KULL IL CONQUISTATORE

Sull’onda della nostalgia e del grande richiamo che il fantasy esercita su giovani e non, Panini comics porta nelle fumetterie e librerie d’Italia Kull il conquistatore, la raccolta di storie made in Marvel, pubblicata dalla Dark horse, contenente gli episodi tratti da Kull the conqueror 1/9, Creatures on the loose 10, Monster on the prowl 16 e Conan the barbarian 10.

Diversamente dalla sua prima vita editoriale, dove Kull rappresenta il progenitore di Conan, nei fumetti è il successo del più famoso barbaro a spalancare il mondo della nona arte all’atlantideo. È per battere il ferro finché è caldo che la casa di Stan Lee decide negli anni ’70 di realizzare una serie di albi in quadricromia dedicati all’altro eroe barbaro di Howard, affidandoli principalmente a Gerry Conway e Marie e John Severin. A bordo del progetto non manca Roy Thomas, in veste non solo di autore di alcune storie contenute nel volume, ma anche di supervisore.

Anche se non raggiunge le vette qualitative del cimmero, la narrazione generale delle peripezie di Kull risulta di buon livello e in grado di far rivivere per immagini le avventure del sovrano di Valusia. Quelli più ispirati sono sicuramente gli adattamenti dei racconti di Howard, su cui spiccano “Il regno fantasma” e “La gatta di Delcardes”, mentre risultano meno a fuoco le trame originali partorite da Conway. Pur in linea con lo spirito Howardiano, esse non brillano dello stesso estro creativo e della medesima capacità di coinvolgere il lettore, facendo percepire in alcuni frangenti un certo calo qualitativo. Sulla falsariga di quanto fatto per Conan, anche per Kull vengono adattati liberamente racconti originariamente pensati per altri personaggi. Così su Kull the conqueror 8 prende forma “Testa di Lupo”, un rimaneggiamento dell’omonimo racconto scritto da Howard.

La parte grafica è uno degli aspetti che salta di più all’occhio grazie alla coppia Severin, le cui tavole riescono a non impallidire dinanzi all’inevitabile paragone che viene con il gigante John Buscema e regalando agli amanti di Kull un sovrano grintoso, dinamico e, quando necessario, malinconico.

L’edizione Panini comics è splendida e si presenta in cartonato e con sovraccoperta a colori. Il volume è inoltre arricchito da un’introduzione di Mark Finn e dalle copertine originali degli albi.

Se l’operazione di rilancio del personaggio, voluta dall’editore italiano, avrà il successo che merita, è lecito aspettarsi che al primo seguiranno gli altri quattro tomi pubblicati da Dark Horse. Si spera che il ritrovato interesse della Panini per la “tigre di Atlantide”, la spinga a portare nel nostro bel paese le due raccolte di The savage sword of Kull, le antologie di racconti in bianco e nero a lui dedicati e probabilmente le sue storie più belle e affascinanti.

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