Recensioni: “Seta Macchiata di Sangue” (2023)

Dopo aver conosciuto un austero e arcigno Rubboli nella storia scritta da Caterina Franciosi di cui si è parlato di recente, si è passati ad un suo omonimo più “carta e ossa”, con il racconto Seta Macchiata di Sangue uscito per Delos nel 2023. Marco Rubboli torna a parlare di un soggetto ricorrente nelle sue numerose pubblicazioni, conosciuto anche nella storia Ombre sulla Dacia (uscito sempre per Delos edizioni), o anche più recentemente in un racconto breve nell’ultimo numero di Dimensione Cosmica, ovvero il tema dei Pretoriani Neri, che stavolta tuttavia saranno protagonisti di una avventura nelle lontane terre orientali dell’antico Giappone.

Il tema del Fantastico Mediterraneo è uno dei punti cardine della produzione di Rubboli, che tuttavia si è mostrato in questi anni un autore polivalente oltre che invidiabilmente prolifico, basti pensare alle numerose pubblicazioni per Delos, tra le quali la saga parigina dei moschettieri che verte sul weird e Horror.

In termini puramente stilistici, come molto spesso avviene nella narrativa breve fantasy sia italiana che anglosassone, Rubboli sceglie di affidarsi ad uno stile molto leggero e sbarazzino. Questo ovviamente aiuta ad uno sviluppo rapidissimo e piacevole degli elementi della trama e consente di raggiungere l’obiettivo che lo scrittore e saggista storico si era prefissato, ovvero quella assoluta linearità delle avventure, con la giusta resa del culmine delle componenti sovrannaturali, e di legare assieme due contesti molto difficili da tenere uniti, la Fantasy Mediterranea e la Oriental Fantasy, e – utile specificare – non quella generica e soft, che potremmo trovare, ad esempio, in romanzi come Il Paladino di Carolyn J. Cherryh (tanto per dirne uno), ma diretta e decisa sul giappone antico e sulle varie rivisitazioni mitologiche nipponiche. La semplicità e una pretesa contenuta sono ovviamente delle soluzioni adatte per questo scopo, per molti aspetti condivisibili, soprattutto per uno scrittore che ha vaste conoscenze storiche dimostrate dai molti saggi scritti e che riuscirebbe agevolmente a gestire contesti più impegnati. Tuttavia, talvolta da un punto di vista puramente terminologico, espressivo e atmosferico, i toni leggeri comportano una pesante defezione in termini drammatici e retorici,  anche perchè un soggetto come i Pretoriani Neri probabilmente si comporterebbe bene in un contesto più cupo e meno improntato sulla vivacità e sulla leggerezza. In generale la storia funziona e restituisce una lettura divertente, ma si ha l’impressione che un po’ di pretesa letteraria in più avrebbe fatto uscire ancora meglio Seta macchiata di Sangue, anche perchè il contesto della Fantasy Mediterranea per sua naturale indole ben si sposa con una inclinazione tragica e titanica rispetto alle tendenze post-moderne degli ambiti del fantastico che invece sono improntati sul divertissement definitivo.

A giudicare dalla storia del genere che trattiamo sin dalle origini, ovvero tutte le sfumature della Fantasy Eroica, il fantastico mediterraneo è un ambiente della Fantasy che trova il suo habitat quasi sempre nella Sword and Sorcery e ciò può essere verificabile perfino alle sue radici “proto-attive”; il romanzo World’s Desire firmato da Haggard (e non secondariamente anche da Andrew Lang) scritto nel 1890, ci lascia a considerare che le radici di questo genere siano proprio in un autore pesantissimo per quella che sarà dopo di lui la mentalità Sword and Sorcery, ovvero quell’autore che ha dato con il “Mondo Perduto” proprio la mentalità alternativa al “mondo secondario” contribuendo a generare le due grandi aree dell’Heroic Fantasy, svincolando il fantastico dalla condizione “sine qua non” dello pseudo-medievalismo germanico o anglo-sassone. Talbot Mundy, scrittore preferito da Robert E. Howard, ha confermato con Tros di Samotracia che la Fantasy Mediterranea dovesse connaturarsi quasi totalmente al destino Sword and Sorcery e anche nel caso si cerchino dei ricorsi nelle altre grandi scuole di pensiero, di certo si noterà che anche gli altri precursori di Fantasy Mediterranea, come la Mitchison (Nella Fantasy impropria e nella fiaba adulta) o in William Morris nella Storia di Aristodemo di Sparta o Earthly Paradise, si trova sempre una inclinazione molto pesante da un punto di vista drammatico e una relativa epurazione dei contesti fiabeschi, leggeri o pedagogici. Non sarebbe stato pertanto un male vedere un soggetto interessante come i Pretoriani Neri esprimersi in un contesto con una retorica più pesante e cupa, e un ricorso minore al neo-fantastico post-moderno che, ancor più dell’avventura in party alla Dungeons and Dragons è figlio di una mentalità abbastanza audiovisiva che potremmo ritrovare in film come L’ultima Legione (Lefler, 2007, tratto dal romanzo di Manfredi), Hercules (Ratner, 2014), Hercules Reborn (Lyon, 2014) Gods of Egypt (Proyas, 2016) e molti altri, ovvero una fiction che rappresenta una variante più avanzata perfino dalle avventure in gruppo di R.A. Salvatore o le novelle selezionate da Robert Asprin. Tutto ciò, in definitiva, senza voler troppo ribadire sul punto, lascia pensare che delle tonalità più pesanti e meno vivaci avrebbero potuto dare molto a questo racconto. Tuttavia si può capire la scelta, rimane apprezzabile il fatto che il contesto ucronico sia totalmente coerente con l’attitudine narrativa scelta, e che questo tipo di soluzione abbia permesso di rendere efficace l’unione di Fantasy Mediterranea e Oriental Fantasy. Permangono inoltre alcuni incontestabili punti di forza che rendono godibile la storia, come una scrittura ordinata e ben svolta, e le buone caratterizzazioni dei personaggi che indubbiamente si lasciano ricordare.

Note e Riferimenti

Seta Macchiata di Sangue- Scheda Ufficiale Delos Digital

Rispondi

Scopri di più da

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading