Lupo Solitario – “I Signori delle Tenebre”

I Signori delle Tenebre è il primo libro della serie Lupo Solitario, scritto e illustrato da Joe Dever e Gary Chalk nel 1984 e pubblicato presso la Arrow Books di Londra e tradotto in tutto il mondo. In Italia la prima traduzione è di Judy Moss e Giulio Lughi, con una copertina indimenticabile e iconica per tutto il mondo degli appassionati di fantasy, pubblicata nel 1985 da edizioni E.L.

Si tratta di un libro game, e un vero simbolo del genere. Senza dilungarmi troppo sulle regole, pongo l’attenzione sui particolari stupendi delle miniature delle armi nelle prime pagine, i dettagli e gli stendardi della mappa, i castelli, i villaggi. Si denota una cura preziosa.

L’intento dell’autore è esattamente quello di far immergere il giocatore in un mondo ben dettagliato, il resto sta alla sua immaginazione e alla sua capacità di discernimento, al suo coraggio, alla sua ispirazione, alla sua attitudine alla strategia.

Lupo solitario non ha le caratteristiche molto più complesse di una campagna a D&D, la base del libro game è leggere e giocare insieme, ovvero modificare la storia del libro a proprio piacimento, tramite le proprie scelte di gioco.

Non è molto diverso da un gioco di ruolo qualsiasi, ma si svolge il tutto tramite la penna di Joe Dever.

Da molti secoli i nobili cavalieri del regno di Sommerlund sono soliti mandare i loro figli presso il monastero Ramas, affinchè siano addestrati nelle arti tipiche di un cavaliere. Nell’età della Luna Nera i Signori delle Tenebre portarono guerra e devastazione a Sommerlund. Il conflitto vide vincitore re Ulnar, insieme agli alleati del regno di Durenor, che sconfissero Vashna, il condottiero dei Signori delle Tenebre, presso il passo di Moytura. Re Ulnar lo vinse con la Spada del Sole, la sua lama. Da allora i Signori delle Tenebre hanno giurato vendetta nei confronti di Sommerlund.

Questo è il prologo di tutta la storia. Si entra nell’azione vera e propria quando Lupo Solitario, il protagonista, si trova a dover scappare da un’invasione di creature nere alate, i Kraan, durante il giorno di Fendar, nel quale si festeggia l’investitura e la conclusione dell’addestramento dei giovani Ramas.

Nell’edizione espansa del 2007 Lupo Solitario non scappa, ma prende parte alla difesa del monastero, che si rivelerà poi vana, riuscendo ad accendere il Faro di Cristallo, puntato a Holmgard, che segnala a re Ulnar l’avvenuto attacco.

Nella prima edizione invece abbiamo un Lupo Solitario in fuga, spaventato, inseguito da un’orda di creature provenienti dalle tenebre più profonde. Sono molto affezionato alla prima edizione di questo libro game, lo giocai quand’ero bambino, e fu uno dei miei primi approcci alla fantasy.

Ne I Signori delle Tenebre sono presenti tutte le caratteristiche tipiche di un mondo e di un romanzo fantasy anni ’80. Sono un misto di sword & sorcery, qualche caratteristica dark, e citazioni al mondo nordico, per lo meno nella scelta di alcuni nomi, ma del resto, siamo nel nord del mondo di Joe Dever, la scelta è azzeccata. Non è ridondante, si mantiene vivo e vivace, coinvolgente, ricco di dettagli, rimane nel suo genere, lo schema identificato come il viaggio dell’eroe è chiarissimo, l’invasione dei Kraan rappresenta una chiamata all’avventura, tanto come per Luke Skywalker nel primo Star Wars lo è la morte dei suoi zii e l’incontro con Obi-Wan Kenobi. Lo stile e le caratteristiche principali, se vogliamo ridurre all’osso I Signori delle Tenebre, sono diventati col tempo dei topoi, addirittura dei clichè, della letteratura fantastica. Tuttavia qui si tratta innanzi tutto di un libro game, non dobbiamo dimenticarci poi che ora nel 2022 sembrano clichè, nell’84 probabilmente la situazione era ben differente. Sebbene sia una prima prova, I Signori delle Tenebre, e sebbene sia introduttivo a tutta la continuazione della serie di libri game dedicati a Lupo Solitario, si dimostra solido e convincente. A mio parere l’importante è quello, in primis, insieme alla cura dei dettagli che obiettivamente bisogna impiegare per costruire un libro game con scelte varie. Soprattutto questo libro game è importante perchè rappresenta un’icona, una leggenda. Lupo Solitario è forse la serie di libri game fantasy più famosa a livello mondiale.

Ho scelto I Signori delle Tenebre per presentare il genere più ampio dei libri game, perchè se è sempre bene partire dal principio di un genere, quando lo si vuole capire.

Trovo che i libri game siano una buona alternativa, o comunque siano complementari, ai videogiochi fantasy di cui ho trattato in un paio di articoli. Esistono moltissimi RPG in cui si possono scegliere diversi assetti da cui partire, diverse classi, tutta ruolistica ereditata a piene mani da D&D, e che durante lo svolgersi della trama alcune scelte influenzano il gioco stesso. Il libro game fa più o meno lo stesso effetto sul fruitore, sul giocatore, con la differenza che vi è anche l’azione dell’immaginazione attiva, che invece il videogioco un po’ toglie, essendo appunto audiovisivo e per sua caratteristica deve mostrare visivamente ambientazioni e nemici. I libri game sono ben illustrati, ma vi è differenza tra un mondo fantasy di un videogioco e un mondo fantastico di un libro, il videogioco è per sua natura un’esperienza visiva, nel libro game invece ci si può divertire allo stesso modo, tramite un’esperienza abbastanza simile, ma comunque un po’ differente. Un buon videogioco a mio parere risulta diverso in base al giocatore. Per un libro game, secondo me, è identica la questione. Sono sicuro che esistano moltissimi Lupi Solitari tra i lettori, ognuno diverso, ognuno unico.

Gran parte del gioco si svolge nella Foresta di Fyelund, boschi di conifere che ricoprono gran parte del territorio del Sommerlund settentrionale, vi si può entrare già quasi a inizio del libro, è un luogo molto pericoloso, dove per lo più s’incontrano Kraan, Giak e mostri di altro genere. Nella foresta si trova il tempio di Tamargo, dove si può incontrare il mago Banedon, indispensabile per l’avventura, a mio parere.

In base alle scelte di gioco cambiano anche le ambientazioni che Lupo Solitario visita. Per esempio, se si vuole entrare nella capitale, Holmgard, dove è presente la residenza del re, furtivamente, si può passare attraverso il Cimitero degli Antichi, una necropoli, che è tuttavia un luogo facoltativo.

L’obiettivo è sconfiggere i Signori delle Tenebre e innanzi tutto per farlo è necessario raggiungere re Ulnar, il quale affiderà a Lupo Solitario la missione di prendere la Spada del Sole.

Ricordo con piacere e con molto fascino la battaglia sul ponte di Alema, dove si scontrano le forze dei Signori delle Tenebre e quelle del regno di Sommerlund, guidate dal principe Pelatar. Così come ricordo con il medesimo fascino, forse influenzato dai miei ricordi di bambino, l’uomo incappucciato a cui si può chiedere di accompagnare Lupo Solitario sull’altra sponda del lago Helmar, per poi rivelarsi quest’ultimo un Drakkar, un soldato oscuro esperto nel combattimento, che cercherà di uccidere il protagonista.

L’immaginazione del lettore fa tantissimo nell’esperienza di gioco, sebbene appunto il mondo, anzi, una piccola porzione del mondo di Lupo Solitario, in questo primo libro game della serie si dimostri ben dettagliata, solida, con un’atmosfera credibile e immaginifica nel medesimo istante. E’ un mondo devastato da un’invasione. Il protagonista si muove in questo mondo cercando di esplorarlo e di sopravvivere, cercando di raggiungere il re.

L’esercito dei Signori delle Tenebre ha le sue caratteristiche, i più bravi a combattere sono i Drakkar, quelli più forti e aggressivi sono i Gourgaz e i Giak, uno dei Gourgaz uccide il principe. Vi sono poi i soldati oscuri chiamati Vordak, dotati di una fredda malvagità, morti viventi coperti da un mantello rosso, sono gli ufficiali dell’esercito.

Il bestiario mostruoso si estende ai già citati Kraan, creature nere alate, i Giak, simili a goblin, che costituiscono il grosso dell’esercito delle tenebre. I Gourgaz sono simili a rettili umanoidi e sono i capitani delle guarnigioni di Giak. Vi sono poi i Tigerwolf, lupi mostruosi che sono usati spesso come cavalcature. Gli Helgast sono mostri mutaforma che possono essere uccisi solo da attacchi magici.

Vi sono poi umani dagli occhi verdastri, servi dei Signori delle Tenebre, chiamati Drakkarim, indossano armature e maschere ornate con teschi e combattono con daghe, spade, lance, asce, le corazze sono spesso di colore nero.

Ne I Signori delle Tenebre come possiamo notare abbiamo molte ambientazioni e molti nemici che si rifanno all’immaginario fantasy tolkieniano, ma anche a una buona parte del fantastico spada e stregoneria. E’ un misto d’influenze fantasy che rispecchia il fermento artistico per quanto riguarda questo genere letterario tipico degli anni ’80, dove molti generi si fusero insieme, se ne crearono di nuovi, e venne anche riscoperto moltissimo il fantasy che diede origine a D&D e ai giochi di ruolo in genere.

Il parallelo con i videogiochi contemporanei, di genere fantasy, è doveroso, secondo me. Vi sono moltissime caratteristiche in comune. Ne parlo in un paio di articoli, sempre qui su Hyperborea, vi lascio il link e ringrazio i lettori.

Ambientazioni e luoghi fantasy #5: l’arte videoludica (hyperborea.live)

Elden Ring”, una interpretazione alchemica (hyperborea.live)

2 commenti

  1. Primo libro di una saga che occupa un posto d’onore nella mia biblioteca. A mio parere ha l’unico difetto di essere il più “breve” di tutti, ma forse essendo un libro introdttivo ci può stare.

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