Recensione: “L’isola del Teschio” (2014) di Alessandro Vicenzi – Storie dello Spadaccino #1

Scheda:

Titolo: L’isola del Teschio

Serie: Storie dello Spadaccino #1

Autore: Alessandro Vicenzi

Editore: Self-Publishing

Genere: sword and sorcery/fantasy storico

Pagine: 52

Data di pubblicazione: 2014

Disponibile in formato ebook

 

Storie dello Spadaccino:

  1. L’isola del Teschio, 2014;
  2. Colei che canta, 2014;
  3. Gatto e libertà, 2015.

 

Trama: Mar dei Caraibi, fine del XVI secolo.

Per salvare la vita, uno spadaccino senza nome di ritorno in Europa si arruola tra i pirati comandati da un uomo misterioso, sulle tracce di un tesoro leggendario.

Ispirato alle atmosfere delle storie sword and sorcery di Robert E. Howard, un racconto di orrore e avventura sulle onde dell’oceano.

 

Commento:

PCAI-12L’isola del Teschio è un racconto fantasy di Alessandro Vicenzi, primo volume di Storie dello Spadaccino, pubblicato su Amazon nel 2014. Si tratta di uno sword and sorcery ambientato nel mar dei Caraibi, nel XVI secolo, che per contenuti e stile ricorda la saga di Solomon Kane di Robert E. Howard e il Ciclo dei pirati di Valerio Evangelisti.

Il protagonista della vicenda, lo Spadaccino (il cui nome rimane sconosciuto), al servizio della marina inglese, viene catturato da una banda di pirati e si offre di collaborare con loro, al fine di salvare la propria vita. Il nostro riesce nel proprio intento grazie all’intercessione di Becco Rosso, brigante presente sul vascello e suo collega di avventure in passato. Dopo aver incontrato Amra, il nerboruto capitano della nave, di origini africane, viene a conoscenza del fatto che questi è intenzionato ad appropriarsi del tesoro di Ramon Esteban, nascosto sull’Isola del Teschio.

Una volta giunti sul posto tuttavia i razziatori si troveranno a dar battaglia contro mostruose creature alate.

Per quanto concerne i personaggi, quello che viene maggiormente sviluppato è lo Spadaccino.

Anche se taluni, in svariate recensioni, lo hanno accostato a Solomon Kane, ritengo che vi siano profonde differenze tra i due.

Il nostro infatti è cinico e indulge in atti malevoli, rendendosi complice di questa masnada. Si pensi al fatto che accetta a cuor leggero di compiere saccheggi insieme ai ribaldi e di fronte ad atti esecrabili come l’uccisione di un giovane innocente, resta inerte.
Il ben più noto puritano ha come unico di vita scopo la sconfitta del male sulla Terra, sotto ogni sua forma, e pertanto si sarebbe battuto per impedire la tragica fine del ragazzo e mai avrebbe partecipato ad atti nefandi come questi.

Ne discende che lo Spadaccino presenta un profilo psicologico complesso e difficile da inquadrare, risultando credibile.

Un altro personaggio interessante è Amra, il capitano della nave, di origine africane. In principio era uno schiavo, ma grazie alla sua astuzia e alla sua possanza fisica, riesce a sfuggire al suo triste destino e diventa il comandante di una nave di pirati, imponendosi con crudeltà e maestria. La sua cupidigia è senza limiti e lo condurrà a perdere molti dei suoi uomini, durante le sue spedizioni, anche se ciò non lo farà desistere dal compiere la sua missione.

Non mancano nemmeno donne discinte come in ogni sword and sorcery che si rispetti. In tale occasione abbiamo Amrita, figlia di Ramon Esteban, seduttrice e amante del capitano.

L’elemento soprannaturale assume un’importanza rilevante in questo racconto, atteso che l’Isola del Teschio è presidiata da orribili mostri simili a pipistrelli giganti dalle fattezze antropomorfe, che mietono i briganti come grano maturo e che custodiscono orribili segreti. Ciò dimostra che, a dispetto di quanto sostengono molti addetti i lavori, è possibile inserire la magia in maniera funzionale ad un’opera di narrativa, senza stravolgerla e senza grandi problemi.

In ordine alla trama, è bene rilevare che è piuttosto lineare e non presenta grandi colpi di scena,  ma risulta divertente e ben scritta. Comunque, oggi, a fronte delle numerose pubblicazioni infime presenti sul mercato italiano, occorre riconoscere che il plot è avvincente e per nulla banale.

Il registro linguistico è appropriato. Viene utilizzato il turpiloquio, come è normale che sia in un ciurma di pirati, ma non se ne abusa.

Concludo dicendo che L’isola del Teschio di Alessandro Vicenzi è un divertente racconto di spada e stregoneria che consiglio ad ogni amante di fantasy e che dimostra che anche in Italia è possibile scrivere sword and sorcery di qualità.

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