Dettagli
Titolo: “Styrbjorn, il grande vichingo“
Autore: E.R. Eddison
Editore: Fanucci
Genere: fantasy storico
Pagine: 192
Prezzo: 12,90 Euro
Sinossi
“Styrbjörn. Il grande vichingo” narra la vita di Styrbjörn Olàfsson, erede al trono svedese e conosciuto sia per la sua taglia impressionante sia per la sua natura ribelle e aggressiva. Negato del suo diritto di nascita ed esiliato in Svezia, Styrbjörn diventa il leader dei vichinghi di Jomsborg e parte per reclamare il trono svedese nell’epica battaglia di Fyrisvellir. “Styrbjörn. Il grande vichingo” è un racconto che ricorda le antiche saghe islandesi, un romanzo storico scritto da uno dei più influenti maestri della narrativa fantasy del secolo scorso.
Commento
“Palnatoki scagliò una lancia contro Styrbjörn, ma lui la parò con lo scudo e non arretrò minimamente. Palnatoki raccontò spesso, nei giorni seguenti, che fino ad allora, e poi mai più, aveva visto una simile forza in un uomo, capace di resistere così saldamente all’impatto della lancia che non si spostò di un pollice nonostante l’urto. Ma i guerrieri di Jomsborg andarono alla carica con una violenza inarrestabile; perciò arrivarono a svuotare la nave di Styrbjörn, così che era rimasto solo lui, a poppa, ad affrontarli, mentre tutti i suoi uomini erano morti o fuori combattimento“
Sulla via dei berserkir, che abbiamo imboccato qualche tempo fa.. oggi ci imbattiamo in Styrbjorn il Forte. Abbiamo cominciato con la precedente citazione, già apparsa nei nostri “aforismi eroici”, in quanto la troviamo molto significativa.
Styrbjorn segue tenacemente la strada che il destino gli segna, a costo di spremere ogni stilla di forza disponibile, di sondare il limite del coraggio, e di ergersi da solo contro la più fatale delle imprese.
Ora però procediamo con ordine, e inquadriamo l’opera. L’autore è uno dei nostri favoriti, E.R. Eddison, uomo di cultura nell’Inghilterra dei primi del ‘900, appassionato e traduttore di saghe islandesi, grande autore fantasy, “Il Serpente Ouroboros” su tutti.
Possiamo dire che Styrbjorn il Forte nasce proprio dall’amore, detto in senso classico, dalla filia, che Eddison ha per le saghe e la mitologia del nord-Europa, da lui adorate al pari dell’Iliade e dei miti greci. Molte ore di studio, interpretazione, comprensione, metempsicosi potremo dire, se ci concedete una fugace licenza poetica; molto tempo… trascorso per apprendere “come da rune magiche” ciò che è celato sotto il velo di questa ’epica che attraversa i millenni, le generazioni e gli uomini, e giunge fino a noi.
Un’alchimia dell’essere umano, forse primordiale e archetipica. Ecco, riteniamo che questo si nasconda dietro agli eventi narrati in Styrbjorn il Forte, che pur storicamente inquadrati, esulano verso una terra di sogno.
Il giovane protagonista, ispirato per nome ed eventi a una figura, a metà tra storia e leggenda, realmente esistita, affronta la vita, l’amore e la morte dell’esistenza con una violenza tale da fargli cambiare nome; solo Bjorn si chiamava per nascita, ma per il proprio carattere virulento gli fu donato del rafforzativo Styr- (tumultuoso).
Come una pedina sulla scacchiera del destino, Styrbjorn affronta la propria ereditarietà al trono e l’attrazione, più che il sentimento, per una nobildonna da cui sarebbe meglio guardarsi molto attentamente.
Come un grande tragedia le fila delle vicende sembrano già stabilite: una sorta di fatalismo soggiace alle gesta e alle pagine, correndo via via con sempre più velocità verso un magico epilogo che il lettore in qualche modo intuisce fin da subito.
Ma allora cosa c’è di nuovo, oppure di nobile, nell’ennesima guerra di successione, nei morti ammazzati sul campo di battaglia, negli intrighi orditi nelle ombre dei palazzi?
Perché la lettura è così epica e profonda?
Beh, chi siamo noi per rispondere a simili interrogativi. C’è da considerare che il lettore e lo scrittore di oggi sono diversi dal lettore e dallo scrittore di allora (1926), e che la stessa cosa, la medesima riga, può apparire ai due molto diversa in termini di significati e idealismo.
Non ce la sentiamo di dare lezioni.
Preferiamo cercare di sentire dentro tutto il nostro essere la furia divina che guida Styrbjorn contro ogni norma sociale del suo tempo, alla ricerca disperata di un eroismo che se il mondo non ci concede, ci creiamo noi, a qualsiasi costo e per mezzo di qualsiasi sacrificio.
“Gli uomini mentono solo quando hanno paura di qualcosa, e io non ho paura di niente.”, per citare uno spirito affine.