Dettagli
Titolo: Caccia al Serpente Bianco
Autore: Giulio Costa
Anno di Pubblicazione: 2022
Casa Editrice: PAV edizioni
Pagine: 378
Sinossi
In una terra infuocata da conflitti tra regni, una regina oscura minaccia di conquistare ogni cosa con l’aiuto di creature mostruose asservite al suo dominio. Ignaro della minaccia, Aren, ex guerriero sanguinario ora divenuto mercante, fugge dalla misera viaggiando via mare insieme al servo e i due figli. Cosa significa essere padre? Cosa si è disposti a fare per i propri figli? Mentre l’ombra del Gigante Strangolatore oscura il suo cammino, Aren dovrà versare molto sangue per scoprirlo.
Autore
Giulio Costa, operatore presso una comunità riabilitativa psicosociale, è nato a Torino nel 1991. Appassionato lettore sin da quando era bambino, ha sempre amato il genere fantasy. Nel 2020 apre le pagine Facebook e Instagram de «il fantastico mondo del fantasy» dove recensisce e promuove il fantasy italiano. Caccia al Serpente Bianco è il suo romanzo d’esordio per PAV Edizioni.
Commento
Il mondo è in pericolo e pochi ne sono al corrente.
No, non è esatto esordire così. Forse sarebbe meglio dire che pochi se ne curano. In fondo, perché dovrebbero? Mercenari, voltafaccia, arraffoni. L’impressione, scorrendo le pagine di Caccia al Serpente Bianco, è che il mondo pulluli di gente abituata a vivere arrangiandosi, senza disdegnare di portarsi oltre i labili confini della legge.
È così per tanti. È così anche per Aren di Errot.
Lo incontriamo nei panni di un mercante, diretto a Vanadia per la vendita di un carico di stoffa, insieme ai figli e al vecchio servo Njor, anche se appare chiaro che il suo passato nasconde trascorsi ben diversi. Aren di Errot è un soldato, un uomo segnato dalla vita: la perdita del primogenito sembra aver minato ogni fiducia di prendersi cura del secondo figlio; c’è tanto conflitto nel cuore di Aren e poca voglia di fare pace con sé stesso. I suoi gesti sono bruschi, poco paterni, esprimono rabbia e dolore.
È l’ultimo uomo a cui si affiderebbero le sorti del mondo.
Invece – che beffa! – un’indovina profetizza che proprio lui «l’uomo venuto dal mare» debba far parte del manipolo che tenta di opporsi all’imminente invasione delle forze guidate dalla Strega Zmeya, la Regina delle Ceneri.
«Yem, tu combatti per il regno di Ukmer? Sei un mercenario? Pensi che potrei trovare lavoro anche io?» chiese speranzoso.
Il nano soppesò le sue parole. «Se dai retta a me, giri il cavallo e te ne torni da dove sei venuto», rispose con voce grave.
Aren si sentì schiacciare dall’ennesi peso. «Perché dici questo?»
«Zmeya sta radunando il più grande esercito che si sia mai visto. Scoppierà una guerra e ci spazzerà via tutti.»
Il piano contro la Strega Zmeya viene ordito alla corte di Re Isra di Ukmer, di fronte al quale si è raccolto un gruppo dal sapore tutto tolkeniano: un mago, un nano, una principessa elfica sfigurata, un ramingo cacciatore di mostri e i principi dei regni di Ukmer e Forn. Come nelle migliori tradizioni fantastiche, la quest è la ricerca di un’arma il cui possesso può cambiare le sorti del conflitto. Suo malgrado – e al giusto prezzo – Aren di Errot si unisce al gruppo designato per ritrovare la mitica Scure di Felber. È l’inizio del viaggio, l’inizio dell’avventura. Quali antiche mostruosità tramano alle spalle dei protagonisti? Esiste veramente un modo per sconfiggere Zmeya?
Caccia al Serpente Bianco è il romanzo di esordio di Giulio Costa, pubblicato nel 2022 con l’etichetta PAV Edizioni. Siamo di fronte a un progetto ambizioso, un’avventura orientata all’azione che richiama canoni fantasy consolidati senza tuttavia scadere nell’emulazione dei modelli classici. L’ambientazione che fa da sfondo alle vicende, pur senza offrire elementi innovativi, riesce a soddisfare il gusto per il fantastico grazie a un vasto campionario di creature – coboldi, elfi, nani, gnomi, draghi e centauri, soltanto per citarne alcune – inserito in una cornice medievaleggiante.
L’autore attinge al buon lavoro di world building, ma non si dilunga troppo nel presentarci la propria ambientazione; a farla da padrone è lo svolgersi della storia con un ritmo che raramente lascia al lettore particolari tempi morti. Benché la trama abbia un’impronta molto orientata all’high fantasy, in realtà le scelte operate dall’autore muovono la storia sulla direttrice del sottogenere dark fantasy.
Vediamo più in dettaglio gli elementi caratterizzanti.
Innanzitutto, la schiacciante superiorità delle forze del male.
Il confronto fra gli schieramenti in gioco è impari e la bilancia pende in favore della Strega Zmeya e della galleria dei suoi sottoufficiali. In effetti, il principio del male non ha un corrispettivo nel bene; il romanzo non è la narrazione dello scontro fra luce e oscurità, bensì fonda la trama sul principio di necessità: i protagonisti sono incalzati dalla minaccia incombente e agiscono, ciascuno a suo modo, al fine di preservare sé stessi facendo unicamente appello alle proprie capacità. Questo aspetto è ancor più sottolineato dall’indifferenza con cui i Dodici Dei costituenti il maggiore pantheon di divinità assistono alla vicenda.
[Aren] si sentiva stremato, senza forze. Le mani pulsavano dal dolore e aveva la sensazione di un macigno posato sul cuore. «Gli dei non piangono nessuno, non gli importa di nessuno» sibilò con rabbia, spruzzando saliva.
Queste premesse sono complementari a un secondo aspetto, ovvero l’atmosfera cupa che grava sulla storia. Condottieri cannibali, capi tribali che non disdegnano gli stupri, gnomi ridotti in schiavitù. La violenza è un elemento che vena la storia, ne esalta gli spigoli vivi e rende concreta la minaccia di Zmeya agli occhi del lettore (e dei protagonisti). Il ricorso alla violenza non è vizioso e fine a sé stesso, ma risulta integrato con gli altri elementi della storia, contribuendo complessivamente alla riuscita dell’esperienza di lettura.
Infine, il terzo elemento che chiude il triangolo narrativo sono i protagonisti, elemento-chiave impiegato dall’autore per dare profondità alla narrazione. Pur ammettendo una certa artificiosità nelle modalità con cui il cast viene introdotto nella storia, in realtà la caratterizzazione dei personaggi è un punto di eccellenza del romanzo. I conflitti interni ai protagonisti sono ben tessuti con la trama del romanzo: Aren si lascia coinvolgere nell’avventura unicamente per un tornaconto personale, sebbene la sua scelta abbia il sapore di una fuga rispetto agli oneri familiari; Leofwein, che si unisce al gruppo in rappresentanza del reame di Forn, trasforma il viaggio in percorso di liberazione rispetto ai vincoli di principe cadetto; analogamente, la principessa elfica Rasha, dal corpo trasfigurato a causa di Zmeya e mossa unicamente da propositi di vendetta, è chiamata a mettere in discussione la propria individualità per tornare a fidarsi degli altri compagni. Questi sono soltanto alcuni degli spunti sviluppati, l’elenco dovrebbe essere più lungo e includere gli altri protagonisti del romanzo.
I dubbi, le incertezze e il senso di inadeguatezza che lo avevano accompagnato per tutta la vita cominciarono a schiacciarlo come macigni […] Quel giorno sarebbe morto, oppure avrebbe cambiato la sua vita per sempre. Se fosse sopravvissuto, non sarebbe tornato a essere l’anonimo secondogenito di Re Tamol. Avrebbe trovato la sua strada.
In conclusione, Caccia al Serpente Bianco è un romanzo d’esordio convincente, che valorizza il contrasto fra l’ambientazione violenta e l’umanità dei personaggi coinvolti nella vicenda. Il libro apre le possibilità di una saga dark fantasy promettente, che merita di essere tenuta d’occhio per l’originalità di alcuni temi sviluppati, come il rapporto padre-figlio del protagonista. Rimaniamo quindi in attesa del secondo episodio, con l’augurio all’autore di maturare le scelte operate in questo primo capitolo.
Consigli di Lettura
A chi lo consiglio: a chi ha voglia di scoprire gli autori emergenti del fantastico italiano, a chi preferisce le storie in tinte dark.
A chi lo sconsiglio: a chi non ama le scene crude, Caccia al Serpente Bianco attinge al tema della violenza per valorizzare il riscatto dei suoi protagonisti.
Storie sullo stesso tema: avete finito Caccia al Serpente Bianco e cercate altre storie d’autore su streghe che minacciano il mondo? Darrell Schweitzer è l’autore che fa per voi, immergetevi nel suo fantasy Alla Morte della Dea (qui la recensione)
Storie dello stesso autore: essendo un romanzo di esordio, non possiamo consigliare altri lavori di Giulio Costa. Tuttavia, vi consigliamo un passaggio sulle sue pagine social «Il Fantastico Mondo del Fantasy» per scoprire l’autore in veste di divulgatore.
Multimedia: i rapporti familiari possono essere un fardello per i protagonisti delle avventure fantasy. Un esempio ‘classico’ è la figura di Mordred del ciclo arturiano. Ascoltate il dramma cantato dalla power metal band Blind Guardian nella canzone Mordred’s Song.