Recensione: CONAN IL CIMMERO – L’Ombra che Scivola

Conan è il personaggio simbolo del sottogenere sword and sorcery (spada e stregoneria), nato dalla fervida immaginazione di Robert E. Howard, che dal 1932 al 1936 regalò ai lettori della celebre rivista americana Weird Tales uno degli eroi più originali e sconvolgenti del Novecento.

STORIA

Dopo essere sfuggito allo sterminio dell’esercito del Principe Almuric, di cui Conan faceva parte, il cimmero si trova a vagare in un deserto assieme a Natala, una giovane schiava. Le scorte di acqua e cibo sono ormai esaurite e per loro non sembra esserci altra soluzione che il suicidio. Tuttavia qualcosa attira l’attenzione di Conan, in lontananza sembra esserci una città. I due si dirigono verso questa cattedrale nel deserto, ma non appena varcata la soglia un silenzio spettrale preannuncia ai due viaggiatori che la fortuna li ha derisi ancora una volta e l’orrore trama nell’ombra di Xuthal.

Adattamento di Christophe Bec semplice e onesto.

Tutti i pregi della storia ovviamente si devono riferire al grande Bob Howard che nel 1933 se ne esce con una storiellina tanto semplice quanto divertente, ribadendo a tutti le sue incredibili doti di narratore.

L’inizio, segnato da una disperazione senza via di uscita con un Conan pronto ad una doppia eutanasia, poi un miraggio-salvezza di una città che più si esplora e più ci spaventa, facendoci quasi pensare che il deserto fosse messo lì apposta affinchè nessuno trovasse quella città dove ormai il loto nero ha distrutto tutto (e qui emerge il tema caro di Howard “civiltà e barbarie”) mentre un orrore lovecraftiano scivola tra le ombre in cerca di altro cibo (con uno dei combattimenti più epici del nostro cimmero). E poi vogliamo parlare della co-protagonista femminile? Non solo in diverse sezioni del racconto il dialogo tra i due è così godibile da equivalere a una qualsiasi produzione di Howard Hawks, ma il nostro bardo, pur di apparire in copertina di Weird Tales, impreziosisce la storia di una sequenza piccante!

Insomma, una classica storia di spada e stregoneria, semplice e dritta al punto.

DISEGNI

Sui disegni di Stevan Subic c’è poco da dire: con una costruzione della tavola tipicamente francese (incastro di pannelli lunghi e stretti per le scene più concitate e ampi pannelli per far respirare lo scenario o gli snodi narrativi più importanti), e il supporto di una colorazione emotiva (merito dell’italianissima Giulia Bruno che ha all’attivo ormai molte serie di successo d’oltreoceano come Scalped, The goddamned, Goodnight Paradise), il segno espressionistico e graffiante di Subic (un po’ Jae Lee e un po’ Sean Phillips), emerge con forza in quest’albo, così come la sua creatività nell’architettura della città (labirintica e oscura al punto giusto), e il suo sadismo in certe scene.

COMMENTO FINALE

Un buon volume, divertente al punto giusto.

Questo volume di Star Comics è un cartonato di 72 pagine a colori, formato 21x28cm, al prezzo di 14,90€ con diversi bozzetti e illustrazioni a fine volume, oltre alla solita curatissima postfazione di Patrice Louinet.

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