SCRIVERE FANTASY E NON… INTERVISTA A LUCA MAZZOCCO

Ho avuto occasione di fare quattro chiacchiere con il simpatico, vulcanico (e nerdissimo) Luca Mazzocco, giovane sceneggiatore e narrative designer con all’attivo un numero già impressionante di progetti e collaborazioni. È stata l’occasione, oltre alle domande di rito, per esplorare un pochino la realtà della scrittura professionale in ambito fantastico applicata ai vari media (libri, fumetti, giochi di ruolo, videogiochi ecc.) su suolo italico. Buona lettura!

Prima una bio del nostro ospite:

“Classe 1988. Dopo il liceo scientifico ho deciso di assecondare la mia grande passione e di iscrivermi alla Scuola Internazionale di Comics di Padova. Dopo aver attraversato indenne i corsi di Fumetto e Sceneggiatura, nel 2015 vinco la menzione speciale al Treviso Comics Book Festival e arrivo in finale al concorso di fumetto indetto in occasione del Lucca Comics & Games. Successivamente ha inizio la mia collaborazione con Geo World per la scrittura della serie a fumetti dedicata al Dr. Steve Hunter (Fossil World) e con Aurea Editoriale per Lanciostory e Skorpio. Redattore per Gameplay Café e NerdMovieProductions, sono diventato caporedattore della sezione Videogames di BadTaste.it

Nel 2018 ho fondato insieme a Giuseppe De Iure e Jacopo Schiavo Wahtari Studio, realtà attiva nel campo dello storytelling visivo, tramite la quale abbiamo collaborato con Amazon Prime Video, Wizard of the Coast, Sergio Bonelli Editore, Hive Division e moltissime altre realtà italiane ed estere. Dal 2016 insegno alla Scuola Internazionale di Comics di Padova nel corso di Sceneggiatura e in quello di Game Design, di cui sono anche coordinatore. Nello specifico mi occupo della sezione dedicata al Narrative Design, che tratta la scrittura all’interno del linguaggio videoludico, e della comprensione del mercato, con l’analisi e l’evoluzione di uno dei media più importanti degli ultimi anni.”

AZ
Ciao Luca, grazie di aver accettato di rispondere a qualche domanda!

LM
Ciao, Alessandro! Per me è solo un grandissimo piacere! Grazie a te per questa splendida occasione di chiacchierare di storie e di scrittura!

AZ
Tu sei uno sceneggiatore di fumetti, insegni, scrivi articoli e recensisci videogiochi, hai all’attivo Librogame e giochi di ruolo. Come concili tutti questi impegni? Pensi sia importante spaziare da un medium all’altro?

LM
Bella domanda. Risposta poetica: sin da piccolo sono stato costantemente bombardato dalla cultura nerd e me ne sono rapidamente innamorato. L’unico problema? Le giornate di 24 ore non bastavano per leggere abbastanza libri/fumetti e per giocare alla miriade di videogiochi offerti dal mercato. Con il passare del tempo ho deciso che tutte queste passioni non potevano essere “solo” passioni. Dovevano diventare un lavoro. Piacendomi di tutto, ho quindi deciso di scrivere di tutto. Ed eccomi qui. Risposta realista: in Italia, se non sei uno tra i “big”, non puoi arrivare a fine mese scrivendo semplicemente un libro o un fumetto. C’è bisogno di dedicare anima e corpo a questo lavoro per raggiungere uno stipendio tale da pagare le bollette. Detto questo, se mi chiedi come faccio a conciliare tutti gli impegni, ho una sola risposta: dormo 4 ore a notte.


AZ
Vista la tua esperienza, come consideri lo stato di salute del fantasy in Italia? Parlo soprattutto dal punto di vista di chi deve camparci come scrittore. L’impressione è che sia un mercato interessato ad autori già affermati o comunque “pompati” da altri media, come serie TV o videogiochi.

LM
Come ti anticipavo poco fa, è il mercato della scrittura in generale il vero problema. La gente legge sempre meno e sembra esistano più scrittori che lettori. Per quanto riguarda il fantasy, si aprono tendenzialmente due strade: da un lato gli autori già affermati come dici tu, dall’altro le produzioni indipendenti. Mi riferisco a quelle realtà editoriali che permettono alle persone di stampare le proprie opere, senza però avere una vera distribuzione in libreria. Un vero peccato, vista la qualità di alcune di queste storie.

AZ
In genere che consigli dai ad aspiranti sceneggiatori/sceneggiatrici?

LM
Il consiglio più grande è quello di alimentare quotidianamente la propria passione. Di abbracciarla e di diventare un tutt’uno con essa. Senza quel fuoco che ti permette di superare i numerosi “NO” e tutte le difficoltà di questo mestiere non si può raggiungere alcun risultato. Scrivere non è una gara di velocità o di bravura. È questione di resistenza.

AZ
Sei tra i creatori di un gioco di ruolo horror-fantasy: Nightfell! Ce ne vuoi parlare? Come è nato? Quali sono stati finora i riscontri di pubblico e critica?

LM
Nightfell nasce dalla mente di Angelo Peluso, illustratore e concept artist che vanta collaborazioni con Italia ed estero. Siamo amici ormai da diversi anni e quando questo progetto è partito, mi è stato proposto di collaborare per quanto riguarda il comparto narrativo. Si tratta di un GDR di stampo cartaceo, in stile Dungeons & Dragons, dove le atmosfere dark fantasy si fondono con il folklore italiano. Quasi tutte le creature provengono dal nostro passato che, purtroppo, spesso ignoriamo. Diciamo che l’approccio al world building è simile per certi versi a quello utilizzato da Andrzej Sapkowski per la serie di The Witcher, che pesca a piene mani dalla tradizione polacca. Fortunatamente il prodotto è stato un successo di pubblico e di critica, quindi non possiamo che esserne assolutamente soddisfatti.

AZ
Negli ultimi anni stiamo assistendo a una specie di revival dei mitici Librogame. So che anche tu ti sei cimentato nell’ambito. Che tipo di Librogame hai scritto, che esperienza è stata?

LM
Sono da sempre un grande amante dei Librogame perché riescono a mescolare due mie passioni: la narrativa e la possibilità di interagire con il mondo in questione. Ride Infinity, in uscita tra poco più di un mese (l’intervista risale ad agosto Ndr.), è un thriller su ruote ambientato nello stesso universo narrativo del film Ride, diretto da Jacopo Rondinelli e scritto dal trio Fabio Guaglione, Fabio Resinaro e Marco Sani. Non voglio rivelare troppo della trama, ma diciamo che la storia narra di un uomo senza memoria costretto a confrontarsi con il proprio passato. Ride Infinity è un’opera atipica, che ho deciso di creare per fondere alcune meccaniche provenienti dal mondo dei videogame e creare così qualcosa di nuovo. O almeno, questo è quello che spero di essere riuscito a fare nelle quasi 600 pagine del volume pubblicato da Need Games.

AZ
Dal punto di vista della stesura quali sono le differenze principali tra lo scrivere un Librogame, un gioco di ruolo o un semplice romanzo? Il punto di partenza è sempre lo stesso?

LM
Nonostante tutto parta comunque da una “semplice” idea, l’approccio al lavoro è completamente diverso. Scrivere una storia dove c’è un rapporto unilaterale tra autore e fruitore è senza dubbio più facile, perché sei tu alle redini del racconto. Sei tu che decidi chi vive, chi muore e, più in generale, il ritmo della storia. Quando il fruitore, invece, diventa co-autore, potendo prendere parte allo sviluppo narrativo, le cose si complicano. Bisogna prevedere tutte le variabili e fare in modo che, qualsiasi piega prenda il racconto, rimanga sensato e appagante. È come scrivere diversi romanzi tutti insieme e poi intrecciarli tra loro. Per farti un esempio, Ride Infinity ha 30 differenti finali, quindi stiamo parlando di una moltitudine di combinazioni da pensare prima di appoggiare la penna sul foglio e scrivere. È scrittura, ma anche matematica.

AZ
In un contesto di grande espansione del mercato dei videogiochi perché pensi che ragazzi e ragazze si appassionino ancora ai giochi da tavolo, ai Librogame e ai giochi di ruolo?

LM
Guarda, penso lo facciano perché si tratta di opere completamente diverse tra di loro. I videogiochi sono senza dubbio tra le opere più complete, perché presentano le meccaniche dei Giochi da Tavolo, la narrativa dei Librogame e la personalizzazione dell’esperienza dei GDR cartacei. Allo stesso tempo, però, i Giochi da Tavolo permettono alle persone di incontrarsi di persona e passare ore sedute al tavolo per “socializzare”. I Librogame utilizzano un lessico narrativo unico, vicino alla letteratura classica. I GDR danno più libertà creativa di qualsiasi Videogame sulla faccia della Terra. Il mondo è bello perché è vario, dopotutto.

AZ
Hai dei numi tutelari, degli autori che ami particolarmente leggere? Sia in ambito fumettistico sia letterario.

LM
Una miriade, in verità. Per quanto riguarda i fumetti, Mark Millar è senza dubbio il mio punto di riferimento. Questo perché riesce a dare vita a moltissimi progetti, che partono da un’idea folle per poi vederla trasposta in diversi media. Nel mondo letterario, invece, sarò banale ma senza dubbio Stephen King. Amo come riesce a trasmettere emozioni attraverso le sue storie e come caratterizza i suoi personaggi. Un vero maestro. Mi sento poi in colpa a non citare autori del calibro di Tolkien, Herbert, Gaiman o Joe Dever, ma lo spazio è tiranno e ho già abusato della pazienza dei lettori di Hyperborea!

AZ
Ti va di darci qualche anticipazione sui tuoi prossimi progetti?

LM

Certamente, per quanto possibile. Quello che vedi sulla mia fronte non è un bindi indiano, ma il mirino dei cecchini! Al momento continuo a spaziare attraverso vari linguaggi. Sto scrivendo un fumetto fantasy (presto sarà ufficiale, ma non posso ancora dire nulla), un romanzo e un videogioco. Nel frattempo ho messo in pre-produzione altri cinque progetti, in modo da poter partire con nuovi lavori non appena finisco questa tornata di opere. Recentemente ho inoltre aperto un canale Twitch, dove chiacchiero con i miei follower di videogiochi e dove, con cadenza quindicinale, ospito autori provenienti da diversi ambiti: sound design, concept art, modellatori 3D, doppiatori. A proposito: sentiti ufficialmente invitato!

AZ
Senz’altro! Intanto ti ringrazio
 per il tuo tempo Luca, a te l’ultima parola.

LM
Grazie mille a te per questa splendida chiacchierata e a tutti i lettori per essere arrivati in fondo ai miei sproloqui. E un grande “in bocca al lupo” per tutti i tuoi progetti!

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