Revival sword and sorcery – Kyrik contro il mondo dei demoni di Gardner F. Fox – La saga di Kyrik #2

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Dettagli

Titolo: Spade per la Gloria

Titolo originale: Kyrik Fights the Demon World

Serie: La saga di Kyrik#2

Autore: Gardner F. Fox

Traduttore: Carla Meazza

Genere: Antologia di narrativa Sword&Sorcery

Pagine: 322

Editore: Mondadori (1993)

Prima pubblicazione: 1975

Non disponibile


Sinossi

Prima che il mondo civile fosse inventato, prima della società di massa, il mondo era… non sappiamo come, ma possiamo immaginarlo. Certo non abbiamo la pretesa di improvvisarci storici e archeologi, ma con l’aiuto dell’immaginazione possiamo andare parecchio lontano. E oltretutto, possiamo mescolare liberamente gli avvenimenti, le epoche, gli stili… Per esempio, possiamo supporre che prima della storia a noi conosciuta fiorissero reami poi sepolti dell’oblìo, città splendenti finite in macerie o coperte dagli abissi del mare, regni ambiziosi e potenti quando Atlantide era un sogno al di là da venire. In uno scenario di questo genere – estremamente fantastico ma convincente – si muovono Kothar e Kyryk, gli eroi dalla lunga spada di Gardner F. Fox, uno dei più prolifici autore di fantasy degli anni Sessanta e Settanta, seguace della colorita tradizione avventurosa di Robert E. Howard, e del barbaro Conan. Anche Kothar e Kyryk, i protagonisti dei tre volumi che abbiamo raggruppato in questa strenna, sono in un certo senso barbari, avventurieri che vagano in mondi pericolosi in cerca della fortuna, di preda e di donne bellissime. Ma le loro avventure sanguinose e magiche, a contatto di mostri e negromanti, hanno una modernità e un gusto spiccati che li rendono tra le creazioni più personali della “sword & sorcery” americana.


Commento

Copertina grigio-argento, illustrazione di un barbaro immerso in una location misteriosa accompagnato da un’incantatrice seminuda: lo speciale Urania Fantasy Inverno 1993 è un volume che farà la gioia di tutti i nostalgici dello Sword&Sorcery. Il libro in questione, titolato Spade per la Gloria, è una raccolta dedicata alle storie di Gardner Francis Fox (Brooklin 1911 – Princeton 1984).

La carriera di Gardner Fox ha del leggendario: a lui si deve la creazione negli anni ’40 della Justice Society of America, primo gruppo di supereroi della storia del fumetto, e l’ideazione di personaggi iconici come Doctor Fate, the Flash, Hawkman e Sandman [1]. Come autore di narrativa fantastica emerge fra gli anni ’40 e ’50 con la pubblicazione di racconti in pulp magazine come Weird Tales, Planet Stories e Amazin Stories [2]. Il suo contributo allo Sword&Sorcery, infine, è databile intorno agli anni ’70 con le storie di Kothar e Kyrik. Anche Gardner Fox, come tanti autori coevi, sviluppa i suoi personaggi secondo i canoni howardiani, portati alla ribalta proprio in quegli anni dai membri della SAGA (Swordsmen and Sorcerers’ Guild of America) [3].

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Il racconto Vassals of the Lode-Star, pubblicato in un volume di Planet Stories del 1947

Tornando al nostro libro, Spade per la Gloria comprende i seguenti contenuti: Kyrik contro il mondo dei demoni (Kyrik #2) la raccolta di racconti Kothar, barbaro spadaccino (Kothar#1) e il romanzo Kothar e l’uccisore di maghi (Kothar #5). In questo articolo recensirò esclusivamente il primo romanzo.

L’incipt di Kyrik e il mondo dei demoni è pressoché cinematografico: Endole è un ladro ferito a morte che si trascina per i vicoli di una città. Giunge alle porte di una taverna e riconosce all’interno il nostro protagonista, a cui lascia un frammento di una mappa e l’indicazione di recuperare un artefatto, le Campane di Salmalinda. La sequenza è ben congegnata, ricca di dettagli che anticipano un senso di pericolo: «All’orizzonte, Kyrik poteva scorgere gli alberi di una grande foresta e sopra di essa il cielo, curiosamente nero e vuoto di stelle, sebbene fosse una notte serena [4].» Il lettore è trascinato immediatamente all’interno della storia. Facciamo così la conoscenza di Kyrik e di Myrnis, zingara a cui il nostro eroe è legato. È evidente fin dalle prime battute che Myrnis occupa nella vicenda un posto di rilievo: il corpo della ragazza, infatti, ospita lo spirito della dea Illys, accorsa per dare supporto a Kyrik nel corso dell’avventura.

Kyrik e Myrnis/Illys fanno seguito alla preghiera di Endole e si recano alle Paludi del Giudizio. Di nuovo, possiamo apprezzare le doti espressive di Gardner che riescono a dipingere con grande effetto un luogo lugubre, dimenticato dai più: «Quelle rovine incombevano sulla distesa silenziosa, i fregi delle architravi ancora intatti sulle colonne cadute e sui capitelli spezzati che una volta avevano formato il portico [5].»

Dopo aver preso possesso delle Campane di Salmalinda, Kyrik usa una pregressa esperienza nella Confraternita dei Ladri per riuscire a contattare gli altri quattro personaggi della vicenda, tutti ladri e ciascuno in possesso di un artefatto magico: Porthis, Andrev, Theelth e la ragazza Larely. Il gruppo così composto dovrà compiere una serie di peripezie per opporsi strenuamente al ritorno sulla terra dei due signori dei demoni Eldrak e Moforgon.

Questa, in sintesi, la trama del romanzo. Facciamo un passo indietro e torniamo al nostro protagonista.

Chi è Kyrik?

Un omaccione in giacca di maglia e gonnellino di pelle di tigre, armato della sua fedele spada Zannablu. Gardner Fox dissemina le prime pagine di accenni al passato del guerriero, vicende che (in parte, credo) sono narrate nel primo volume della serie, Il guerriero stregone. Pur non avendo letto il primo libro sono stato in grado di apprezzare senza problemi il passato di Kyrik: dapprima ladro, poi sovrano di un regno; fu confinato in una statua dalla stregoneria finché, liberato da una strega, depose l’usurpatore e abbandonò il regno per una vita di vagabondaggio insieme a Myrnis. Il suo profilo è tipico dell’avventuriero dell’Heroic Fantasy, sebbene alcune peculiarità lo fanno emergere rispetto alla schiera di eroi emuli di Conan.

Innanzitutto Kyrik è in grado di usare le arti magiche, benché preferisca di gran lunga affidarsi a Zannablu: «Niente scherzi. Sono uno stregone anch’io, e conosco diversi incantesimi. Una parola falsa e avrai finito di vivere.» Non sorprende, per cui, che Kyrik non si scomponga fiutando qualcosa di fuori dall’ordinario nella diade Myrnis/Illys,: «Non so come tu facessi a sapere il segreto, ragazza, e non te lo chiederò, per ora. Ma stai lontana. Andrò giù io per primo. Serpenti e grossi rettili sono soliti infestare queste vecchie rovine [7].»

In secondo luogo, Kyrik mostra una certa umanità, sia per la motivazione che lo spinge ad accettare la missione di Endole: «Non voglio che quel vecchio sia morto invano […] ritroverò quelle campane e le rivenderò per acquistargli una lapide [8].» Sia per il senso di onore che dimostra ai compagni con lo svilupparsi della storia: «Verrò in luogo di Endole – dichiarò brevemente – Mi riterrò impegnato dai giuramenti e dai costumi della confraternita [8].» Sia per la sincerità del legame che ha instaurato con Myrnis: «Il suo attaccamento alla ragazza […] era profondo, forse anche più di quanto non si rendesse conto e parlarne lo metteva a disagio [9].» Il protagonista, dunque, risulta sufficientemente caratterizzato a differenza dei personaggi secondari che, come nel caso di Andrev o Theelth, risultano clamorosamente piatti o quasi ininfluenti nell’economia della storia.

Nonostante i tratti citati sopra, tuttavia, Kyrik è un personaggio statico. Questo ci porta a un aspetto importante del romanzo: la storia è decisamente plot-driven, cioè guidata da eventi esterni. Se all’inizio della narrazione questa struttura è funzionale, nella seconda metà del romanzo gli eventi scadono in una sequenza lineare concatenata da espedienti a volte posticci. Avanzando nella lettura, dunque, si ha la sensazione che la storia stia progressivamente inaridendo.

A dispetto di questo evidente limite, Kyrik contro il mondo dei demoni è comunque un romanzo che riesce a distinguersi nella produzione media dello Sword&Sorcery anche grazie a una forte commistione con l’epic fantasy.

Il fulcro della storia, di fatti, ruota attorno allo scontro fra le forze dell’oscurità e la schiera dei nostri eroi (senza dimenticare le divinità che li supportano). La stessa Myrnis/Illys si configura come il mentore che accompagna, istruisce e protegge l’eroe nel corso nella sua missione: «c’è del male, in questo mondo. Non so ancora precisamente dove o in che forma, né lo sa Makonnon. E così lui mi ha mandato per aiutarti a scoprirlo e distruggerlo [10].» Certamente interessante l’idea ma anche qui l’autore compie qualche passo falso.

Per essere un Guerriero Stregone, Kyrik attraversa la storia senza compiere una sola magia. Al contrario, sembra essere a disagio quando la storia diviene uno scontro magico: «Lui era uomo da combattimento, non un mago da competere con strategia demoniache [11].» Lo nota anche Myrnis/Illys: «Non vedi nulla da poter colpire con quella tua grande spada. Ecco perché sei preoccupato [11].»

È soltanto un esempio di punto controverso che ha minato il mio coinvolgimento nella storia. Ce ne sono altri, non ne farò la lista ma mi limiterò a riportare quelli più evidenti. L’elemento magico passa attraverso una sequela di artefatti che sembrano buttati lì soltanto per evocare l’intervento di un pantheon non molto chiaro di divinità. L’elemento romance, infine, ruota attorno al triangolo femminile Myrnys-Illys-Larely in perenne contesa per Kyrik, tanto da risultare grottesco considerando che il gruppo è alle prese con due demoni con tanto di seguito.

Per concludere, Kyrik e il mondo dei demoni è un romanzo godibile, pieno di buone premesse che, tuttavia, non vengono rispettate fino in fondo. Non è certo una pietra miliare del genere. Forse la storia avrebbe avuto una resa migliore in forma di racconto o, semplicemente, avrebbe richiesto una progettazione migliore. O magari, chi lo sa, siamo soltanto di fronte alla crisi da secondo capitolo.


Consigli di lettura

A chi lo consiglio: a chi ha voglia di approfondire la storia dello sword&sorcery nelle sue diversi fasi storiche.

A chi lo sconsiglio: a chi vuole puntare a una storia che rispetti appieno i paradigmi dello sword&sorcery.

Storie sullo stesso tema: se cercate una storia centrata sul culto di una sinistra divinità vi consiglio senza dubbio la Crociata Nera di Karl E. Wagner.

 Storie dello stesso autore: penso che la produzione più originale di Gardner Fox sia quella fumettistica. Intanto volto pagina e do una seconda possibilità al suo Kothar.

Multimedia: Se penso a un incrocio fra la potenza dello Sword&Sorcery e le atmosfere dell’Epic Fantasy mi viene in mente l’album dei Judas Priest Nostradamus, concedetevi un ascolto.

Note

[1] http://goodman-games.com/blog/2018/05/20/adventures-in-fiction-gardner-fox/

[2]http://tellersofweirdtales.blogspot.com/2013/06/more-authors-of-golden-age-of-science_24.html

[3]http://self.gutenberg.org/articles/eng/Swordsmen_and_Sorcerers%27_Guild_of_America_(SAGA)

[4] Gardner Fox, Spade per la Gloria, pag. 9.

[5] Ibid, pag. 15.

[6] Ibid, pag. 63.

[7] Ibid, pag. 16.

[8] Ibid, pag. 9.

[9] Ibid, pag. 33.

[10] Ibid, pag. 23.

[11] Ibid, pag. 65.


Autore

Gardner_Fox.jpgGardner Francis Cooper Fox (Brooklyn, 20 maggio 1911 – Princeton, 24 dicembre 1986) è stato un fumettista e scrittore statunitense.

Attivo dalla fine degli anni trenta, è stato uno tra i più prolifici e importanti esponenti della Golden e della Silver Age dei comics, creatore di molti storici personaggi della DC Comics.
Nella Golden Age diede vita ai personaggi di Sandman (1939) e Flash, Justice Society of America, Hawkman, Dottor Fate (1940), Starman (1941): nella Silver Age, Adam Strange(1958), Justice League of America (1960), Atomo (Ray Palmer, 1961), Batgirl (1961), Zatanna(1964).

Nato a Brooklyn, venne influenzato giovanissimo dalle letture di romanzi di Edgar Rice Burroughs, come ebbe modo di dichiarare più volte in seguito. Dopo gli studi in legge, la laurea al St. John’s College e la pratica della professione tra il 1935 e il 1937, coltivò il suo talento di scrittore negli anni della Grande depressione.

Il suo debutto come scrittore di fumetti fu sulle pagine della leggendaria testata Detective Comics, ma scrisse “ad intermittenza” molte altre storie per la DC durante la Golden Age (comprese Action Comics e Adventure Comics): in prosa, oltre a numerosi racconti, si segnala la sua cospicua produzione di storie pulp, in numerose riviste di fantascienza degli anni trenta e quaranta.

Il suo contributo nella creazione del mondo dei supereroi e dell’Universo DC è stato fondamentale: oltre ai personaggi citati e a molti altri, si deve a Fox, nel celebre All Star Comics n° 3 del 1940, la creazione della Justice Society of America: nell’albo, la prima “riunione” dei vari supereroi pone di fatto le basi per l’intero sviluppo della continuity tra le varie testate e nelle azioni dei singoli personaggi. Un ventennio dopo, nel 1960, dà vita alla Justice League of America e alle vicende di Terra-Due.

Dotato di notevole cultura ed appassionato di lettura, Fox infarcì il mondo dei comics con molti riferimenti storici, mitologici, letterari. Nel giro di un anno, per esempio, scrivendo la serie The Atom (1962), raccontò la rivoluzione ungherese del 1956, la corsa allo spazio, l’Inghilterra del XVIII secolo, la mitologia norrena.

Si stima che abbia scritto oltre 4000 storie a fumetti: tra gli aspetti caratteristici del suo stile, le vignette in cui il personaggio-narratore parla rivolgendosi direttamente verso il lettore.

È morto a Princeton, nel New Jersey, la vigilia di Natale del 1986 (Tratto da Wikipedia).


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