Fulgori Mediterranei – “Fragments of the Past”

Cosa hanno in comune gioco di ruolo e letteratura fantastica? Molte cose, evidentemente.

E non solo perché, da quando esistono i primi, un rapporto osmotico li ha portati a influenzarsi l’uno con l’altra, creando in più di un caso un intreccio paragonabile per complessità al proverbiale nodo di Gordio.

Essi, infatti, sono prima di tutto un mezzo per comunicare e, attraverso la comunicazione, creare e vivere una realtà magica. È il potere primigenio della Parola, quello creatore, che dal “Fiat” biblico alla teorizzazione tolkieniana dei mondi secondari esposta nel celebre saggio sulle fiabe, non cessa di essere il fulcro insopprimibile di ogni narrazione.

Esistono poi casi particolari, in cui la manipolazione demiurgica di un preesistente immaginario mitico si coniuga con l’invenzione (ma potremmo anche dire “l’apparizione al momento opportuno”, scomodando il concetto di Kairos, di tempo da sempre prefissato per uno scopo) di scenari inediti.

È quanto avviene in Fragments of the Past, gioco di ruolo di recente pubblicazione, prodotto da Massimiliano Nigro e Silvia Furghieri con la collaborazione di Antonio Sacchetti, che significativamente si presenta tramite l’affermazione “Immagina un mondo che avrebbe potuto essere e che non è stato.

Questo Altrove alla deriva nei mari dell’Immaginario è simile a ciò che è stato il Mediterraneo dell’Età del Bronzo, ma in tutta evidenza non lo è. Come in uno specchio – altro strumento tramite cui la magia della narrazione tradizionalmente si moltiplica – vediamo i fantasmi di popoli che riecheggiano forse i navigatori d’epoca minoica, i guerrieri hittiti con i loro carri da guerra, i mercanti fenici dalle navi ingombre di spezie. Ma è solo una eco ingannatrice. Il mondo di Askedoria, inondato da una luce chiarissima e apollinea, non è l’Ellade omerica, né lo sarà mai. Eppure…il bronzo, il sangue, il mare. I colori, i sapori, le genti. Il marchio di una intera epoca rivive tramite maschere vividissime, che pronunciano parole che potrebbero essere di Eschilo, e proclamano voti che avrebbero reso gloria degnamente a Zeus.

Essendo un gioco di ruolo, Fragments of the Past necessita obbligatoriamente di uno schema elementare di regole che diano sostegno alla narrazione. Ma il vero centro delle dinamiche resta sempre dichiaratamente la ricerca di un risultato prima di tutto estetico e potremmo dire quasi ipnotico: la rievocazione di uno scenario che si può anche non conoscere – non tutti hanno contezza delle radici classiche della civiltà e del permanere di esse anche nella nostra epoca – ma che in maniera socratica è possibile far emergere da una coscienza che già lo contiene in maniera inconsapevole.

In questo, il corposissimo quickstart di oltre 100 pagine risulta davvero esaustivo, e si può dire che sia un manuale quasi pressoché completo. I concetti principali e la creazione del personaggio sono assimilabili con facilità, tanto che l’avventura introduttiva presente – Il destino della città delle murene – può essere subito giocata se chi siede al tavolo ha già familiarità con giochi preminentemente narrativi. Non stupisce, ovviamente, che in un simile contesto prevalga lo spazio offerto all’ambientazione, e che anche le caratteristiche dei personaggi spingano verso un’attitudine sostanzialmente interpretativa e quasi teatrale dei propri alter ego. Un personaggio si potrà dire riuscito se apporterà un guizzo di vitalità alla storia, non se “scalerà” effimeri punteggi. Basti dire, in ultimo, che un dado da 10 e uno da 100 sono più che sufficienti a dirimere gli aspetti del gioco bisognosi di affidarsi alla sorte, il che è ancora una volta eloquente sul tono che si è voluto dare all’impianto “tecnico”.

Un discorso a parte merita poi la veste grafica con cui è presentato Fragments… vero punto di forza della produzione. Ispirate all’arte e alle vestigia del Mediterraneo antico – da Cipro alla Mezzaluna fertile, dalla Lidia a Creta fino all’Egitto, le illustrazioni che accompagnano il regolamento permettono un immediato ingresso nell’universo di Askedoria, accentuandone la credibilità illusoria, e dando sostanza alla nube onirica di cui è fatto.

È evidente come solo una grandissima passione per la remota antichità, unita a una chiara elaborazione dello spunto principale, abbiano reso possibile un risultato che possiamo definire senza ombra di dubbio eccezionale. Raramente un concept è stato reso con tanta potenza e assieme piacevolezza. Un universo spesso dimenticato, o peggio, artatamente manipolato e sminuito, quello mediterraneo, ritrova in Fragments… il suo fulgore primigenio, rivelandosi tramite il camuffamento di Askedoria, l’ambientazione migliore che si possa desiderare per un gioco a cavallo tra storico, mitologico e fantasy. Il fragore delle onde risuona, i marinai già cantano le loro canzoni mettendo mano al remo. Navigate, partite.

Info e acquisti : https://fragmentsofthepast.dev9k.com/

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