Recensioni: “Il vortice dei dannati” di Franco Giacoia

Dettagli

Titolo: “Il vortice dei dannati

Autore: Franco Giacoia

Editore: NPS

Genere: folk fantasy

Pagine: 140

Prezzo: 14 Euro 

Sinossi

Pietro Bracaletti è un marinaio esperto, baciato dalle ninfe del mare. Non c’è peschereccio su cui si imbarchi che non rientri in porto carico di pescato. Una simile fama genera invidia e attira l’attenzione dell’ombra. Costretto all’esilio dalla sua amata San Benedetto del Tronto, Pietro vaga per tutta l’Italia, deciso a lasciarsi alle spalle i fantasmi del suo oscuro passato. Ma le anime erranti in cerca di vendetta non gli danno tregua: soltanto un Tagliatore, in fondo, può aver ragione della potenza dello Scijò.

Commento

NPS è una garanzia in fatto di fantastico ispirato al nostro territorio e “Il Vortice Dei Dannati”, di Franco Giacoia ne è la prova. Un dark fantasy dalle tinte cupe che ci trasporta nel folklore marchigiano.

“Il Vortice Dei Dannati” ci ha piacevolmente colpito. Non è solo un fantasy folkloristico (la figura del tagliatore è sia interessante che piuttosto insolita) ma anche una storia di redenzione (Pietro, uno dei protagonisti, vive con la colpa dell’omicidio del suo ex amico) ed amore verso il mare, vero protagonista della storia. Il mare richiama i vari protagonisti, li ammalia, li terrorizza e infine li giudica.
Vincenzo ad esempio prima è catturato dalla vita da marinaio, ma dopo aver assaggiato l’asprezza di quel lavoro e le creature sovrannaturali degli abissi, preferisce una vita tranquilla con sua moglie.

L’arco narrativo si sviluppa dagli Anni Venti fino ai giorni nostri e vede tre punti di visto: Pietro, il primo tagliatore, colui che si porta il peso della colpa, Vincenzo, un giovane marinaio e Giovanni, professore dei giorni nostri che funge da cornice per la storia (in quanto narratore).
Altro protagonista è lu Scijo, una tromba marina composta da spiriti dei morti che appare a coloro che si sono macchiati di un grave crimine (come l’omicidio), appare come una forza inarrestabile, esattamente come lo è il mare. Non perdona ma agisce. Solo il tagliatore, figura sciamanica, può ridurre il potere dell’apparizione.

La tematica del taglio ritualistico è molto interessante ed è presente in altre culture. Ricordate la “città incantata”? Quando Tamagi, lo spirito ragno, suggerisce a Chihiro di congiungere indici e pollici per evitare il maleficio, successivamente fa il segno di un tagliò dicendo “Fortuna vattene”.
Il tagliatore quindi invoca la divinità e al contempo bestemmia per poi tagliare l’invocazione, fungendo quindi da divisore della disgrazia. Rituali simili possiamo trovarli in Medio Oriente, usati contro i jinn, ma anche in altre parti d’Italia: in Puglia, ad esempio, uno dei modi per liberarsi dal folletto malevole di nome Aure è quello di creargli disgusto sedendosi sul gabinetto e invitarlo a mangiare del cacio e del pane.
Sembra quindi che far indignare lo spirito con la volgarità sia un modo per indebolirlo per compiere successivamente il rito d’esorcismo.

 

“Il vortice dei dannati” è un fantasy folkloristico dalle tinte cupe che consigliamo agli amanti del genere.

Debora Parisi

 

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