Science&Sorcery – parte II: Dune e FuturEvo

Continuando la riflessione iniziata da Alessandro Zurla, tra gli esempi che saltano alla mente vi è di sicuro Dune, il ciclo di romanzi di Frank Herbert recentemente tornato alla ribalta grazie a una spettacolare trasposizione cinematografica. Se parliamo di una mistura di fantascienza e letteratura fantasy di stampo epico ed eroico, Dune ne presenta ogni elemento fondamentale, influenzando per i decenni a venire successivi alla sua uscita tutto il panorama relativo.

Molto importante sotto l’aspetto più epico sono poi le dinastie in lotta tra loro, ma senza dilungarmi troppo sulla trama dei romanzi si può dire che il vero protagonista sia il pianeta Arrakis, detto anche Dune, per via dei suoi deserti sconfinati: un pianeta ricco di spezia, sostanza in grado di far viaggiare oltre lo spazio e il tempo, una metafora sia del petrolio, sia dell’LSD e delle misture psichedeliche usate negli anni ’60. Nell’universo di Dune abbiamo un Impero Galattico che raggruppa i suoi domini tramite un sistema feudale denominato Landsraad, nel quale ogni feudo comprende uno o più pianeti affidati a una delle casate maggiori. La casata dalla quale discende il protagonista, la figura messianica del pianeta Dune, è la famiglia Atreides, un nome che richiama Atreo e le antiche sciagure della stirpe di Agamennone. La casa Corrino è quella dell’Imperatore Padishah, e altra famiglia importante è quella degli Harkonnen, interessati a Dune e pronti a sfruttare il pianeta e la sua popolazione. Gli abitanti di Arrakis, i Fremen, tuttavia, attendono il prescelto, il messia, colui che inizierà una nuova guerra sacra e porterà all’indipendenza di Dune, e lo riconoscono in Paul Atreides.


L’aspetto più interessante e più collegato alla tematica “science & sorcery” è in ogni caso l’ordine Bene Gesserit.

Deriva dal latino quamdiu se bene gesserit, ovvero “fino a quando si comporterà bene”, usato più che altro nel linguaggio giuridico. L’ordine è composto da membri di sesso femminile che tramite una serie di accoppiamenti programmati e conoscenze di genetica puntano alla nascita dello Kwisatz Haderach, colui che può essere in più luoghi contemporaneamente.

Le conoscenze del Bene Gesserit sono considerate stregoneria dalle persone comuni.

Esse sono capaci di decifrare le emozioni attraverso i segnali somatici e di comandarle tramite la Voce, una modulazione del tono vocale che influenza in modo profondo il subconscio di chi la ascolta, fino a soggiogarlo, una sorta d’ipnosi.

Sono circondante da un’aura di mistero e influenzano politicamente l’Impero, sono infatti mogli o concubine di uomini importanti sotto l’aspetto politico. La stessa Lady Jessica, madre di Paul, è la moglie di Leto Atreides, duca della casata. Ella è parte del progetto genetico che darà vita alla figura dello Kwisatz Haderach, una sorta di essere perfetto. Paul è dunque il prescelto sia per quanto concerne la profezia degli abitanti di Arrakis, sia per quanto riguarda le Bene Gesserit, e sarà in grado di possedere e ammaestrare poteri al di là della comprensione umana. L’importanza dell’aspetto science&sorcery di Dune è sicuramente quello di presentare una connessione tra l’avventura di fantascienza e l’esoterismo, con riferimenti a tantissime tradizioni differenti: la nomenclatura ricorda il Medio Oriente; la spezia, o melange, è una sostanza a metà tra la chimica e la magia; tutto nell’universo di Dune ha quest’aura di antico, di segreto, di mistico, di lontano. Nel futuro, certo, ma talmente distante da noi da ricordare il passato più ancestrale.

Le casate in lotta tra loro e la dicotomia tra l’ Impero e una fazione che si oppone ad esso ritorna inoltre in molta letteratura e cinematografia moderna. Basti pensare a Star Wars, del quale lo stesso Lucas ha affermato che senza l’esistenza di Dune non ci sarebbe mai stato. Per quanto riguarda le casate e i vari giochi politici tra di loro, è doveroso fare un cenno storico a cosa succedeva nel mondo quando Frank Herbert scrisse il primo romanzo di Dune: un mondo in piena guerra fredda, in lotta per le risorse petrolifere dell’Afghanistan e del Medio Oriente. L’esempio più lampante e famoso, anche per i non appassionati di fantasy, è poi l’epopea di George R.R. Martin dove la politica è talmente fondamentale da far dimenticare talvolta di trovarsi di fronte a un’opera di fantasy, assomigliando di più a un romanzo storico “inventato”, sebbene Martin si sia ispirato alla Guerra delle due Rose in Inghilterra avvenuta durante la seconda metà del 1400. Dune è un’opera talmente mastodontica che si può affermare che abbia influenzato un po’ tutti gli scrittori anglosassoni e non negli ultimi decenni.

Un altro aspetto interessante, tornando al tema delle Bene Gesserit, è quella sorta di mantra che ripetono per calmare la propria mente, che ricorda qualcosa di molto simile a concetti di natura buddista o yogi, e il loro uso della meditazione e del potere della mente in modi molto affini a pratiche dell’induismo più antico.

Non devo avere paura. La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l’annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura. Permetterò che mi calpesti e che mi attraversi. E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso. Là dove andrà la paura non ci sarà più nulla. Soltanto io ci sarò.

Si parla di occhio interiore, un riferimento molto chiaro e preciso all’induismo, dove esso è un simbolo collegato al dio Shiva, al sesto chakra, che consente, una volta aperto, secondo la tradizione, di fare le stesse cose delle Bene Gesserit: percepire l’aura, l’energia che trasmette una persona, prevedere il futuro, scorgere ricordi di vite precedenti. Vi sono anche ordini di yogi che praticano cerimonie e riti ascetici molto simili alle Bene Gesserit, pratiche pericolose per la vita e per la sopravvivenza. Ricordiamo gli asceti che incontrò il Buddha e da cui si staccò successivamente quando si rese conto che la via dell’ascetismo totale e della mortificazione del corpo non porta all’illuminazione, ed è necessaria una via di mezzo, come per il sitar, che dev’essere accordato né con le corde troppo tese, né troppo molli, per suonare bene, e allo stesso modo l’essere umano. Le Bene Gesserit sono invece molto estremiste nelle loro pratiche e nei loro scopi, d’altronde ci troviamo in un universo spietato, e utilizzano poteri simili alla magia nera. Sono una sorta di streghe science&sorcery. In Dune è totalmente assente l’elemento narrativo della sword&sorcery, si tratta di un genere completamente diverso, sia per quanto riguarda puramente l’aspetto tecnico che lo stile dell’autore. Per quanto concerne invece l’aspetto dell’eroe prescelto, esso prima di Dune era abbastanza insolito nella fantascienza, per lo meno in quella contemporanea a Herbert, dove troviamo distopie, non saghe epiche, abbiamo anti eroi, non abbiamo messia. Eppure Dune spezza la fantascienza a metà, rivoluzionandola in qualche modo, si legge fantascienza “prima” di Dune, e “dopo” Dune.

Altri elementi che fondono insieme scienza e magia sono i ghola, che vengono creati tramite manipolazione genetica tramite le sapienze dei Tleilaxu, che formano l’ordine patriarcale dei Bene Tleilax, mentre di stampo matriarcale è l’ordine delle Bene Gesserit. Sono creature che vengono create a richiesta dalle casate maggiori dell’universo, possono essere create a partire da cellule vive, ma anche da cellule morte, e un ghola è una sorta di clone indistinguibile dall’originale. La memoria genetica è un altro tema a metà tra la scienza e l’esoterismo, infatti una caratteristica delle Bene Gesserit di alto livello, le Le Reverende Madri – diventate tali dopo un rituale a base di essenza di spezia, la cosiddetta Agonia della spezia, una sorta di overdose della tale sostanza – è la capacità di risalire lungo la propria ascendenza, sommando la propria esperienza personale a quella delle donne contenute nella storia del proprio patrimonio genetico. La prescienza, ovvero la capacità non di prevedere il futuro, bensì di intravedere il cammino giusto attraverso moltissimi cammini possibili, è un altro elemento a metà tra la scienza e la magia, ha un sapore magico, ma nell’universo di Dune è presentato come qualcosa che la scienza un giorno arriverà a spiegare. I computer sono infatti stati banditi dopo una guerra tra uomini e macchine. L’elemento fantascientifico è l’uomo stesso, anche se è altrettanto vero che ogni opera di fantascienza contiene sempre una riflessione di fondo sull’esistenza umana.

Per quanto riguarda gli autori nostrani, ho trovato interessante seppur molto distante da Dune stilisticamente, e più vicino alla letteratura sword & sorcery, il caso di Futurevo di Paolo Motta. Si tratta di un universo espanso dove, anche in questo caso, la tecnologia è stata bandita: la tecnologia tutta, non solo i computer. Il personaggio inventato da Paolo Motta, un Inquisitore del dio Macon, è costretto ad usarla, e solo gli Inquisitori possono farlo con cognizione di causa. FuturEvo è un universo condiviso tra diversi autori, che oscilla tra fantascienza post-apocalittica e heroic fantasy. Fino ad ora sono state realizzate due antologie, FuturEvo –Dopo il Grande Disastro e FuturEvo – I Fasti d’Oriente, pubblicate dalla Cooperativa Autori Fantastici. Uno dei racconti è stato candidato al Premio Italia ed è stato anche adattato a fumetti sulla rivista Sherazade, con testi di Paolo Motta e disegni di Bruno Farinelli.

Siamo in un lontano futuro, in cui i continenti si sono riuniti insieme come nella preistoria. In particolare, le zolle continentali di America e Europa sono collise fra loro, dando origine ai Monti Novissimi, vette più alte dell’Everest. In aggiunta, europei e nordamericani, che prima del cataclisma erano alleati, si sono combattuti con tutte le armi più micidiali che avevano a disposizione. Così facendo hanno peggiorato ancora di più la situazione, provocando l’inverno nucleare (in seguito ricordato come il Grande Disastro).

Finita quest’epoca buia, nelle terre che un tempo corrispondevano a Africa, Medio Oriente, Mar Nero e Asia centrale, hanno cominciato a fiorire nuove civiltà, simili a quelle dell’Alto Medioevo europeo, ma che, in aggiunta, hanno scoperto che magia e stregoneria non erano semplici superstizioni, ed hanno cominciato a praticarle. Le scienze occulte hanno così preso il posto delle scienze “razionali” su cui si basava il vecchio mondo. Di tanto in tanto rispunta qualche oggetto tecnologico, sul quale, però, hanno per legge il monopolio gli Inquisitori del Tempio di Macon; tuttavia, esistono anche persone che cercano di restaurare l’antica tecnologia precedente al Grande Disastro. Gli Inquisitori devono quindi intervenire contro questi ultimi e, a volte, lo fanno proprio usando anch’essi delle macchine, specie armi da fuoco e veicoli.

Esistono inoltre uomini mutati geneticamente dalle radiazioni che hanno assunto statura gigantesca (i giganti) oppure forme grottesche e zoomorfe (satiri, centauri, cinocefali, ecc.). Fra questi ultimi c’è anche il primitivo popolo dei Troll che vive nascosto delle foreste e che spesso si scontra con gli uomini.

A mio parere Futurevo è un buon esempio di science&sorcery perchè mescola elementi tipici della fantascienza e canoni fantasy e cifre stilistiche della sword&sorcery. La magia è un elemento fondamentale di Futurevo, abbiamo inoltre una buona dose di antieroi e di narrazione antologica, con vari riferimenti anche alla cinematografia d’azione, il personaggio che viaggia solitario sulla moto ricorda in qualche modo Mad Max di George Miller e Renegade, personaggio della pop culture americana giunto anche da noi e molto popolare tra le serie tv anni ’90. Il suo nome è Sermon, e risulta molto più vicino al lettore di un duca Leto Atreides, ricorda il Solomon Kane howardiano, trasposto in un mondo completamente diverso. Molto interessante lo stile arguto di Paolo Motta e l’ironia e il sarcasmo nel mettere in un racconto dedicato al suo personaggio, Sermon di Kein, il personaggio di Santa Claus, definendolo Padre dell’Inverno, e la bevanda magica per eccellenza, la Kola-Koka, amata dai razziatori, che preferiscono definirsi consumatori. Una critica non troppo sottile al linguaggio pubblicitario, qui trasmutato in iconografia e in simboli religiosi, per così dire, dell’azienda Coca Cola, dove Santa Claus sembra esserne quasi il nume tutelare. Sermon si comporta come il tipico anti eroe howardiano e per certi versi mi ha ricordato, nel suo modo di fare coi troll, per quanto riguarda il racconto che ho letto, Geralt di Rivia, anch’egli un personaggio molto ispirato a Robert E. Howard e alla letteratura sword & sorcery di più vecchia data.


FuturEvo – Sermon l’Inquisitore (hyperborea.live)

FUTUREVO – DOPO IL GRANDE DISASTRO (hyperborea.live)

SALVARE KLASSH- Un racconto di FuturEvo (hyperborea.live)

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