Recensioni: “Architettura dell’Ucronia” di Massimo Acciai Baggiani

Dettagli

 

Titolo: Architettura dell’Ucronia”

Autore: Massimo Acciai Bagnani

Editore: Solfanelli

Collana: Micromegas

Genere: saggistica

Pagine: 168

Prezzo: 13,00 Euro 

Data d’uscita: giugno 2022

 

Sinossi

Se la stesura di un romanzo ha in sé qualcosa di architettonico, perché si tratta di creare un mondo, quasi un grande edificio abitato da protagonisti e comprimari; se la creazione di un romanzo di fantascienza è ancora più architetturale, perché il mondo che viene inventato è diverso, poco o tanto, da quello che conosciamo; si può dire allora che la scrittura di un romanzo ucronico è architettura al cubo, perché il mondo da creare è diverso dal nostro anche nei fatti storici; siamo quindi in piena terra incognita ed è necessario dare al lettore le giuste coordinate perché riesca a seguire una vicenda impossibile fin nelle premesse come se leggesse un romanzo tradizionale.
    Occorre, dunque, una struttura più che solida. E non è affatto un caso che Pierfrancesco Prosperi, il decano degli scrittori ucronici italiani, eserciti da oltre mezzo secolo la professione di architetto. In queste pagine il lettore potrà conoscerlo sotto vari aspetti: attraverso le recensioni del curatore del volume, Massimo Acciai Baggiani, dei suoi romanzi più significativi; attraverso una lunga intervista; attraverso qualcuno dei suoi racconti meno noti; attraverso, infine, il ricordo di alcuni prestigiosi compagni di viaggio che lo hanno affiancato in questa lunga cavalcata letteraria.

 

Commento

Quando dalle nostre parti (parti letterarie, s’intende, ma in effetti anche geografiche) sento qualcuno lamentarsi di non riuscire a recuperare della sana fantascienza di solido impianto, domando sempre se fra i suoi scaffali riposi per lo meno qualche volume di Pierfrancesco Prosperi, e – se così non è – alla merita rampogna segue l’invito a procurarsene quanto prima qualcuno. Quale? Non c’è bisogno di consigli specifici: nei sessant’anni (avete letto bene, sei decenni) di carriera narrativa, Prosperi ha infatti declinato la fantascienza in tutti i modi possibili, dalla favorita linea ucronica a quella orrori fica, a quella dichiaratamente distopica fino a sfiorare il thriller. E dunque ce n’è davvero per tutti.

A dare conto di una simile messe, e della inesauribile creatività di Prosperi, è ora il volume “Architettura dell’Ucronia”, pubblicato da Solfanelli a cura di Massimo Acciai Baggiani.

Un lavoro che unisce dato biografico, crestomazia di racconti, visione critica e ricordo personale. Un gran Caleidoscopio, insomma, che ha il merito di recuperare a tutto tondo la figura di Pierfrancesco Prosperi, delineandola sullo sfondo dello sviluppo della sci-fi italiana, dei suoi dibattiti (e polemiche) infra genere. E dandole il lustro che, al di là di una carriera che parla da sola per continuità e risultati, è bene funga da termine di paragone per i novelli accoliti della narrativa che Umberto Eco (citato in esergo) definiva “dell’ipotesi, della congettura o dell’abduzione”.

Una pubblicazione che tuttavia sfugge al tranello della celebrazione a tutti i costi, perché la lunga intervista concessa da Prosperi a Baggiani costituisce una vera e propria esplorazione critica, una ricognizione per interposta persona, di cosa significhi fare fantascienza, pensarla oltre che scriverla, e porla in relazione con un Reale che in fondo non è che una delle sue possibilità, nella quale casualmente ci troviamo. Si tratta questo di un gran pregio, che sposato alla cura con cui sono stati ricostruiti i dati biobibliografici e l’avventura autoriale di Prosperi, mostra come sia possibile uscire, quando si tratta di autori nostrani, da certa approssimazione di stampo amatoriale, che anche in ambienti editoriali in teoria dedicati proprio a questo, alligna come un vizio difficile da soffocare.

Principale, tra i molti temi affrontati, è quello dell’Ucronia, presente fin dal titolo e meritevole di menzione specifica. Sono infatti numerose le storie (racconti e romanzi) che Prosperi ha scritto affascinato da presenti o futuri diversi (in quantità e qualità variabili) da quelli reali o prevedibili: dalla classica “morte di Hitler” a Firenze capitale d’Italia non più temporanea, dall’islamizzazione clamorosa de “La moschea di San Marco” alla vicenda di “Garibaldi a Gettysburg”. Universi paralleli, a volte. Altre, semplicemente evoluzioni mai realizzatesi (non qui, almeno. Non ora) del nostro.

Tutte visioni che è facile ricondurre a un flavour dickiano, per indicare un termine di paragone noto, ma meno allucinate, e forse più plausibili di quelle dell’autore de “La svastica sul sole”. E’ in quest’ambito che Prosperi ha dichiaratamente dato il meglio di sé, non curandosi da porre un limite alla speculazione che parte da un semplice “ e se…?”, ma soprattutto sviluppando gli spunti oltre il banale effetto sorpresa oltre il quale troppe penne non sono mai andate. Abbastanza da farne il decano, come lo definisce il libro, di tutto il genere ucronico nostrano. Se a coloro che ancora si lamentano tutto ciò par poco…!

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