RECENSIONI: DAEMON INSIDE – L’IMPERO DI ALESSIO BANINI

Dettagli

“La Razza Maledetta”

Autore: Alessio Banini

Editore: 011 Edizioni

Pagine: 100

Data d’uscita: settembre 2010

“Sangue Ribelle”

Autore: Alessio Banini

Editore: Plesio Editore

Pagine: 212

Data d’uscita: novembre 2011

“La Strada Perduta”

Autore: Alessio Banini

Editore: Plesio Editore

Pagine: 237

Data d’uscita: maggio 2014

“Il Carnevale delle Anime”

Autore: Alessio Banini

Editore: Plesio Editore

Pagine: 428

Data d’uscita: agosto 2017

L’AUTORE

Alessio Banini nasce nel 1983 e vive nei pressi di Montepulciano. Laureato in antropologia culturale, è scrittore di narrativa e saggistica, redattore di contenuti per il web e appassionato di narrazione. Escono nel 2010 La Razza Maledetta (Zeroundici Edizioni) e l’anno successivo Sangue Ribelle (Plesio Editore). Nel 2013 ha pubblicato Dopo la mezzadria (Effigi Editore) un saggio di antropologia economica sulla Valdichiana. Nel 2014 ritorna al fantastico con La Strada Perduta (Plesio Editore) e nel 2017 con Il Carnevale delle Anime (Plesio Editore) e l’anno seguente Il Teatro degli Arcani: L’imperatore (Nativi Digitali). Con la sua ultima fatica uscita nel 2021, Le Radici dell’Impero (Plesio Editore), ritorna a esplorare il mondo di Daemon Inside.

All’interno del sito www.alessiobanini.it potete trovare racconti, approfondimenti e curiosità sull’ambientazione dei suoi romanzi.

COMMENTO

Daemon Inside non è un romanzo.

Alessio Banini ha creato un suo mondo, dove le storie si dipanano in diversi libri ambientati attraverso il tempo e che hanno come comune denominatore l’Impero che garantisce unità sociale, culturale, politica e religiosa a tutta l’umanità che abita la Regione, ovvero il mondo conosciuto, una grande isola. L’impero ha una struttura militare e teocratica, radicalizzata in tutte le quattordici province. L’imperatore è sacro e non c’è distinzione tra potere spirituale e potere temporale.

 La particolarità delle opere di Banini sta nel differenziare i romanzi per stile e struttura: non sono tutti raccontati allo stesso modo e la prosa – seppur identificabile nel tratto dell’autore – subisce cambiamenti ed evoluzioni, al pari dei personaggi raccontati o della sequenza cronologica cui fanno riferimento. Certo, la scrittura cambia nel tempo, per ogni scrittore che si rispetti, ma qui siamo di fronte alla ricerca della maniera miglior per far fronte alle esigenze narrative sul come e cosa si intende raccontare.

I romanzi della saga, anche se il termine più appropriato sarebbe ciclo, non sono stati pubblicati in ordine cronologico e immagino che in tal ordine non siano stati nemmeno scritti.

Il primo a uscire fu La Razza Maledetta che copre un periodo di circa quaranta anni dal 3450 al 3490, collocandosi in mezzo alla linea temporale di Sangue ribelle, forse il primo romanzo a trattare con maggior profondità gli aspetti dell’Impero e ad avere una struttura più classica e una narrazione corale. Qui si fa per la prima volta riferimento agli antecessor, una specie di umanità primordiale, i cui individui, anche se umani, non sono considerati tali e relegati a specie inferiore.

La Razza Maledetta presenta quelle che sono le origini dell’ambientazione e getta le basi per comprendere alcune tematiche principali del ciclo narrativo, in particolar modo la fragilità della razza umana. Walter, convinto di essere afflitto da una maledizione perché ogni volta che cerca di fare del bene invece procura il male, nel corso degli anni, anche dopo essere diventato un paladino al servizio dell’Impero e del Dio dei Cieli, comprenderà come sia l’umanità a essere vittima di se stessa. Quella è la vera maledizione.

La religione monoteistica dell’Impero, con chiari riferimenti all’iconografia cristiana e ai suoi dogmi non risulta particolarmente originale ma, allo stesso tempo, serve per far comprendere meglio le dinamiche umane, nelle sue paure più ataviche e nella ricerca di una fede salvifica.

Perché Daemon Inside?

Appare evidente che ogni essere umano ha dentro di sé potenzialmente un mostro, il nostro lato oscuro, pronto a emergere per avidità, lussuria, invidia o qualsiasi altro istinto egoistico che induce una persona a prevaricarne un’altra o a farle del male, per interesse o per puro piacere.

La differenza è che nel mondo di Banini non esiste redenzione. Quando il Demone si manifesta, forse facendo emergere la vera natura dell’uomo, la trasformazione è irreversibile, oltre che fisica.

L’opera che maggiormente analizza questo aspetto è senz’altro La Strada Perduta, dove l’angelo caduto Uziel, in un vortice crescente di follia si getta alla caccia disperata dei Demoni, finendo per corrompere non solo se stesso ma chiunque gli si avvicini. Più che un romanzo vero e proprio è una serie di racconti sequenziali con lo stesso protagonista, con intermezzi di dialoghi che l’angelo ha con la propria coscienza, a volte ironici a volte profondi.

Nonostante sia il Libro Quarto, è il terzo in fase di pubblicazione, ma il primo in ordine cronologico, ambientato tra il 3000 e il 3400, quindi precedente a tutti gli altri romanzi.

L’autore nel suo sito ha creato pagine apposite sul ciclo, elencando l’ordine cronologico delle opere nell’ambientazione ma anche un ordine ideale dei suoi libri che dovrebbero comporre l’intero corso. Qui si evidenzia la necessità per l’autore di dare un assetto e un metodo alla sua creatività e forse un modo per rendere più fruibile la lettura.

Io avevo letto i romanzi negli anni passati in ordine di uscita, ma prima di scrivere questa analisi ho preferito rileggerli in ordine cronologico, per comprenderne meglio le dinamiche e le evoluzioni.

In questo mio commento non parlerò de Le Radici dell’Impero, ultimo romanzo pubblicato, perché non ho ancora avuto modo di leggerlo e nonostante faccia parte dell’insieme, credo meriti una recensione a parte.

Esistono anche dei racconti separati, racchiusi in un unico volume che però non ho avuto il piacere di leggere, salvo un paio che sono disponibili gratuitamente sul sito dell’autore.

Il Carnevale delle Anime si sviluppa dopo gli eventi di Sangue Ribelle e le ribellioni del Galen e dell’Ay, in qualche modo si riallaccia a quanto descritto ne La Strada Perduta, con la caduta degli angeli dal Paradiso Celeste, ma continua a narrare anche delle debolezze umane e soprattutto delle sue evoluzioni o involuzioni. Per la prima volta si comprende come gli uomini, così come possono trasformarsi in Demoni, abbiano la facoltà di diventare anche Angeli. Ma non si tratta di una distinzione assoluta tra bene e male, bensì di un processo più connesso a ordine e caos. Assistiamo a un ribaltamento del paradigma che preferisco non svelare per non rovinare la lettura.

In questo romanzo, Rashid il Sarto, protagonista insieme a Goran, un luogotenente dell’esercito imperiale, ha modo di sfruttare un suo talento unico, non proprio una magia, sebbene sia in grado di leggere i fili delle probabilità e tirarli a suo vantaggio, districando i nodi degli eventi per manipolarli, arrivando quindi a plasmare la realtà.

Dopo la Guerra delle Razze che ha portato l’umanità all’apice dell’Impero, il dogma del Dio dei Cieli è messo in discussione e, ancora una volta, al centro non sono Angeli e Demoni, ma l’uomo, capace infine di forgiare il proprio destino grazie alla propria forza di volontà. Una specie di estensione del libero arbitrio in contrapposizione al fato o alla predeterminazione del potere divino.

All’inizio de Il Carnevale delle Anime per la prima volta compaiono delle mappe, scorci della Regione dove sono ambientate le vicende di questo romanzo, forse meno cupo degli altri ma ancora più filosofico. La parte centrale si tinge di mistero e i richiami alle opere precedenti allacciano aspetti lasciati in sospeso ed esplorano maggiormente la componente religiosa, addirittura fanatica nella rappresentazione delle Spade Mascherate.

In Sangue Ribelle, invece, le vicende dei protagonisti servivano a donare più colori all’affresco sociale e politico dell’ambientazione imperiale; tra le voci narranti spiccano maggiormente Naven, un antecessor la cui cultura tribale mi ha ricordato i nativi americani anche nella loro storia, ed Elifas, un vagabondo ex sensale, corrotto dal potere della Regine degli Stracci che è in grado di controllare le ombre.

La magia esiste, forse, ma non è mai chiamata magia, sembrano caotici poteri soprannaturali senza una vera sorgente, suggestioni che assumono concretezza, lasciando sempre il dubbio che possano esistere spiegazioni razionali al prodigio che si manifesta. 

Nel complesso, Banini ha ideato un percorso narrativo con il pregio che ogni romanzo è autoconclusivo, pertanto chi non avesse tempo e voglia di cimentarsi nell’intero viaggio, può comunque godersi le singole tappe.

In conclusione, a mio avviso il ciclo di Daemon Inside entra di diritto nella letteratura del fantastico, perché si tratta di letture semplici eppure raffinate, nelle trame e nei sottotesti e anche nello stile di scrittura, senza eccessi ma in grado di sorprendere.

L’epica narrata è la natura stessa del genere umano e questo a mio avviso è prerogativa essenziale del genere fantasy e di qualsiasi buon romanzo degno di essere letto.

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