che in un normale Librogame. La storia è più intricata del solito, tanto che alcuni passaggi non risultano subito chiari, soprattutto se si lascia trascorrere qualche giorno tra una partita e l’altra (cosa che sconsiglio per esperienza personale). Ci sono molti indizi disseminati tra i paragrafi, e a seconda delle scelte fatte se ne possono perdere o trovare di molto interessanti, e cercare di tenere a mente il quadro generale della situazione e delle sue sfumature arricchisce l’esperienza di gioco.

In effetti il passare continuamente da un’ambientazione all’altra, a volte anche in maniera piuttosto brusca, attraverso passaggi dimensionali, dirigibili, risvegli improvvisi in camere sconosciute ecc… può risultare dispersivo e confusionario di primo acchito, ma una volta entrati nello spirito del Grand Tour ci si gode un inseguimento e un’indagine molto divertenti.

Per restare in tema Sword & Sorcery devo dire che questo saltabeccare da un posto all’altro, incluso un mondo infernale con tanto di traghettatore, mi ha ricordato i viaggi di Jirel di Joiry, l’eroina guerriera che nelle sue avventure non riesce mai a restare per più di qualche pagina nel suo mondo di origine! E in effetti anche questo contribuisce al fascino della narrazione.

In Nel vortice del tempo faremo visita nell’ordine: al British Museum, a una casa inquietante in un paesino in provincia di Londra, a Monaco, a un castello misterioso stile Frankenstein, al Cairo e, come detto, al mondo degli inferi. Durante tutti questi spostamenti indagheremo sulle intenzioni del ladro della piramide e scopriremo che un misterioso barone di nome Ausbach, servo di una divinità malefica chiamata Het, è intenzionato a utilizzare il cristallo che ci ha sottratto per aprire un portale che consentirà alla dea di entrare nel nostro mondo e portarvi distruzione.

La piramide di cristallo fu infatti consegnata da Het agli alieni a forma di polipo che abbiamo combattuto nel libro precedente, ma lo schianto della loro astronave senziente milioni di anni fa impedì a Het di attuare il suo piano.

Quando poi, ai tempi dell’antico Egitto, un potente faraone di nome Kefu riuscì a entrare in contatto con Het, ne divenne schiavo e utilizzò i suoi poteri magici per richiamare attraverso varchi spazio temporali il sigillo di cristallo dal Galles alle terre desertiche, all’interno della sua omonima piramide. Tuttavia, la morte di Kefu causò il ritorno immediato del sigillo sotto le montagne del Galles, vanificando ancora una volta i piani di Het.

Se recuperiamo alcuni indizi durante la nostra missione, scopriremo che c’era lo zampino di Aubach già nella nostra avventura nel Galles, e che quindi gli avevamo già messo i bastoni tra le ruote impedendogli di entrare in possesso del prezioso oggetto.

Ad aiutarci nelle nostre indagini ci sarà il sempre fidato Charles Petrie-Smith, e insieme a lui verremo affiancati anche da tale Harold Lathers, figlio di un occultista soggiogato a sua volta dal perfido Ausbach. Proprio con il barone, a seconda del percorso scelto, avremo modo di scontrarci già a metà della missione e scoprire così che conserva ben poco di umano, come tutti coloro che soccombono al potere diabolico di Het. Non a caso la battaglia finale non avverrà su questa terra, ma nel reame della morte, dove si trova il portale che garantirà alla malefica Het l’accesso nel nostro mondo da un’altra dimensione. E anche il suggestivo scontro finale, in accordo con la struttura variegata dei combattimenti, potrà avvenire secondo varie modalità, a seconda delle informazioni e degli oggetti in nostro possesso.

Nell’insieme Nel vortice del tempo è un ottimo Librogame, estremamente ricco, altamente rigiocabile senza essere frustrante. L’unica nota negativa potrebbe essere costituita dall’eccessiva velocità con cui avvengono certi passaggi da un’ambientazione all’altra e, soprattutto, da un finale fin troppo brusco e sbrigativo. Dopo tutto, nel momento in cui abbiamo superato tante peripezie per salvare il mondo, un minimo di gratificazione in più che un misero “finisce così la tua avventura” sarebbe stata d’uopo.

Cionostante questo libro coniuga alla perfezione gli elementi di horror classico con le atmosfere tipiche di inizio ‘900, omaggiando in qualche modo la letteratura del tempo e offrendo alcuni colpi di scena notevoli e una varietà di opzioni davvero non comune. Peccato che la bella collana di Oltre l’incubo terminasse con il presente Librogame e non proseguisse con altre avventure sulla falsariga di questo stile. Ma ci sarà occasione di parlare di altre collane altrettanto, se non più, entusiasmanti.

Tra le leggende egiziane ci sono alcuni racconti di maghi in grado di percorrere grandi distanze in un istante, per mezzo di porte magiche chiamate Thaati. Questo fenomeno viene anche detto ‘viaggiare sulle ali di Horus’. Potrebbe darsi che il ladro, e il suo padrone, abbiano creato una di queste porte nel British Museum.”

Charles Petrie-Smith

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