Recensioni: “I sentieri dell’Immaginazione” di Annarita Guarnieri

Dettagli

Titolo: “I sentieri dell’Immaginazione

Autore: Annarita Guarnieri

Editore: Pubme

Collana: Milos

Genere: fantastico-weird-sci-fi

Pagine: 339

Prezzo: 17 Euro

Sinossi

 

“I sentieri dell’immaginazione” è un’antologia che abbraccia i generi mainstream, fantasy, fantascienza e weird, offrendo una varietà di storie coinvolgenti e sorprendenti. I racconti si focalizzano su protagonisti coraggiosi che devono affrontare le proprie paure e mettere alla prova i loro sentimenti in situazioni inverosimili. Attraverso le epoche, dalla suggestiva ambientazione medievale a un futuro lontano, passando attraverso un presente nostalgico, questi personaggi incontrano le proprie sfide personali.

Dal medioevo si incontreranno i lati oscuri della magia nera e delle Benandanti. Nel mondo fantasy, si potrà seguire un eroe mancato che, per salvare una tigre, dovrà sconfiggere un potente drago, e un genio della lampada che si troverà a dover mediare tra un avvocato e un demone. Nella fantascienza, si esplorerà la mente di uno scienziato intrappolato in una misteriosa dimensione che mette alla prova la sua sanità mentale e la sua resistenza emotiva. Nel genere weird, s’incontreranno personaggi stravaganti e surreali che affronteranno situazioni bizzarre e inquietanti, sfidando le convenzioni della realtà. Questa raccolta è un’esperienza letteraria avvincente che vi immergerà in un universo di emozioni e avventure straordinarie.

Commento

Difficile, anzi impossibile, che il nome di Annarita Guarnieri giunga ignoto agli appassionati di letteratura fantastica. La sua storica attività di traduttrice, al servizio di innumerevoli editori e altrettanti autori, ha regalato loro l’edizione italiana di gran parte dei libri che essi possono aver avuto fra le mani. Ed ecco dunque che non stupirà se, non per la prima volta, la troviamo “dall’altra parte del manoscritto” in veste di autrice. Un abito che, anche quando non si diffonde su una delle sue altre passioni – i gatti, di cui ha trattato in apposite pubblicazioni – le calza assai bene, mostrandocela padrona di una materia della quale, letteralmente, conosce tutte le trame.
I sentieri dell’Immaginazione è infatti una raccolta di racconti, disomogenea quanto a proposta apparente – i generi sono infatti cangianti, e si passa da suggestioni abbondantemente fantastiche a scenari affini alla sci-fi, fino al perturbante… – dalla radice ben identificabile se rapportata alla cifra dell’autrice, che si rivela quella della sorpresa. Sono poche infatti le storie che non contengano un qualche elemento imprevisto, non solo nella vicenda, ma anche nell’”inquadratura”, nell’impostazione spesso straniante.

Una sfumatura, questa, non sempre percepibile in prima battuta, ma che emerge via via anche quando lo spunto proviene da un ambito consolidato come la tradizione popolare e il folklore (che si evince essere particolarmente caro alla Guarnieri). Ed è il  caso de Il demone di Duino, con il suo castello popolato di voci, la sua porta da non aprire mai, e il piacevole portato classicamente gotico qui rivisitato. Lo stesso si dica per la figura stratificata del Benandante, in cui si mischiano stregoneria e retaggio preistorico e sciamanico, che ritorna invece ne Il dono della Benandante, storia originariamente pubblicata nella raccolta Folklore (Watson, 2017) che approfondisce il lato più oscuro della tradizione friulana. Ma quanto a originalità, e anche potenza spaventevole, a salire sugli scudi è certamente La stanza, altro racconto che ritorna dopo aver visto la luce nel 2018: un misto inquietante di paranoia e orrore, in cui prigionia reale e mentale si sovrappongono, non lasciando scampo a protagonisti e lettori.

Una sensazione di claustrofobia che, allargata a un intero scenario distopico, filtra anche in Tutti i suoni del silenzio, nel quale la necessità di accesso alla Realtà Seconda della Rete – già attuale ai nostri tempi – è cresciuta esponenzialmente, e da divario sociale è divenuta quasi ontologico, e marchio del potere di una elitè huxleyan-orwelliana.

Insomma, se a tutto quanto accennato fin qui aggiungete poi che la prosa che incontrerete durante la lettura è calibrata al millimetro, avrete contezza di come – in questa raccolta – Annarita Guarnieri mostri di maneggiare la penna in un modo che poco o nulla ha da invidiare ai tanti maestri del fantastico che ha tradotto in questi anni, spesso anzi superandoli in versatilità tematica e stilistica. Speriamo dunque si verifichi presto occasione per cui sia qualche sua omologa a portare un suo romanzo all’estero. Prima, però, sarà il caso che la Guarnieri ne offra uno nuovo di zecca almeno a noi!

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