Recensioni: “Lo Speziale” di Caterina Franciosi (2023)

Conosciamo ormai da molto tempo l’autrice Caterina Franciosi che – oltre a comparire spesso qui nelle pagine di Hyperborea – si è mostrata nel tempo e a più riprese invidiabilmente eclettica con storie come Il Cappotto Vuoto, o anche Il Male dentro, ancorchè abbia abituato i suoi lettori alla sua principale specialità che è quella del romanzo breve oriental fantasy. Lo Speziale verte pertanto verso quella parte della produzione dell’autrice di “atipica cimentazione”, trattandosi di una storia fantastica basata sul salto temporale che in termini puramente stilistici assimila in modo espedientistico la radice del Portal Fantasy.

Sin dalla caduta nel “Wonderhole”, che opportunamente è usato come variante carroliana del più cosmico – e soprattutto non inventato dal sottoscritto – Warmhole, ovverosia un buco nel bosco che non disdegna affatto di inghiottire il boccone Giovanni Bastianelli come non avrebbe trovato sgradita una più ristretta Alice, il romanzo mostra il suo ritmo ben scandito e la sua solerte immediatezza. Da un punto di vista tecnico l’opera breve di Caterina Franciosi, pur soddisfando i suoi pur moderati e composti impulsi sbarazzini ed estrosi, mostra la bravura dell’autrice di costruire facilmente dei segmenti ben controllati di narrativa veloce, con un sentore di casualità e di descrizione breve che bilancia bene con l’estrema praticità funzionalistica. Con questo si vuole intendere che, come nella vecchia scuola primonovecentesca dei “Racconti Turbolenti” di Rafael Sabatini, ad esempio, niente è solo per bellezza, si può concedere ovviamente qualche garbata e aggraziata descrizione, perchè no; a patto che però non ingombri il flusso spedito di una narrazione che ha l’esigenza di essere molto veloce. In sostanza, tutto quello che viene menzionato deve tendenzialmente servire a qualcosa. Questo non sempre è buono quando si ha a che fare con le tradizioni fantastiche, ma nel caso di Caterina Franciosi l’effetto di essere efficienti senza apparire poveri riesce bene, un chiaro segno che l’autrice sa bene come muoversi nell’insidiosa narrativa breve, per molti più temuta dei lunghi formati. In termini di ritmo e tempi, si potrebbe dire che si trovano più similitudini con l’Ombra di un Principe rispetto a Sakura. In questo romanzo breve Caterina Franciosi opta per una rinuncia a quel bilanciamento tra semplicità e lievissime rotondità che si prestano molto bene ad una storia come Sakura, dando quell’effetto di racconto di stampo aneddotico-mitologico che pur senza ironia e satira accademica potrebbe qualche volta accomunarsi alla narrativa breve di Ernst Bramah. Certo, questo è molto naturale e perfettamente condivisibile, è un racconto molto diverso da Sakura per contesto, stile, pensiero, metodica, perfino per motivazioni di fondo, tuttavia è plausibile ritenere che la migliore espressione dell’autrice si trovi in quel tipo di Oriental Fantasy e non qui. Si diceva che il Buco, non avrebbe disdegnato neanche Alice, sebbene questa non abbia affatto le esatte misure di Giovanni Bastianelli contrariamente a Ludovico che occupa il secondo ricorso tradizionale e commediografico della storia, parentabile a quello della sostituzione d’identità in Shakespeare (e non meno ne Il Marchese del Grillo con Alberto Sordi) ma soprattutto ne Le Mille e una Notte. Il momento in cui il protagonista trova un riscontro sulla natura dei Portali riesce bene a dare il suo effetto “Geillis Duncan” – giusto per citare anche qualcosa di più trendy e moderno – e conquistare un certo divertimento. Nonostante, come si è detto poc’anzi, Caterina Franciosi abbia almeno in questo caso lo scopo primario della creazione di un romanzo divertente e mai troppo sovraccarico, risulta soddisfacente nelle approssimazioni dei dettagli storici come lo speziale, la scherma, o alcune descrizioni e specificazioni ambientali che appaiono solidi e di buona cognizione. Sebbene l’autrice abbia come “specialità della casa” la narrativa breve di stampo neo-mitologico/Oriental Fantasy, Lo Speziale mostra come in passato un suo temperamento eclettico non certo scontato e da tutti, oltre quella che potremmo qualificare come una certa maestria nelle dinamiche della narrativa breve.

Note

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