Nel mondo videoludico vi sono pochi videogiochi ispirati alla mitologia e il folklore slavo, di solito li troviamo nel mercato indie.
Yaga si è rivelato una frizzante novità, ludica e istruttiva, vivremo le (dis)avventure di Ivan, un fabbro maledetto da Likho, la personificazione della sfortuna. A causa del fatto che involontariamente genera disastri, lo Zar del regno decide di mandarlo a compiere prove impossibili per ucciderlo indirettamente. Ma Ivan è molto attaccato alla sua vita e sembra attrarre le simpatie della temutissima Baba Yaga.
Rappresentazione letterale del detto “menare come un fabbro”, Ivan si troverà a combattere creature sovrannaturali del folklore di varie popolazioni slave.
Likho ad esempio è un’entità o spiritello delle leggende slave, personificazione della sfortuna. Ma abbiamo anche le Rusalka, ninfe dell’acqua nate da donne annegate, menzioni alle varie divinità e sono presenti altre creature folkloristiche legate più specificatamente ad alcune nazioni slave, come il Vodnik, essere parte delle leggende praghesi, oppure il Buvarak, creatura legata alle storie serbo-croate.
Baba Yaga è una figura centrale della storia, da cui viene anche il titolo. Così come nelle fiabe russe, è una strega moralmente ambigua, capace di nefandezze ma anche di grande generosità e fungerà da mentore assieme alla nonna di Ivan, dando al fabbro saggi consigli.
Penso che lo aiuti principalmente perché detesta Likho e vede nel fabbro un mezzo per distruggere la sua rivale.
Altre figure misteriose e con un ruolo importante sono le tre filatrici con un ruolo simili alle Moire e alle Parche. Ho avuto difficoltà a trovare una corrispondenza nei miti slavi ma si può dedurre possano essere un variante di Mokoš in quanto era la dea filatrice del destino.
Sarà il giocatore a determinare la personalità di Ivan tramite le sue azioni: un uomo onesto e generoso, una persona egoista e avida oppure una personalità imprevedibile e folle.
Nonostante sia presentato come sfortunato, il nostro fabbro possiede una grande fortuna: non solo ha la strega più potente del folklore russo a proteggerlo, ma riuscirà sempre a farla franca contro le varie creature malvage che popolano il suo regno.
Altra particolarità è il fatto che Ivan sia un eroe disabile: a inizio gioco infatti Likho gli taglia la mano, costringendolo a usare delle protesi per combattere e vivere la vita di tutti i giorni. Nonostante ciò Ivan dimostra una grande forza d’animo, riuscendo ad arginare il proprio handicap per fronteggiare un mondo spietata.
Interessante è anche il suo rapporto con la nonna: non solo Ivan ne è dipendente, ma viene costantemente assillato col suo desiderio di vederlo sposato.
L’ambientazione del gioco è indefinita, proprio come quella di una fiaba, anche se la presenza di monaci cristiani e scontri religiosi tra i culti politeisti e quello nuovo monoteista lascia suggerire che siamo in un periodo non precisato del medioevo.
L’animazione è fluida con disegni in 2d che paiono quasi un’illustrazione, spesso i personaggi parlano in rima ricalcando l’ambientazione fiabesca.
La struttura del gioco è intuibile, sebbene avrei preferito un maggiore approfondimento sulla struttura delle missioni in quanto la loro bacheca pare un po’ riduttiva.
Ho apprezzato anche la suddivisione delle difficoltà di gioco: fiaba per modalità facile, leggenda popolare per la modalità normale e racconto del terrore per la modalità difficile. È una strizzata d’occhio alle varie modalità di narrazione e si vede che la casa videoludica ha una conoscenza approfondita sui racconti popolari.
In conclusione Yaga è un buon videogioco che soddisfa amanti del folklore e incalliti videogiocatori, creando una fiaba interattiva divertente.