Dettagli
Titolo: “I Venturieri della notte”
Autore: Giorgio Smojver
Editore: Letterelettriche
Genere: fantasy
Pagine: 100
Prezzo: 12,90 Euro
Data d’uscita: ottobre 2022
Sinossi
Alain de Rebeq, nato nel Brabante, affascinante e spregiudicato; Ranuccio, figlio bastardo del conte di Mangona, senza nulla da perdere; Wolfram von Eschembach, cavaliere senza macchia e poeta senza musa; Imre ed Eszti, arcieri ungheresi segnati dalla maledizione del Lupo; Gemma di Altopascio, tessitrice divenuta avventuriera per amore.
Avventure picaresche, tra maledizioni e demoni, magie arcane e trasformazioni spaventose, patti innominabili e storie d’amore destinate a trascendere il tempo e il destino.
Commento
I Venturieri della notte è il miglior romanzo fino ad oggi di Giorgio Smojver.
Per il gusto di chi scrive, quello che esprime pienamente potenzialità che anche quando ben sviluppate in lavori precedenti, qui mostrano una maturazione che convince in pieno.
Convincono i personaggi, immalinconiti e oppressi da bagagli emozionali non solo funzionali alla trama, ma capaci di creare empatia e interesse anche in mezzo al marasma di avvenimenti, combattimenti, magie.
E convince soprattutto l’imbastitura dello scenario, un Nord Est Italia quanto mai cupo, confinante direttamente non tanto con la Mitteleuropa, ma con regioni dove il soprannaturale alligna dietro la toponomastica pur familiare e identificabile. Esiste del resto una cifra riconoscibile nei lavori di Giorgio Smojver.
Da un lato, il gusto per la ricostruzione storica sempre fedele, corretta sul fronte della raffigurazione di epoche che non sono mai genericamente tratteggiate, ma sempre cronologicamente delineate. Dall’altro, l’inserimento di un fantastico che appare, combinato con il contesto di cui sopra, a sua volta storicamente credibile, tanto da apparire palpabile, plausibile, stante la sua origine spesso e volentieri folklorica, e quindi “vera” in senso letterale. Ne sono esempio le formule magiche, che echeggiano veri grimori, o le citazioni di credenze popolari di stampo superstizioso.
Non che questo implichi, anche laddove ve ne sia una radice, una deriva fiabesca di tale approccio: tradizioni, leggende e racconti (Giulietta e Romeo, Hansel e Gretel, novelle del Decameron, ma non solo: anche il titolo dovrebbe farvi suonare un campanello, anche se assai più recente…) si intrecciano per donare a I Venturieri della notte uno sfondo soddisfacente sia per il lettore che ne colga la trama di derivazioni e ascendenze, sia per quello che ne goda l’immediata solidità, ma non gioca mai la carta facile della meraviglia “inspiegabile”. Viceversa, la trama punta a tratteggiare funesti segreti, alla cui scoperta si procede lungo impervi sentieri montani come quelli che tocca percorrere ai protagonisti. E’ presente infine anche un tocco di atmosfera che richiama testi più propriamente high fantasy, probabile eredità di altri scritti dell’autore. Un’influenza che però non inquina la personalità “a parte” de I Venturieri… ma lo rende se vogliamo ulteriormente in linea con la produzione di Smojver, in questo senso omogenea.
Dovendo trovare un difetto al romanzo, c’è che è forse un po’ troppo breve: il tutto si sarebbe magari giovato dello sviluppo maggiore certi passaggi, che sulla lunga distanza avrebbero reso il testo più arioso senza per questo fargli perdere di compattezza. Ma è qualcosa su cui si può sorvolare. I Venturieri della notte resta una lettura divertente e una finestra su un Medioevo che se non c’è, quasi per poco non c’è stato, verrebbe da dire. Considerato quante storie del genere lascino regolarmente la sensazione contraria, si può dire che il risultato non sia davvero piccola cosa!