Recensioni: “Karolus- Il romanzo di Carlo Magno” di Franco Forte

Dettagli

Titolo: “Karolus – Il romanzo di Carlo Magno

Autore: Franco Forte

Editore: Mondadori

Genere: storico

Pagine: 732

Prezzo: 25,00 Euro 

Sinossi

25 dicembre 800. Sono passati tre secoli da quando Roma ha cessato di esistere: nella pur turbolenta storia della Città Eterna, nessuno ormai immaginava che ci potesse essere un altro imperatore. E invece, nel giorno di Natale di un secolo appena nato, il Papa sta per proclamare un nuovo sovrano. Un nuovo Cesare. A ricevere la corona è Karolus Magnus, Carlo Magno, primogenito della stirpe dei Carolingi. Come è arrivato Carlo su quel trono? Per qualcuno che si è meritato, ancora in vita, l’appellativo di Magno la risposta dovrebbe essere scontata. E se invece la strada che porta a quella notte di Natale fosse lastricata non solo di coraggio, battaglie e trionfi, ma anche di complotti, intrighi e sangue? Se tra i fasti delle vittorie si nascondessero troppi segreti? Attingendo a una sterminata storiografia, Franco Forte ricostruisce in forma di romanzo le gesta del celebre sovrano, dalla primissima infanzia agli ultimi, intensi istanti di vita, immergendoci nel racconto di un’avventura irripetibile, segnata da sfide, successi e amori, ma anche da dubbi, rimpianti, dolorosissime perdite e ancor più struggenti addii. Che cosa si agitava nel cuore di Karolus, il grande condottiero, quando si preparava a diventare reggente unico del Sacro Romano Impero? Quali sogni – e quali incubi – ne popolavano l’animo?

 

Commento

Quello di Franco Forte è un nome da tempo divenuto familiare a chi predilige il romanzo storico.

Sebbene avvezzo a non rari cambi di genere e prospettiva, è questo il contesto – spesso con un taglio più o meno biografico – che Forte si muove d’abitudine, anche se qui su Hyperborea abbiamo apprezzato soprattutto le sue puntate vicine al Fantastico, ovvero il dittico dedicato a Giulio Cesare (Cesare l’immortaleCesare il conquistatore).

Il suo nuovo romanzo, Karolus, appena pubblicato per Mondadori, rientra a pieno titolo nel filone principale di cui abbiamo appena accennato, e ripropone al grande pubblico una figura – Carlo Magno – il cui smalto è da tempo appannato, relegata com’è, se va bene, al ruolo di “padre nobile” dell’idea europea – cosa che non fu – o a quello di protagonista di pagine di manuali di storia presto dimenticate.

Franco Forte però sa dove mettere le mani quando si tratta di re, imperatori e sovrani – basti pensare ai suoi romanzi con protagonisti Nerone o Caligola – e dunque Karolus è stato imbastito senza imbarazzi, tanto più che l’autore ha potuto giovarsi di fonti – come per esempio la Vita Karoli del biografo ufficiale del re franco, Eginardo – capaci di fornire stoffa più che sufficiente per un arazzo appassionante. Del resto, la vita di Carlo è ricostruita soprattutto tramite due mezzi: le sue imprese e il suo mondo interiore.

D’istinto, si potrebbe pensare che il primo sia il più semplice da utilizzare, ma non è così, e non a caso Forte fa precedere il romanzo dall’albero genealogico di coloro che diventeranno i Carolingi. L’epoca in questione, infatti, è misconosciuta ancor più di re Carlo, e ricreare lo scenario che lo ha portato a divenire imperatore (e non solo) è tutt’altro che elementare. Anche le sue gesta guerriere, di solito tra gli aspetti che i lettori apprezzano di più, hanno infatti avuto bisogno di una contestualizzazione precisa, e risaltano proprio perché inserite nei sommovimenti dell’Europa altomedievale, quando un intero mondo era ancora in ribollente formazione, e i Franchi stessi erano ancora per la mentalità corrente poco più che barbari.

Forte affronta poi una questione fondamentale, quella dell’imperium. Carlo è presentato come colui che, volente e in parte nolente, riporta la sovranità imperiale – che per definizione, in quell’epoca, non può che essere quella romana, voluta da Dio – in Occidente. E questo è anche uno dei passaggi che forse sfiora in parte l’oleografia, a favore più della spettacolarità della narrazione che della realtà. Quando si cita il ritorno dell’Impero dopo tre secoli, infatti, si glissa su considerazioni non secondarie. Per la mentalità corrente ai tempi, gli imperatori orientali di Costantinopoli erano de iure, e fino non molto prima anche di fatto, i legittimi sovrani romani, cui il papa stesso – che pure si arroga nel Natale dell’anno 800 l’inopinato diritto di incoronare Carlo imperatore, foriero di secoli di controversie – era notoriamente sottomesso.

Insomma, l’impero non era affatto scomparso per i contemporanei – la presenza nel romanzo dell’imperatrice orientale Irene e della sua proposta di matrimonio si spiega così – ma solo oscurato dalla dominazione longobarda infranta da Carlo, e quindi asserirne la mancanza da secoli è di fatto una concessione letteraria alla spettacolarità, che però serve a dare magniloquenza ed epicità alla narrazione, e quindi ha la sua giustificazione. Epicità e dramma che tornano in grande stile anche in relazione ai noti fatti di Roncisvalle e delle guerre con i Sassoni, altri fatti famosi della vita di Carlo, che in maniera diversa ma sempre efficace Forte segna come tappe fondamentali del percorso regale del signore dei Franchi, che fin da giovane ha imparato quale sia il peso del diadema, e la tragedia segreta che comporta l’essere re.

Ma si accennava prima ad un secondo mezzo tramite cui ricostruire la vita di Carlo, ovvero la sua vita privata, diremmo oggi, e i suoi pensieri. Il tutto è reso vividamente: il re è umanissimo e concreto, e l’eccezionalità della sua figura è accompagnata – ed esaltata – proprio dall’empatia che suscitano i suoi dubbi e i suoi sentimenti, tra cui spiccano i rapporti con le molte figure femminili della sua vita, spesso complicati. Non a caso, il volume è introdotto da una citazione di Gianni Granzotto che ben esplica questo, affermando: “I sentimenti dell’uomo, le sue passioni e i suoi pregiudizi, hanno un loro cardine elementare. Non mutano con il mutare del tempo e della storia. E noi siamo, anche per tali cause, tutti contemporanei attraverso l’illusione dei secoli.”

Su questa sensibilità si è basato Franco Forte per darci la sua versione di Carlo, e il risultato è ottimo.

Insomma, non fatevi spaventare dalla mole poderosa di pagine: per una volta le dimensioni non sono segno di una storia strabordante, ma di una oculata sedimentazione di intrecci che portano a un effetto complessivo più che soddisfacente. Consigliato!

 

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