Ultimi sguardi “Oltre il Reale”: intervista a Lorenzo Pennacchi

Recentemente, in più sedi, si è parlato parecchio di Oltre il Reale, raccolta di saggi  pubblicata da GOG, e dedicata al Meraviglioso e al Fantastico nella loro accezione più vasta (ma se invece vi siete distratti, e non sapete di cosa di tratta, potete rimediare dando un’occhiata qui: https://hyperborea.live/2020/02/17/oltre-il-reale/).

Oggi però non vogliamo tornare nello specifico sui contenuti dei singoli contributi contenuti nel lavoro in oggetto, bensì parlare della sua genesi e dei suoi aspetti meno appariscenti. Proprio per questo abbiamo interpellato il suo curatore, che è anche un amico: Lorenzo Pennacchi. Ecco il resoconto della nostra chiacchierata.

Oltre il Reale è un volume che offre il suo meglio nella varietà e nella profondità dei suoi contenuti. Un pregio che porta a chiedersi quale via abbia seguito il suo curatore per armonizzarne gli spunti, che sono comunque numerosi e in alcuni casi assai specifici. E, in seconda battuta, qual è stato il criterio con cui essi sono stati proposti o vagliati ante la realizzazione del libro?

Oltre il Reale è stato pensato per la prima volta durante una telefonata con Francesco La Manno. Fin da subito l’idea è stata quella di presentare cinque demiurghi dell’Immaginario attraverso un tema (non necessariamente centrale) della loro opera. Andrea, Francesco, Marco e Roberto hanno sviluppato quest’indicazione di massima a loro piacimento, diramando le trame che più li incuriosivano, mentre Adriano ha realizzato una postfazione in grado di contestualizzare il tutto. Infine Marco Sabbatani ha preparato una copertina superlativa.

Io, al di là del mio contributo e dell’Introduzione, mi sono occupato di varare le differenti proposte, fare da tramite con la casa editrice e intervenire sui testi solamente quando necessario. La mia intenzione è sempre stata quella di lasciare grande libertà alle varie creazioni. Con gli autori, molto più competenti di me riguardo i rispettivi personaggi, ci siamo confrontati a più riprese, ma le modifiche, se si escludono gli accorgimenti formali, sono state poche. Nel complesso credo sia una decisione che abbia pagato positivamente anche se, col senno del poi, avrei voluto proporre qualche elemento in più. In definitiva per me Oltre il Reale, quale prima esperienza da curatore, ha rappresentato una grande palestra che mi dà molta soddisfazione e mi motiva enormemente per il futuro.   

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Speculare a questo primo aspetto, credo ci sia quello attinente i lettori cui Oltre il Reale si rivolge. Sono anch’essi una categoria frastagliata, trasversale, oppure esiste un particolare panorama intellettuale cui il volume è dedicato?

Recentemente ho letto (e recensito per AXIS mundi) l’epistolario tra Mircea Eliade ed Emil Cioran. In una lettera del 29 dicembre 1967 Eliade scrive: «Ritengo che un libro scritto in libertà (come i nostri di un tempo) non possa che indurre a riflettere chi legge testi scritti secondo norme imposte». Il collegamento con Oltre il Reale è stato immediato. Il nostro è un libro scritto in libertà, senza dettami imposti o target specifici a cui doversi uniformare. Certamente abbiamo tenuto conto del pubblico di GOG e quindi della necessità di realizzare un testo non strettamente specialistico, ma ciò non ha impedito all’eterogeneità di emergere a seconda del sostrato e degli stili dei diversi autori. Credo che questo sia un punto di forza per un volume collettaneo. Di fatto se in Elogio del Fantastico si capisce chiaramente come i profili dei dieci demiurghi (undici con Lovecraft) siano stati tracciati da un’unica penna magica, qui le penne sono tante e ognuna ha qualcosa di estremamente interessante da comunicare. Attraverso la mitologia cosmica di Lovecraft, gli aspetti decadentisti di C. A. Smith, la visione ecologica di Tolkien, la regressione protoplasmatica macheniana e le suggestioni oniriche di Meyrink è possibile andare oltre la realtà per poi tornarci in maniera rafforzata e più consapevole.

Sono passati 60 anni dal primo “Mattino dei Maghi”, e oggi pare sia in fioritura una nuova stagione d’interesse verso altre forme di Weltanschauung che non siano quella aridamente scientista e, parimenti decadente, del vago spiritualismo New Age colpevole della banalizzazione di molti concetti importanti. Sei d’accordo con questa visione delle cose? Che approccio hai verso l’Irrazionale?

Ho attraversato fasi di vita nelle quali mi sono confrontato con svariati ambienti, i quali, in misura differente, costituiscono la mia identità attuale. Se c’è stata una costante è proprio l’avversione ad un certo immaginario New Age (nonché hipster) fatto di citazionismo, pratiche improvvisate e aperitivi in terrazza che invade la nostra realtà a più livelli. Preferisco ricorrere direttamente ai testi delle correnti filosofico-religiose, iniziando da quelli propri della nostra cultura, troppo spesso bistrattati senza essere mai stati letti. Allo stesso tempo reputo l’aspetto spirituale essenziale per la vita umana e, per quanto non sia ancora riuscito a trovare la mia dimensione, mi considero in cammino. 

Verso la scienza nutro profondo rispetto. In questi mesi sto scrivendo la tesi in storia contemporanea sul cambiamento climatico, attingendo a vari rapporti scientifici. Credo che la complessità del mondo in cui viviamo richieda necessariamente il ricorso al lavoro degli scienziati. Indubbiamente la prospettiva scientifica non deve essere l’unica e va criticata quando si hanno le motivazioni per farlo. Tuttavia, a fianco all’aridità scientista a cui fai riferimento, condanno anche la pretesa di poter delegittimare gli studi scientifici attraverso posizioni ideologiche o del tutto parziali.     

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Allacciandomi alla precedente domanda: che feedback ha ricevuto Oltre il Reale nell’ambito degli studi tradizionali e in generale nell’ambiente dei critici della postmodernità?

 Il libro sta ottenendo un ottimo riscontro critico attraverso recensioni digitali e cartacee, nonché pareri sotto forma di post o commenti sui social. Mi fa molto piacere vedere come molte persone, che seguo da tempo e non, stiano continuando ad apprezzare il volume, mettendone in luce aspetti differenti di volta in volta. Anche perché avremmo dovuto presentarlo in diverse occasioni, come alla libreria Cultora a Milano e all’Italcon di Fiuggi con Gianfranco de Turris, ma lo scoppio della pandemia ce l’ha impedito. In attesa di poter organizzare degli eventi dal vivo, in queste settimane si stanno tenendo degli incontri digitali organizzati dall’Associazione Imaginalis durante i quali Marco, Roberto e Andrea possono sviscerare ampiamente i loro saggi. 

Oltre a curare l’opera, hai contribuito alla sua stesura con un corposo saggio relativo a Tolkien, autore che pare offrire un poliedrico campo d’azione a chi voglia utilizzarne il pensiero come cartina torna sole di certi sviluppi della post-modernità. A parte l’aspetto specifico di cui parli in Oltre il Reale, quale aspetti dell’opera tolkieniana ritieni fondamentali?

Nel mio contributo sulla visione ecologica tolkieniana, che vuole essere un’introduzione alla tematica, collego quest’aspetto a molti altri. Specialmente quello mitico-religioso penso sia imprescindibile per avvicinarsi all’opera del Professore. Sono sempre stato affascinato dalla volontà di Tolkien di creare una mitologia per la sua Inghilterra, così come sono rimasto incantato dalla sua abilità nel coniugare svariate tradizioni e influenze a un sostrato fortemente cattolico. In riferimento a questo grande scultore di universi, bisognerebbe concentrarsi maggiormente sulle sue opere (anche quelle considerate minori come La caduta di Artù e La storia di Kullervo) e sulle sue convinzioni reali rispetto alle diatribe ideologiche che troppo spesso attanagliano le discussioni.

Per la sua natura antologica, Oltre il Reale pare essere un esperimento non solo riuscito, ma anche passibile di replica. Si sta già progettando qualcosa di affine?

Al momento sto lavorando a progetti differenti, alcuni dei quali in collaborazione con gli altri autori del libro. Oltre il Reale è una creazione eterogenea che può dare vita a sviluppi diversi. Abbiamo già delle idee per il prossimo futuro. Ne riparliamo tra qualche mese!     

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