Ninja – “Vendicatore!”

Titolo : Vendicatore!

Casa editrice : E. Elle

Anno : 1985

Autore : Mark Smith e Jamie Thomson

Il titolo originale è “The Way of the Tiger – Avenger!” ed è il primo librogame di una collana in Italia uscita col titolo “ninja” e il simbolo della tigre correlato. Si tratta di una mistura di gusto orientale e occidentale, un’avventura fantasy ambientata in un mondo dove le caratteristiche del folklore nipponico nello specifico sono forti e vi sono anche moltissimi riferimenti al fantastico occidentale.

Nell’universo magico di Orb, al centro di un mare che la gente di Manmarch chiama Infinito, si trova l’Isola Mistica dei Sogni Tranquilli. Qui il protagonista viene affidato ai monaci del Tempio della Roccia, orfano, dalla sua governante, in fin di vita a causa di una maledizione, dopo un lungo viaggio in mare. I monaci adorano il dio Kwon – Colui che Pronuncia le Parole del Potere –, il Maestro Supremo del Combattimento senza Armi.

Questa collana di librigame è senza dubbio originale. Oltre ad unire atmosfere e nomenclature fantasy occidentali a paesaggi, ambientazioni e discipline e filosofie orientali, riesce a non perdersi nei troppi riferimenti storici e a creare un mondo del tutto nuovo, mai visto, sconosciuto, dove il lettore può perdersi e giocare con un tipo di combattimento inusuale nella fantasy, per quanto rispetti il canone del librogame in genere.

I duelli sono basati appunto su tecniche ninja. I ninja, termine usato abbastanza impropriamente, sarebbe più corretto denominarli shinobi, erano addestrati secondo un codice, differente tuttavia dal Bushido dei samurai, ed erano spesso usati per compiere missioni segrete, compiti che non potevano essere svolti alla luce del sole, o come assassini e sicari. Dalla storia nipponica giunge il mito dello shinobi che si muove nelle ombre e che cambia addirittura aspetto, sfuggevole come la notte, letale come le tenebre. Seguendo questa fascinazione del folklore e delle radici della storia giapponese Smith e Thomson creano un mondo dove tuttavia i ninja sono idealizzati, anche se in misura minima e più che accettabile, e come avviene ancora oggi anche per i samurai, sono rappresentati più “legali” e “buoni” di quanto essi poi effettivamente siano stati storicamente. Qui però si parla di fantastico, non di storia, l’ambientazione non è nemmeno qualcosa di vagamente ispirato al Giappone, i nomi sono occidentali, e per quanto ci siano molti riferimenti alla cultura nipponica e cinese, come già accennavo poche righe sopra, la mistura riesce a formare un’impalcatura coerente e solida. I monaci hanno un loro codice, una loro via.

Sparirò nella notte; trasformerò il mio corpo in legno o pietra; mi uccideranno più volte, eppure non morirò; trasformerò il mio viso e diventerò invisibile…”

Queste sono le parole del patto. Risentono appunto dell’influenza del mito del ninja che si confonde con le ombre e agisce tramite di esse e attraverso esse, diventando tutt’uno con la notte, con la mancanza di determinazione degli oggetti e dei volti, sprofondando nel nulla e usando le caratteristiche delle tenebre a proprio favore, sfuggendo così addirittura alla morte stessa.

Uno shinobi in realtà deve essere scaltro e capace, già dalle prime pagine del libro ci vengono presentate le varie mosse corpo a corpo che il protagonista può usare e le armi da ninja che sono disponibili, tra cui i classici shuriken, armi da lancio, la polvere accecante, e altri strumenti inventati apposta per il librogame. La tabella delle mosse comprende Calcio del Cavallo Alato, Calcio della Tigre che Salta, Calcio del Fulmine a Forbice, Pugno di Ferro, Colpo della Zampa di Tigre, Colpo del Cobra. Vi sono anche delle prese e delle mosse più complicate che assomigliano più a figure delle arti marziali vere e proprie tra cui l’Atterramento a Mulinello, la Coda di Drago e i Denti di Tigre.

La cura dei dettagli, come per la collana di Lupo Solitario, è impeccabile e impressionante.

Il protagonista ha una voglia a forma di corona della quale la vecchia governante gli aveva sempre raccontato avere un significato mistico. Ogni qual volta viene rivolta ai monaci del Tempio della Roccia qualche domanda sulla voglia, loro rispondono di pazientare e meditare. Tuttavia si intuisce abbastanza chiaramente che il protagonista sia speciale, poiché viene adottato dal Maestro più importante del Tempio, Naijishi, Gran Maestro dell’Alba.

La formazione del personaggio avviene nell’introduzione, affinchè il gioco sia più scorrevole e ci sia permesso immediatamente di essere già un ninja addestrato e pronto al combattimento.

Il Gran Maestro dell’Alba viene ucciso da Yaemon, un Gran Maestro del Fuoco giunto sull’isola che si era finto seguace di Kwon, quando invece è adoratore del dio Vile, l’esatto contrario di Kwon, rappresenta il potere senza alcun controllo, la superbia, la supremazia dei più forti contro i più deboli, la corruzione dell’animo umano, non serve un bene superiore, segue solo un potere sempre più grande e un’ambizione maggiore.

Yaemon ruba le pergamene di Kettsuin dal Tempio della Roccia, e il ninja della Via della Tigre, che saremmo noi lettori e giocatori, giura vendetta perchè amava Naijishi davvero come un padre.

L’incipit della trama è solido e convincente, è “giusto” per così dire per il tipo di avventura che attende il lettore.

Non mi dilungherò troppo sulle meccaniche specifiche di gioco, ma è giusto menzionarne alcune, tra cui la Shurikenjitsu, l’abilità con gli shuriken, la morte apparente, l’intercettazione che permette di deviare o addirittura di afferrare in volo frecce o lance, l’evasione che consente di slogarsi le giunture per passare in spazi angusti e stretti, oppure per fuggire o nascondersi. Vi sono poi gli aghi avvelenati, tipico strumento ninja, scassinare serrature, e fin qui nulla di nuovo, e arrampicarsi e la capacità acrobazia che consente al protagonista di saltare e muoversi con l’agilità e la velocità che gli shinobi hanno nell’immaginario collettivo. Storicamente sono figure controverse, ma gran parte di tutto ciò che si può filtrare dal mito e dalla tradizione folklorica, è effettivamente vicino alla realtà. Erano combattenti letali, molto abili, eseguivano addestramenti durissimi, la disciplina è una caratteristica che accomuna tutte le arti marziali orientali. Si tratta di una disciplina che parte innanzi tutto dalla mente, per poi poter gestire al meglio il corpo e le sue potenzialità, nel presente, nella quiete dell’animo e della mente.

I dettagli del librogame, come scrivevo, sono senza dubbio ben curati. Durante il giorno, alla luce del Sole, infatti, interpreteremo i panni di un semplice viaggiatore, durante la notte, iniziano le missioni da shinobi e l’atmosfera si trasforma completamente.

Uno strumento utilizzabile interessantissimo è un tubo di bambù che permette di restare nascosti sott’acqua e di poter respirare. Vi sono poi lastre di ferro sotto le maniche del costume ninja che permettono le parate. E’ molto interessante anche il Sangue di Nil, il veleno più letale del mondo di Orb, poiché è estratto dal pungiglione di uno scorpione figlio del dio Nil, Bocca del Nulla.

E’ molto bello il fatto che gli autori abbiano adattato l’orientalismo a un gusto occidentale, inventando un vero e proprio mondo e un pantheon di divinità che non si rifanno né per nomenclatura né per caratteristiche alla mitologia giapponese. Paiono divinità molto più legate al concetto di Legge e Caos di Michael Moorcock, un concetto che è ripreso pari pari in Dungeons & Dragons e in molti giochi di ruolo.

In questo libro game gli autori probabilmente hanno voluto mantenere una componente molto forte di gioco di ruolo, rimanendo sui binari di ciò che nel 1985, anno di uscita del primo numero della collana, andava per la maggiore. Questo non è un difetto, è una caratteristica pura e semplice, che rende l’universo di Orb ancora più appetibile, secondo me, in quanto sappiamo che stiamo esplorando un mondo del tutto nuovo, non una rivisitazione del Giappone storico delle guerre tra signori feudali, per quanto vi siano forti riferimenti a quei periodi storici della terra del Sol Levante.

La serie originale comprende sei libri : Avenger!; Assassin!; Usuper!; Overlord!; Warbringer! e Inferno!

Consiglio vivamente ai lettori di dare un’opportunità a questa collana molto originale e divertente. Con un amico, scherzando, dissi che si trattava di un “Sekiro – Shadows Die Twice” ante litteram, riferendomi al videogioco uscito pochi anni fa con protagonista appunto uno shinobi, nel quale le scelte che il protagonista compie influenzano i finali e lo svolgimento della trama del gioco, proprio come un libro game, ma in una maniera meno ruolistica rispetto ad altri videogiochi dell’ultimo decennio.

Ringrazio i lettori e rimando all’articolo su un’altra collana di librigame molto più famosa e che ha acquisito nel tempo un sentore quasi leggendario, parlo di Lupo Solitario, e se si parla di librigame, Lupo Solitario è quasi sinonimo di librogame, in questo pezzo fornisco una presentazione del primo libro della saga, “I Signori delle Tenebre”.

Lupo Solitario – “I Signori delle Tenebre” (hyperborea.live)

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