“LA TERZA MEMORIA” DI MAICO MORELLINI

Dettagli

Titolo“La terza memoria”

Autore: Maico Morellini

Collana: Urania Collezione – 1630

Editore: Mondadori

Prezzo: 3,99 (e-book)

Data d’uscita: maggio 2016

Pagine: 284

Sinossi

Beteah, la più capace dei Consiglieri del Verbo (il solo organo capace di manipolare la misteriosa energia che è stata l’origine del Disordine e che trae il suo potere dalla parola scritta), lascia la Città eterna in cerca di risposte. Dalle ceneri dell’apocalisse che ha devastato il mondo, si diffonde la leggenda di uno straniero capace di controllare il Verbo stesso: chi è, quale minaccia rappresenta per il Consiglio? Voci insistenti lo danno al nord, mentre il capo del Consiglio è tormentato da strani incubi che portano sempre allo stesso nome: Cartesio.
Cosa si nasconde nell’altra metà del paese? Chi minaccia il Verbo e tutto ciò che è stato costruito dopo secoli di disperazione? I compagni di Beteah si trovano di fronte a una ribellione inaspettata, ma faranno di tutto perché sui resti del Disordine non trionfi un caos ancora più mortale.

 

Commento

Ci sono romanzi che si collocano fuori dal tempo. Non parlo di ambientazione ma di stile, di tematiche e di visioni. La terza memoria è uno di questi e Morellini vi riflette le ispirazioni che rimandano al passato della grande letteratura di genere. Forse influenzato dal suo bagaglio di letture – come è giusto che sia ogni buon autore –, riesce a rievocare suggestioni che hanno formato molti scrittori moderni. Non mi è dato sapere quali opere lo abbiano davvero influenzato, ma nel leggere questa storia ci si ritrova a scavare nel proprio passato letterario, perché l’anima del romanzo fa riaffiorare con forza reminiscenze e sensazioni provate nel leggere grandi autori che hanno forgiato il genere fantastico. Dico fantastico come concetto assoluto perché, per quanto sia classificato come fantascienza, questo libro è capace di fondere i generi e assumere una vita propria e indipendente, proprietà tipica dei “classici”, capaci di uscire dagli schemi. Alcuni esempi che mi sono tornati in mente: Hyperion di Dan Simmons, o Il libro del Nuovo Sole di Gene Wolfe, oppure il Ciclo della Terra Morente di Jack Vance o più in generale le atmosfere di molto romanzi di Ursula Le Guin, in particolare Città delle Illusioni, o ancora alcuni racconti di James Ballard e i primi di George Martin. Mi fermo qui, ma ce ne sarebbero altri che di certo mi sovverranno ad articolo finito e, visto che ho citato solo autori stranieri, aggiungo l’italiano Adalberto Cersosimo nel suo Libro dell’impero, che tempo fa ho recensito proprio su questo sito.

Ma veniamo al perché di questo mio lungo preambolo.

Ambientato in Italia, in un futuro post apocalittico, sin dalle prime pagine abbiano un’immagine chiara di un nuovo medioevo – nell’accezione negativa dei secoli bui -, frutto della Proibizione che ha riportato stabilità dopo che il Disordine ha distrutto il mondo conosciuto e cancellato la memoria storica. Quasi nessuno sa scrivere, perché Il Verbo è potere, e solo dopo una rigida selezione e un addestramento rigoroso, gli Adepti più promettenti possono accedere all’uso della parola scritta. E pochi meritevoli sono ammessi nel Consiglio e al cospetto della Voce, il migliore tra loro che governa la nuova Roma con regole precise e inviolabili, come un antico Papa con poteri spirituali e temporali. Ci troviamo davanti a una nuova religione che ricorda il passato e ne emula lo scopo: ottenuto il potere sul popolo, non ha alcuna intenzione di cederlo e fa leva sui dogmi per governare le masse con ferrea e spietata determinazione.

Chi comanda è in grado di attingere al potere del Verbo, il che significa rendere reale ciò che viene scritto, attraverso Regola, Fato e Legge.

Carne, metallo, sangue e pietra: una configurazione che è ben spiegata sin dalle prime pagine che permette ai prescelti di raccogliere il proprio sangue, attraverso una gabbia metallica e delle ampolle e poter trascrivere le parole su una tavola di pietra. E quello che viene scritto si avvera.

Il Verbo dunque come magia, quasi un’invocazione divina al servizio della Voce: uno strumento di potere ma anche un sistema di protezione per impedirne  un uso sconsiderato e distruttivo.

Tutto cambia quando a nord arriva uno straniero, in grado di usare il Verbo senza strumenti, potente come la Voce. A minacciare il Consiglio è anche la Torre dei Numeri e l’uso improprio del Verbo che un Emissario utilizza a fini negromantici.

In questo scenario dove la magia del Verbo governa ogni cosa, il caos inizia a dilagare, mettendo a repentaglio il nuovo ordine sociale e diversi personaggi iniziano il loro percorso.

La Consigliera Beteah e il Beneditore Aarlon partono per una spedizione insieme ad alcuni militi, tra cui spicca Anestor, e con due Segugi, abomini che si nutrono di Verbo. Il loro viaggio tocca tappe fondamentali per far proseguire la storia e svelare alcuni inganni, ma le trame nella Città Eterna sono rette dai Consiglieri Moxeo, Sixtia e Antio, così come dalla Voce, ossessionato dalla ricerca sulle origini stesse del Verbo. La parti più oniriche e/o metafisiche sono rappresentate dallo straniero che cerca di scoprire, svelare e cambiare il mondo che lo circonda. Ternan, il Maestro dell’Ordine dei Numeri, ambisce invece a un riscatto e per salvare la sua struttura inizia a preparare una guerra contro Roma.

I punti di vista sono tanti, forse troppi per un romanzo non così lungo, anche se corposo, certamente funzionali alla narrazione ma a volte forse superflui. Questo è a mio avviso l’aspetto un po’ più debole dell’opera, perché per quanto sia appassionante, il ritmo – soprattutto nella parte centrale – è fin troppo spezzato per dare voce a comprimari che, dopo essere serviti inizialmente a mostrare l’ambientazione, diventano insignificanti. Persino a trequarti, emerge un personaggio, Sarya, un’adepta inviata per spiare la Torre dei Numeri, utile per lo svolgimento della battaglia finale, dove compaiono altri due adepti usati in ruoli che avrebbero potuto essere affidati a qualcuno dei Consiglieri.

L’affresco che affascina rimane a sormontare lo svolgimento degli eventi che diventa incalzante nella parte finale, fino alla conclusione rivelatrice, forse non troppo spiazzante ma di forte impatto.

La prosa di Morellini è abbondante, ricca di descrizioni ed elegante. Ha questo richiamo ancestrale ai miti letterari, sebbene abbia una sua dimensione molto chiara e distinguibile. 

Nel suo complesso, La terza memoria non tradisce il lettore e raggiunge un equilibrio narrativo che soddisfa le aspettative iniziali. Le suggestioni letterarie, però, forse richiedevano uno sguardo più innovativo alle attuali dinamiche di scrittura – è pur sempre un libro del 2016 – e anche strizzando l’occhio al passato, si sente l’esigenza in alcuni passaggi di qualche asciugatura e di un maggior approfondimento dei personaggi.

Il coinvolgimento è però limitato anche dall’emotività soffocata e repressa che hanno i protagonisti e questo è un tocco di classe che trasforma un possibile difetto in un pregio.

Il mistero, le spiegazioni centellinate o criptiche e perfino le scene di azione riportano al “gusto dello scoprire” che a volte i romanzi moderni svelano con troppa solerzia di informazioni.

La terza memoria è un romanzo coraggioso, non si limita a voler essere etichettato per genere e spinge il suo pubblico di riferimento a volgere lo sguardo oltre le definizioni.

Poi, in fondo, il potere del Verbo non è forse la metafora perfetta per raccontarci l’effetto che hanno le storie sulle nostre vite e la capacità della scrittura di rendere reale l’immaginazione?

L’autore

Classe 1977, vive in provincia di Reggio Emilia e lavora nel settore informatico. Con il suo primo romanzo di fantascienza, Il Re Nero,
ha vinto il Premio Urania 2010, pubblicato nel novembre del 2011 da Mondadori. Nel 2014 ha creato per Delos Digital la serie hard science fiction I Necronauti e nel 2016 il suo secondo romanzo di fantascienza, La terza memoria, è uscito su Urania, mentre sempre nel 2016 è stata pubblicata da Vincent Books l’antologia di fantascienza Voci della Polis. Il suo romanzo Il diario dell’estinzione, pubblicato da Watson Edizioni nel 2018, ha vinto il Premio Italia come miglior fantasy. Ha pubblicato racconti su diverse antologie tra cui Strani Mondi, pubblicata sul Millemondi Urania n. 82, Mondadori. Il suo ultimo romanzo Il ragno del tempo è pubblicato da Providence Press nel 2020.

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