Ben ritrovati a un nuovo approfondimento sulle opere di Robert Howard.
Non molti sanno che il bardo di Cross Plains si è cimentato anche nel genere della fantascienza interplanetaria: ma, considerando la strabiliante varietà di generi letterari da lui toccati, sarebbe stato strano che non vi avesse mai messo penna.
Almuric è l’unico romanzo di fantascienza di Robert Howard, più precisamente del sottogenere “planetary romance” al quale appartiene anche John Carter di Marte di Edgar Rice Burroughs.
La storia venne serializzata su Weird Tales a partire dal maggio 1939.
In questo genere di storie i personaggi si trovano a vivere avventure in mondi fantastici ricchi di pericoli dove devono fare affidamento sulle proprie doti fisiche e mentali per sopravvivere e superare le difficoltà. L’aspetto scientifico è del tutto secondario rispetto al lato avventuroso; in genere in queste storie lo spostamento dei personaggi verso un altro pianeta non viene spiegato oppure viene giustificato tirando in ballo mezzi un po’ fantastici e un po’ tecnologici come il viaggio astrale.
Le storie di questo genere, sebbene appartengano al novero della fantascienza, toccano temi collaudati della letteratura fantastica dell’era pulp, con il solo cambiamento di ambientazione: abbiamo spesso quindi mostri terribili, combattimenti all’arma bianca, belle principesse da salvare, ma senza i limiti dettati dalla storia e dalla geografia terrestre.
In Almuric l’autore esplora il suo tema tanto caro dell’individuo che, represso dai blocchi della società, trova finalmente se stesso nella visione della vita libera e selvaggia. Così come Conan il cimmero rifiuta le comodità e l’ipocrisia della civiltà, anche Esaù Cairn è insofferente del magheggi perpetrati dai potenti e delle limitazioni che deve imporre alla propria forza, che sembra essere adatta soltanto a un mondo più barbaro e primitivo di quello nel quale è nato.
Contesto perfetto per lui è quindi il pianeta Almuric, un mondo dominato dalle leggi della natura dove chi sopravvive lo fa in virtù della propria forza, e la vita è libera dagli ideali che portano false speranze e sofferenza. Un mondo duro ma semplice, per certi versi più giusto data l’onestà dei barbari, nel quale sicuramente l’autore avrebbe preferito vivere rispetto al nostro.
Essendo stato pubblicato dopo la morte dell’autore, si sospetta che possa non essere del tutto frutto della penna di Howard, date alcune inconsistente con il suo solito stile; potrebbe trattarsi quindi dell’opera di un altro scrittore realizzata a partire da una sua traccia.
La Marvel Comics nel 1980 ne ha realizzato una versione a fumetti con testi di Roy Thomas e disegni di Tim Conrad, ristampata nel 1991 dalla Dark Horse, che ebbe un seguito: Ironhand of Almuric.
Almuric il Pianeta Selvaggio – La Storia
Esau Cairn – come molti dei personaggi howardiani – è un uomo agile e possente, al punto da sembrare un individuo collocato in un’epoca alla quale non appartiene. La sua forza è tanto grande che deve trattenersi per non fare del male al prossimo, ma questo non gli riesce sempre facile. Sin dalla giovinezza infatti incidenti legati alla violenza hanno minato il suo percorso di vita.
Un giorno si trova invischiato in un crimine a causa di un corrotto politico locale. Per sfuggire alla forca, chiede aiuto a uno scienziato il quale con un processo scientifico lo spedisce sul selvaggio pianeta Almuric, in grado di accogliere la vita.
Grazie alle proprie poderose abilità sopravvive allo stato brado cacciando le pericolose bestie: scopre anche che il pianeta è abitato da esseri umani pelosi aggressivi, ma riesce a sconfiggere uno di questi e a sottrarre le sue armi.
Giunto nei pressi di una città viene catturato dai suoi abitanti, i quali si stupiscono molto del fatto che un uomo – al loro confronto, molto imberbe – sia sopravvissuto fuori dalla “fascia”, il confine con la zona del pianeta dove dimorano le razze provenienti da altri mondi. Inoltre scopre che in quel pianeta, siccome la vita si è sviluppata come sulla Terra, può capire la lingua degli abitanti, sebbene non parlino inglese.
Una giovane donna di nome Altha lo prende in simpatia e chiede di risparmiare la sua vita. Al termine di un agguerrito processo viene accettato dalla città di Koth, che quindi per lui costituisce un salto dalla vita bestiale su Almuric a una civiltà barbarica.
Vive così per un certo periodo con i Guras sotto il nome di “Mano di Ferro” per via delle proprie abilità con i pugni. I Guras hanno tradizioni particolarmente barbare ma se non altro sono onesti e coraggiosi, un contesto al quale sente di appartenere più che alla civiltà del XX secolo terrestre.
La donna viene rapita dagli Yagas, neri esseri umanoidi alati più maligni dei Guras, che la portano alla loro città, Yugga, nella terra di Yagg. Cairn la segue e viene catturato dalla loro regina, Yasmeena, adorata come una dea, la quale è incuriosita da un simile uomo senza peli.
In quella città le donne sono potenzialmente più forti degli uomini ma alla nascita vengono private delle ali, privilegio che può mantenere soltanto Yasmeena.
Yugga si rivela un vero e proprio inferno ove le schiave possono essere smembrate e finire in pasto per i loro padroni. La città sorge su una terra dove un tempo risiedeva una razza antichissima che eresse le città di marmo ora in rovina.
Fingendosi ubriaco, Cairn apprende che Altha è prigioniera con altre vergini destinate a essere sacrificate nel corso della cerimonia della Luna alla lussuria degli officianti, che serve a Yasmeena per affermare il proprio dominio.
Riesce quindi a trovare un passaggio per scendere lungo la roccia di Yuthla verso il tempo degli Akkas nella città sottostante, e a catturare una sentinella alata che lo conduce fino al territorio di Koth, dove incontra i suoi vecchi compagni.
Con questi guida un assalto di novemila uomini alla città degli Yagas per liberare Altha e le altre prigioniere. Yasmeena, messa alle strette, scatena il suo asso nella manica, “l’orrore finale” di origine preumana. Un essere più grande di un elefante, simile a una colossale lumaca ricoperta di tentacoli, i quali emettono scintille distruggendo ogni cosa. Cairn lo affronta coraggiosamente per salvare gli altri esseri umani e riesce a ucciderlo.
Sopravvive così allo scontro e assiste alla liberazione delle donne prigioniere, alle quali viene concesso di vivere nelle città di loro scelta.
Ora Cairn può vivere felicemente con Altha, in una vita semplice dove le uniche battaglie sono quelle contro le forze della natura, nella speranza di trasmettere qualche stilla di civiltà terrestre a quel mondo arcaico e selvaggio…